Iran: Cappato, Commissione Ue condanna violazione diritti omosessuali.

‘Da oggi i Paesi europei non potranno più dire di non sapere’.
(Aki) La Commissione europea ha espresso una “dura condanna” contro il regime teocratico iraniano e ha dichiarato per la prima volta in “modo inequivocabile” di essere “consapevole del fatto che in Iran l’omosessualità consensuale tra adulti è perseguibile a termini di legge. Parimenti, il diritto alla privacy risulta regolarmente violato dai guardiani religiosi, i quali effettuano incursioni nelle abitazioni e in altri luoghi privati alla ricerca di comportamenti ‘devianti’, tra cui la condotta omosessuale. Inoltre, sono stati denunciati anche casi di condanna a morte e maltrattamenti per omosessualità consensuale in Iran”. Lo riferisce in una nota diffusa a Bruxelles l’europarlamentare, Marco Cappato, riportando il testo della risposta dell’esecutivo Ue a un’interrogazione scritta presentata da Marco Pannella.

Per il no tedesco salta a Bruxelles un piano per proteggere gay e lesbiche dalle discriminazioni.

(Ansa) Per l’opposizione della Germania, la Commissione Ue ha abbandonato un piano per proteggere gay e lesbiche contro le discriminazioni. Bruxelles aveva annunciato una direttiva ‘orizzontale’ per tutelare i cittadini europei contro ogni tipo di discriminazioni, incluse quelle basate sugli orientamenti sessuali, eta’ e religione, in nuovi settori, tra cui quello delle banche e dei servizi finanziari. Al termine di una consultazione con gli Stati membri, l’esecutivo e’ stato costretto a rivedere le proprie ambizioni, limitando la nuova direttiva alla protezione dei soli disabili. Per tutte le altre forme di discriminazione possibili, in particolare quelle sessuali, religiose o in base all’eta’, la Commissione proporra’ agli stati membri una semplice raccomandazione, che equivale ad una serie di indirizzi senza valore vincolante.
‘La Commissione avrebbe preferito mantenere il progetto originario di una direttiva orizzontale’, ha detto Katharina Von Schnurben, portavoce del commissario Ue Vladimir Spidla al lavoro e agli affari sociali. ‘Ma bisogna essere realisti.
Purtroppo, l’ipotesi di una direttiva generale non sarebbe stata in grado di raccogliere l’unanimita’ tra gli Stati membri.
Pertanto, e’ stato deciso di mantenere lo strumento della direttiva solo sulle disabilita’ fisiche, proponendo una raccomandazione per le altre forme di discriminazione’. A premere di piu’ per limitare l’estensione della direttiva e’ stata la Germania, contraria ad ampliare il potere legislativo di Bruxelles a settori che Berlino vuole mantenere di esclusiva competenza nazionale. Contraria, ma piu’ per ragioni di merito, anche la Repubblica Ceca. Tra i paesi favorevoli, invece, Spagna, Svezia, Finlandia e Gran Bretagna.
‘Il nostro orientamento e’ realista’, ha ribadito Von Schnurben. ‘Il 25 giugno presenteremo al Consiglio dei ministri del lavoro una direttiva antidiscriminazione limitata ai solo disabili, ma le nostre porte restano aperte. L’ipotesi di una direttiva orizzontale non e’ abbandonata, solo rinviata’.
La marcia indietro di Bruxelles ha deluso molti parlamentari e provocato reazioni delle associazioni di omosessuali. Nei giorni scorsi, l’europarlamentare britannico Liz Lynne ha lanciato una petizione per chiedere di ritornare al progetto originale con una direttiva onnicomprensiva.

Coppie di Fatto, Gay e omossesuali sempre più riconosciuti in Europa. Legge o direttiva Ue?.

(Aprile online) Un lungo percorso, quello del riconoscimento delle coppie di fatto e degli omosessuali, partito dall’Olanda nell’aprile del 2001 con la normativa che consente a gay e lesbiche di sposarsi e anche di adottare dei figli.

