Usa: più gay in regioni macho.

Forse a causa di migrazioni e minori tabu’.
(Ansa) Le coppie dello stesso sesso sono aumentate notevolmente negli stati Usa piu’ macho e intolleranti, quelli del sud e del west. Il numero delle coppie che proclama l’omosessualita’ apertamente e’ salito a 780mila, quattro volte di piu’ rispetto al 1990, afferma una ricerca dell’Universita’ della California. Una spiegazione puo’ essere la migrazione della popolazione americana verso queste aree e una maggiore disponibilita’ ad ammettere nei sondaggi lo status di coppia gay.

Moda: Il V-Neck day ! Sono tornati di moda i pullover scollo V.

Il V-Neck day !

( Leonard – Menchic) Sono adorabili! Sono tornati prepotentemente di moda! In verità non sono mai spariti! Solamente un po’ dimenticati… non certo dall’uomo che vuole essere Homo Elegant! Sono i pullover scollo V. Classico o Slim che sia non cambia l’effetto, ovvero molto ragazzone cresciuto che cerca di dire a tutti che è diventato uomo! Quanto si nasconde sotto un maglioncino a V ? Tanto…! Si nasconde anzitutto un fisico da esaltare con quella V che lascia intravedere la T- Shirts sempre V, o la camicia che si fa notare lasciando spazio all’immaginazione di chi vorrebbe sapere cosa c’è ancora più sotto!!! Il pullover è sempre piacevole da indossare, si sposa col jeans e con il classico, sottogiacca o a pelle… come lo s’indossa non ci si può sbagliare.

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Fred Perry propone il pullover da tennis o da collegiale rendendo l’uomo eterno student… serio e tentatore che con la sua freschezza in colore bianco, associato alla purezza della scoperta del proprio corpo, accende l’immaginazione andando oltre il pull stesso. A righe o a rombi richiamano la neo-classicità di un fisico scolpito da Apollo e l’aria da gentlemann a passeggio lungo sentieri che portano in luoghi segreti tutti da scoprire! Per non parlare poi dello smanicato a V irrinunciabile da chi ama apparire intellettuale oppure da chi ama sentirsi retrò!
Cotone, lana, cashmire che sia non può mancare per l’inverno di un uomo che ama sentirsi tale, belli da vedere addosso a chi possiede muscoli scolpiti ma anche addosso a chi fa leva su altri aspetti della mascolinità.

Insomma il V-Neck (in italiano scollo V… che rende poco sinceramente) piace a tutti tranne a chi confonde l’abbigliarsi di moda con il vestirsi fai da te … attenzione perché camminando per strada non è poi così difficile notare maglioncini girocollo simil pigiama o talmente giro da far addirittura sparire il collo. Prendiamoci per il collo…a V s’intende!

Investì 4 ragazzi, ora fa modello.

Rom ingaggiato per foto pubblicitarie.

(TGCom) Il rom ubriaco che al volante di un furgone uccise 4 ragazzi sui propri motorini ad Appignano del Tronto (Ascoli Piceno) sarebbe divenuto il testimonial di una campagna pubblicitaria per una linea di abbigliamento e accessori. Lo ha rivelato l’on. Gabriella Carlucci di FI. Denunciando l’operazione “di un cinismo spaventoso” la parlamentare ha invitato ad ignorare la campagna di Marco Ahmetovic che rischia di diventare una celebrità.

“Apprendo sconcertata che Marco Ahmetovic, il rom ubriaco al volante che uccise quattro ragazzi, sarebbe divenuto addirittura il testimonial di una campagna pubblicitaria per una linea di abbigliamento e accessori vari. Ebbene, siamo di fronte alla schizofrenia di una società in cui si spettacolarizza ciò che in realtà si dovrebbe condannare” ha affermato la parlamentare di Forza Italia Gabriella Carlucci.

L’aprile scorso il 22enne di origini Rom alla guida di un furgone in stato di ebrezza, investì ed uccise quattro minorenni che percorrevano la statale sui propri motorini ad Appignano del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.

“Su questa vicenda, dopo i clamori televisivi, si cerca ancora di speculare utilizzando l’immagine di un assassino per vendere libercoli e capi di abbigliamento. Un’operazione di un cinismo spaventoso – ha proseguito Carlucci – in cui per commercializzare dei prodotti si è disposti a svendere non solo la propria coscienza, ma anche il senso civico che dovrebbe suggerire rispetto per i parenti delle vittime e per la decisione della giustizia”.

