Io son tra color che son sospesi.
Pubblichiamo il comunicato stampa di Francesca Grossi in risposta alla sua sospensione da Arcilesbica per aver sottoscritto una lettera che invitava al dialogo con il Sindaco di Roma.
Roma – Tra Alemanno e il Gay Pride prova di disgelo, così il Corriere della Sera di sabato 10 maggio. Alle compagne di Arcilesbica sembra non sia piaciuta la mia iniziativa di disgelo e di firmare la lettera aperta al Sindaco di Roma Gianni Alemanno insieme al Presidente di Arcigay Aurelio Mancuso, a Imma Battaglia Presidente del Di Gay Project e al Presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, fino a concludere in perfetto stile dirigistico che la sottoscritta agisce in “malafede” e decretare testualmente che “Francesca Grossi e’ diffidata dall’usare il nome dell’associazione, fino a chiarimenti e decisioni degli organismi preposti dallo statuto per il reintegro o l’espulsione”.
Mi confortano le offerte di asilo politico che mi vengono in queste ore da esponenti del resto del movimento lgbt, che mi esprimono solidarietà, così come sono determinata a proseguire nella mia iniziativa, convinta come sono che l’avanzamento dei diritti delle lesbiche e delle persone lgbt, non sia un fatto privato da gestire con comitati di disciplina – da tempo subisco ormai un vero e proprio ostracismo, se non censura all’interno di Arcilesbica, sin da quando ho visto di buon grado l’apertura nei confronti del movimento romano del candidato Sindaco Rutelli – ma un fatto pubblico, che apra un serio confronto su quale sia la politica più efficace da portare avanti per un progresso culturale e politico dei diritti lgbt. In una fase politica, culturale e sociale come quella romana, in vista di una manifestazione così importante come il Gay Pride, si può scegliere di cedere ad un clima di scontro, oppure in modo più responsabile cercare un dialogo democratico – essendo noi per primi a proporlo – che valorizzi, seppure in un confronto serrato, le istanze e le ragioni di cui il movimento lgbt è portavoce. Perché innanzitutto in gioco ci sono i diritti da conquistare anche e soprattutto per coloro che non fanno parte del movimento e che in queste ultime elezioni, gay, lesbiche, trans, hanno visto espulsi i diritti civili dall’agenda politica – tranne che per la rappresentanza che ne hanno dato alcuni qualificati candidati – e, nella gran parte se hanno votato lo hanno fatto, ma su altre questioni.
Per quanto riguarda Roma, ribadisco le ragioni che mi hanno portata a firmare la lettera aperta definita “di disgelo” al Sindaco Gianni Alemanno, insieme con i dirigenti di Arcigay e Di Gay Project, ribadendo che da lesbica, conosco bene cosa sia la cultura della diversità e del pregiudizio. Innanzitutto per questo, credo, che con la prima carica istituzionale della città di Roma, non solo sia mio diritto cercare di dialogare, ma sia mio dovere e ovviamente se necessario scontrarmi. Quindi, alle compagne di Arcilesbica, non posso che dire che il metodo e la sostanza delle decisioni prese nei miei confronti sono sbagliate e augurare loro di ripensarci e di non continuare ad assumere atteggiamenti di censura che poco hanno a che fare con il lavoro responsabile che ho portato avanti in questi anni. Se ci sarà un incontro con il Sindaco o con un suo incaricato mi recherò ugualmente, in qualità di sospesa Presidente del Circolo di Roma di Arcilesbica, insieme con i dirigenti di Arcigay e Di Gay Project, sperando di dovermi confrontare in modo costruttivo o critico con il Campidoglio, e non di scontrarmi con le persone con cui ho condiviso un percorso. Fermo restando che l’attivismo politico, quando ci si crede, si può fare anche se sospese o addirittura espulse, sebbene in nuovi luoghi.”
Francesca Grossi
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