Nel 2003 è stata la volta del Belgio con una legge che permette il matrimonio tra omosessuali, ma non l’adozione. E ancora: nel 2005, la Spagna di Zapatero ha approvato una legge che non solo legalizza il matrimonio omosessuale equiparandolo a quello tra eterosessuali, ma consente anche le adozioni. Sempre dal 2005 anche in Polonia vige una legge sul matrimonio gay. Ma il matrimonio non è l’unico modo per veder riconosciuta la propria unione sentimentale dallo Stato e a partire dal lontano 1989 la Danimarca, primo paese in assoluto in Europa, ha riconosciuto un’unione registrata tra omosessuali ufficializzata con una cerimonia civile.
Dopo 10 anni è arrivata anche la Francia che, nel 1999, con il Pacs (patto civile di solidarietà), ha approvato una soluzione che accomuna coppie dello stesso sesso, ma può anche riguardare unioni di fatto tra coppie di amici. Nel 2000 è stata la volta della Germania con una legge sulla ‘vita in comune’ tra gay. Nel 2002 la Corte costituzionale ha inoltre stabilito che i matrimoni tra omosessuali sono compatibili con la Costituzione e nel 2004 ai conviventi è stato riconosciuto il diritto di adozione congiunta. Sempre dal 2004 in Lussemburgo è in vigore la cosiddetta ‘partnership registrata’ applicabile a tutte le coppie che garantisce diritti simili, per quanto riguarda welfare e fisco, a quelli delle coppie sposate. Tre anni prima, in Portogallo sono state approvate due leggi che hanno disciplinato e le situazioni giuridiche della economia comume e delle ‘Uniao de facto’.
Tornando del Nord Europa, in Svezia, il Parlamento ha approvato nel 1994 la legge che regolarizza la convivenza tra omosessuali e dove le coppie registrate, dal 2002, possono adottare bambini provenienti da altri paesi.
In Austria, dal 2005, le coppie gay possono firmare un accordo di unione alla presenza di un notaio. La Camera dei deputati della Repubblica Ceca, nel 2006, ha approvato una legge sulle unioni registrate per le persone dello stesso sesso. In Finlandia è in vigore dal 2002 una legge per le unioni civili che garantisce la maggiorparte dei diritti che acquisiscono le coppie eterosessuali che si sposano con il matrimonio civile. E’ invece del 2005 il ‘Civil Partnership Act’, che riconosce alle coppie dello stesso sesso la possibilità di vincolarsi in un’unione registrata simile al matrimonio, ma, da un punto di vista giuridico, molto diverso.

E’ davvero morto il fascismo? La Mussolini accusa: "Nel Parlamento Europeo solo burocrati e omosessuali".

Mussolini: alla fine ci faranno entrare nel PPE anche con Ciarrapico. Sono burocrati ed omosessuali.
(Il Corriere della Sera) Ha visto, signora Mussolini, Claude Junker dice che «nel Partito popolare europeo non c’è posto per i fascisti». «Chi?». Juncker, signora, premier del Lussemburgo e presidente dei ministri europei dell’ Economia. «Ah, sì! Questo qui, con un cognome che pare uno yogurt, non si è accorto che il fascismo non c’è più. C’è ancora, invece, il comunismo. Il signor yogurt, con i suoi fermenti lattici, invece di criticare Ciarrapico, dovrebbe stare attento a tipi come Bassolino…».

Ciarrapico è candidato al Senato per il Popolo della Libertà. Ha dichiarato di non aver mai rinnegato il fascismo, quindi secondo Juncker nel Ppe non c’è posto per lui. Alessandra Mussolini è candidata alla Camera per il Popolo della Libertà ed è sicura che non succederà proprio nulla: «Figuriamoci! Io sono parlamentare europea, li conosco bene quei burocrati! Signori che votano per le balene… Quelli farebbero entrare chiunque, è tutta una questione di numeri. Crescono e ottengono più fondi».

Anche per Gianfranco Fini ci sono veti all’ingresso nel Ppe. Un anno fa si oppose il presidente Martens. «Ma no! Fini ormai non ha più problemi. Ripeto: in Europa prendono tutti…». In realtà, Buttiglione fu respinto come commissario europeo. «Prese le distanze dagli omosessuali. E nel Parlamento europeo c’è un’alta percentuale di omosessuali».