“La giustizia italiana ormai si consuma prevalentemente sui media. In una ridda di gossip e scandali che travolgono colpevoli ed innocenti, e che riducono la libera informazione a puro voyeurismo. La parola d’ordine per reagire a questa disfatta del buonsenso, è a questo punto ‘ignoriamoli!’ Ignoriamo la campagna pubblicitaria di Ahmetovic, altrimenti si rischia il danno e la beffa: il rom diventerebbe una celebrità ed il fatturato dell’azienda, come già accaduto per la campagna sull’anoressia di Nolita, aumenterebbe esponenzialmente”.

La deputata ha annunciato che solleverà per l’ennesima volta questo caso in Parlamento, “sperando – ha concluso – che i miei colleghi ed i ministri interessati non evadano da un chiarimento necessario”.

Obesità e mantenimento del peso, le regole per dimagrire.

(Benessere blog) Nel regno della medicina fai da te, le cure dimagranti sono regine assolute. E’ pur vero che trovandosi di fronte a una vera e propria epidemia, con costi sociali ed economici, ognuno cerca come può di affrontare il problema sovrappeso.

Sul sito svizzero di medicina popolare, ho trovato, in italiano non temete, una interessante scheda sui Consigli per il mantenimento del peso, con un intrigante sottotitolo : Fidarsi dell’appetito, della voglia e del gusto momentaneo.

Genova e il mito di Garibaldi.

Renato Guttuso - La battaglia di Ponte dell'Ammiraglio (Artsblog) “Garibaldi il mito” è il titolo della mostra che ha aperto il 10 novembre al Palazzo Ducale di Genova e che celebra l’eroe italiano per antonomasia. In esposizione ci sono centocinquanta opere di artisti più o meno famosi, nel periodo compreso fra Silvestro Lega, esponente di punta dei Macchiaioli, e Renato Guttuso che realizzò il grande dipinto con la battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (presente alla mostra – vedi foto principale), in cui si vede la lotta furiosa fra i garibaldini e i borbonici, metafora del clima politico nell’Italia dei primi anni ‘50.

I soggetti predominanti, oltre ai ritratti di Garibadi fra i quali spicca quello di Girolamo Induno che ritrae la solitudine del generale che scruta da un’altura, sono tipicamente ottocenteschi e toccano temi patetici: garibaldini in partenza e di ritorno, donne in preghiera, oppure scene di battaglia. In parallelo con questa mostra segnalo anche quella dedicata al monumento ai Mille che si trova in località Quarto ed altre attività per celebrare l’eroe dei due mondi e la sua presenza a Genova. Opere in mostra

Salute: Olio di avocado contro le rughe.

(Benessereblog) Tra gli olii naturali, quello di avocado è forse tra i meno noti ma tra i più preziosi per chi cerca un alleato nella prevenzione e nella lotta alle prime rughe d’espressione. Applicato in piccole dosi sulla pelle del viso, infatti, elasticizza e nutre la pelle in profondità prevenendo la formazione dei primi segni dell’età.

Grazie al suo alto grado di penetrabilità, la pelle l’assorbe facilmente e non ha quindi alcuna controindicazione come untuosità o incompatibilità con le pelli grasse o miste, anche se il miglior effetto è visibile su pelli tendenti al secco, spente o atone. Si può usare puro oppure aggiunto in poche gocce alla crema idratante.

Foto | Flickr

Aperta a Londra la mostra dedicata a Tutankhamun.

Gioiello pettorale di Tutankamun(Travelblog) Si è aperta ieri a Londra, e rimarrà in cartellone fino al 30 agosto del prossimo anno, la mostra dedicata al faraone egizio Tutankhamun, il re fanciullo salito al trono a 9 anni e morto non ancora uomo fatto.

La mostra ritorna dopo oltre 35 anni (l’ultima risale al 1972) e si terrà nell’arena O2 (l’ex Millemium Dome) nel quartiere di Greenwich. Qui saranno esposti circa 130 oggetti, appartenenti al tesoro del faraone, di cui faceva parte anche questo questo splendido medaglione pettorale che Zepfanman.com ha ripreso a Filadelfia negli USA.

Il biglietto d’ingresso alla mostra è salato, 15 sterline, che al cambio attuale fanno circa 22 euro. Se però consideriamo che i fondi raccolti con questa mostra, serviranno per costruire una nuova sede espositiva vicino alle piramidi di Giza, dove dovrebbero essere esposte circa 35.000 opere che oggi ammuffiscono negli scantinati del museo del Cairo, forse il conto ci sembrerà meno salato.

Impiccato a 18 anni nell’Iran di Ahmadinejad.

(Dimitri Buffa – L’Occidentale) All’alba di ieri è stato impiccato sulla pubblica piazza della città iraniana di Hamedan il diciottenne Mohammed Reza Turk. Di anni ne aveva sedici al momento dell’omicidio di un suo coetaneo di cui è stato accusato. Le baby gang esistono anche in Iran, solo che lì c’è la certezza della pena: quella di morte. I parenti dell’ucciso non lo hanno perdonato. Né voluto che pagasse in soldi la sua famiglia il prezzo del sangue.

E quindi secondo la feroce legge della shar’ia sciita l’impiccagione è diventata inevitabile.

Dall’inizio dell’anno sono oltre 270 le vittime del boia di Teheran e i reati spesso non sono solo di sangue ma anche di natura sessuale. Con la vita infatti si pagano sia i rapporti omosessuali e l’incesto sia l’adulterio. Ma si finisce lapidati anche per avere subito (badate bene: subito) uno stupro.

Ne sa qualcosa la sedicenne Zhila Yiadi, che ne aveva tredici quando nel 2005 il fratello la violentò e dalla violenza nacque un figlio. Pochi mesi fa infatti questa ragazzina è stata lapidata senza pietà.

L’elenco potrebbe allungarsi fino a diventare uno di quei rapporti che “Amnesty” – amnesy international si dimentica spesso di pubblicizzare, non di compilare, quando c’è di mezzo il regime degli ayatollah.

Che ieri è finito su tutte le prime pagine per la crudeltà delle dichiarazioni del proprio membro della commissione parlamentare sull’energia e capo delegazione in Inghilterra Mohsen Yayhavi. Yyahavi infatti ha detto al proprio interlocutore, il primo ministro inglese Gordon Brown, che ci sono ottime ragioni per impiccare e torturare gli omosessuali. Meglio se impiccarli dopo averli torturati.

E questo perché non si riproducono e danno scandalo oltre che per il fatto che la pubblica attestazione di omosessualità è punita senza pietà dalla shar’ia coranica. Putroppo queste parole in Iran raccontano fatti che continuano ad accadere e di cui in Europa ce ne aggorgiamo raramente.

Come quando lo scorso settembre scoppiò il caso della lesbica iraniana Pegah Emamabaksh che era stata costretta chiedere all’Inghilterra di non estradarla a Teheran per evitare la stessa sorte che l’esponente politico iraniano suddetto si augura per tutti gli omosessuali. E ce la fece per un soffio visto che l’ottusa burocrazia giudiziaria britannica sosteneva che nulla ostasse al ritorno in patria della donna non essendo riuscita la stessa dimostrare di essere passibile in Iran di una qualche forma di persecuzione. Il fatto che ne venisse chiesta l’estradizione per il reato di omosessualità invece non insospettì i giudici che dovevano decidere. E se non ci fosse stata la mobilitazione internazionale chissà come sarebbe andata a finire.

Non così fortunata è invece stata lo scorso 17 ottobre la povera Fakhte Samadi, una donna impiccata per avere ucciso il pretendente marito, una sorta di padre padrone di 80 anni che la violentava e la costringeva ad avere rapporti sessuali con lui nonstante la donna non volesse nenche sposarlo.

Quello stesso giorno che Fakhte veniva impiccata nel carcere di Evin, a farle compagnia ci sono state altre dieci persone tra cui un ragazzo di diciotto anni.

Cari europei, l’Iran oggi è questo. E non è un caso se gli esponenti in esilio della resistenza pregano ogni giorno che Dio manda in terra che George W Bush si decida a rovesciare il regime degli ayatollah e di Ahmadimejad.

Mtv Arabia: né sesso né croci.

Ha cominciato ieri a trasmettere.
Vietati gli atteggiamenti sessuali espliciti, nessuna scena di violenza, banditi i crocifissi.

(Andrea Laffranchi – Il Corriere della sera) Vietate le nudità e gli atteggiamenti sessuali espliciti, bandite le scene di violenza, censurati i crocifissi. Sulla base di queste tre semplici ma rigidissime regole, alla mezzanotte di ieri (le 21 in Italia), è nata Mtv Arabia, la sessantesima nel mondo. Obiettivo: conquistare i giovani e i 19 milioni di famiglie che vivono in Arabia Saudita, Egitto, Libano e negli Emirati, anche se la rete sarà visibile via satellite in tutto il Medio Oriente con un audience potenziale di 190 milioni di spettatori. Tra lusso ed esagerazioni, giovedì a Dubai c’è stata la festa-concerto di lancio. Che ha fatto incontrare due mondi diversi. Star locali e i rapper americani Ludacris e Akon si sono divisi il palco e in platea si vedevano thawb, le candide tuniche maschili, e hijab a coprire il capo delle donne, ma anche tanti ragazzi in jeans e sneakers, e ragazze in tacchi e top.

La questione è delicata. Portare un canale americano, un logo americano, uno stile di vita americano, nei paesi musulmani richiede prudenza. Per questo motivo, a gestire la produzione dell’evento (e anche di quello che a febbraio farà da vetrina internazionale) è stata chiamata la struttura italiana. «Ci hanno riconosciuto il lavoro di integrazione con la cultura locale — spiega Antonio Campo Dall’Orto, al vertice della rete dal 1997 —. A differenza di quello che accade in altri Paesi, come Francia e Portogallo, Mtv Italia non è vista come “americana”». La convivenza di valori è già nella società, ma l’equilibrio è fragile: «Le ricerche mostrano che l’obiettivo dei giovani di questi Paesi è fare cose simili a quelle dei loro coetanei occidentali. Allo stesso tempo, però, non c’è uno schiacciamento sulla nostra cultura, fuggono dalla westoxification, l’intossicazione da occidente», aggiunge Campo Dall’Orto. Nella regione operano da anni una quarantina di canali musicali, ma sono tutti incentrati sulla musica araba. Mtv, invece, trasmetterà un mix di video internazionali (60%) e locali (40%). Dimentichiamoci le volgarità alla Christina Aguilera, i video piccanti, le pistole e le ragazze sculettanti a bordo piscina nei video dei rapper americani, i crocifissi al collo di Madonna. Nei casi più semplici i particolari sconvenienti verranno «ripuliti» digitalmente, per le sequenze inaccettabili toccherà rimontare i clip.

Che sia un tema delicato lo testimonia anche Mohammed Hammad, 24 anni, primo volto della rete. Saudita di nascita, ma cresciuto fra Londra e Parigi, fan di Fela Kuti e dei Prodigy. «Il sesso? Preferisco non parlarne. Credo però che il canale sarà il benvenuto, anche perché e fatto da Arabi per Arabi. E poi non trasmettiamo solo video, ma anche contenuti», ci spiega al telefono. Sono già pronti dei programmi made in Usa: non certo i teenager disinibiti di «Dismissed» che non sarebbero accettabili qui, ma via libera ai carrozzieri folli di «Pimp My Ride» e al paradiso dei teen idol «Trl». Per febbraio il palinsesto si completerà con gli adattamenti locali di alcune trasmissioni come le candid camera «Boiling Points» e il reality «Made» e con produzioni originali come l’itinerante «Hip Hop Na» che andrà alla scoperta dei nuovi talenti arabi per produrre una compilation di emergenti. E l’impegno sociale, le campagne di sensibilizzazione? «Siamo impegnati a innalzare gli standard dell’intrattenimento e a sostenere le cause sociali. Mtv Arabia celebra una nuova era per i giovani e poichè loro sono il 65% della popolazione mediorientale è ora che siano ascoltati», spiega Abdullatif al Sayegh, amministratore di Arab Media Group, il partner pubblico che ha reso possibile l’iniziativa. Nessun rischio di interferenza o censura? «Quelli li abbiamo in Cina — precisa Campo Dall’Orto —, qui i vincoli sono culturali e più delicati: se sbagli qualcosa offendi il pubblico».

Gente Cult, nasce la net tv dei creativi della strada.

Un nuovo video blog mostra la vita dei creativi delle strade italiane. Le performance artistiche dei grafittari, le esibizioni degli skaters e dei parkours (sono i ragazzi che si arrampicano sui muri e saltano dai tetti delle case) sono visibili su Gentecult.it, comunità virtuale che riunisce on line gli amanti del canale di Sky ,Cult.

Il nuovo spazio di video sharing nasce grazie ad un concorso per valorizzare la street culture che termina il 16 dicembre. Vi possono partecipare tutti coloro che usano la strada come luogo di aggregazione e come laboratorio per esprimere la propria creatività.

I membri della street culture possono raccontare la propria esperienza non conformista con un video. Devono filmare ciò che vedono mentre sono in giro o gli episodi più strani di cui sono stati protagonisti, e caricare il video relativo on line.

Una giuria tecnica, composta da un rappresentante del canale satellitare di Sky dedicato al cinema, ai documentari ed alle serie d’autore, del portale Libero e della casa di produzione e di distribuzione Lucky Red, premierà i migliori, selezionati tra quelli più votati sul sito.

I video sono visibili anche nella sezione Libero Video del portale Libero. Quest’ultimo sito offrirà ai creativi della strada un altro spazio di interazione: un blog, curato insieme a Lucky Red, che raccoglierà quotidianamente le impressioni, i commenti e le opinioni.