D’accordo, ma Ciarrapico ha fatto le lodi del Duce. «Ciarrapico voleva candidarsi con Veltroni e non c’è riuscito. Il suo fascismo è una predisposizione sentimentale ». Berlusconi lo candida in funzione anti-Storace? «Macché! Storace è morto da solo. Non prenderà nemmeno un voto. Ciarrapico è candidato perché ha dieci quotidiani. Possono tornare utili».
Quel suo cognome, Mussolini, attrae voti? «Quel cognome fa prendere voti perché davanti c’è il mio nome, Alessandra». Lei cosa pensa del fascismo? «Oggi si può dire fascista qualcuno come Ciarrapico. O qualche anziano nostalgico. O qualche giovane affascinato dalla figura di mio nonno, vero rivoluzionario. Sarebbe però assurdo riproporre il fascismo, che è morto con Mussolini e appartiene alla storia. La gente non è interessata a fatti superati, si occupa di come trovare i soldi per la spesa. Quelli che hanno paura del fascismo possono stare tranquilli».

Oltre 50 Deputati europei firmano lettera-appello alle autorità europee per salvare il gay iraniano Mehdi Kazemi dalla condanna a morte.

Rinviata nelle prossime ore la decisione sul rimpatrio. Preoccupazione delle organizzazioni umanitarie.

Oltre 50 Deputati europei, primi firmatari i radicali del Gruppo Alde Marco Cappato e Marco Pannella, hanno sottoscritto in queste ore una Lettera – Appello alle autorità europee per salvare la vita al ragazzo gay 19enne iraniano che rischia di essere deportato in Iran. La lettera aperta – Appello è indirizzata al Commissario Europeo Franco Frattini, al Primo Ministro sloveno Janes Jansa, Presidente di turno dell’Unione europea, al Primo Ministro del Regno Unito, Gordon Brown, a Jan Peter Balkenende, Primo Ministro olandese ed a Hans-Gert Poettering, Presidente del Parlamento Europeo. I firmatari sono appartenenti a quasi tutti i Gruppi politici presso il Parlamento europeo.

Nell’appello si chiede che vengano applicate le garanzie di protezione per persone che rischiano la pena di morte nel loro paese, a partire dal rispetto delle direttive europee che impongono agli Stati membri il riconoscimento dello Status di rifugiato a coloro che necessitano di protezione internazionale.

Da fonti del Gruppo EveryOne di Gran Bretagna e Italia, che per primi si sono mobilitati per salvare Mehdi Kazemi, è dato per certo un rinvio della decisione sull’eventuale rientro in Gran Bretagna, nelle prossime ore o giorni. Se fosse deciso il rimpatrio del cittadino iraniano in Gran Bretagna, ci sarebbe il rischio di una deportazione in Iran dove lo attenderebbe la pena di morte a causa della sua omosessualità. I rappresentanti del Partito Radicale Nonviolento, del Gruppo EveryOne e dell’Associazione radicale ‘Certi Diritti’, hanno ricevuto rassicurazioni dalle ambasciate olandesi di Spagna e Italia, oltre alla Rappresentanza permanente olandese presso l’Unione Europea, che si sono attivate nelle ultime ore presso il Governo olandese per sollecitare una soluzione positiva.

A seguire il testo della Lettera-Appello (in inglese) promosso dalla delegazione dei radicali presso il Parlamento Europo con l’elenco dei 52 deputati europei firmatari:

Bruxelles, 5 mars 2008
Open Letter – Appeal to:

– Franco FRATTINI, EU Commissioner on Freedom, Security and Justice

– Janes JANSA, Prime Minister, Slovenian Presidency

– Gordon BROWN, Prime Minister of the United Kingdom

– Jan Peter BALKENENDE, Prime Minister of the Netherlands

– Hans-Gert POETTERING, President of the European Parliament

Dear Commissioner, Dear Prime Ministers, Dear President,
we would like to express our serious concern regarding the fate of Medhi Kazemi, a 19 years old gay Iranian citizen who has requested asylum in the United Kingdom and had his application turned down. Fearing deportation, he fled to the Netherlands, where he applied for asylum. Dutch authorities are right now examining his request and deciding on the basis of EU law on whether to send him back to the UK – leaving to UK authorities the final decision on his possible deportation to Iran while not using the possibility foreseen by art. 3 (Chapter II) of the Dublin Regulation.

As you will be aware, Iranian authorities routinely detain, torture and execute homosexuals. Medhi’s partner has already been executed, while his father has threatened him with death. Article 3 of the European Convention on Human rights, as well as the Charter of Fundamental Rights and international human rights law, prohibit the removal, expulsion or extradition of persons to countries where there is a serious risk that he or she would be subjected to the death penalty, torture or other inhuman or degrading treatment or punishment, whereas EU law recognises sexual orientation as a ground for Member States to grant asylum. It is not understandable, nor acceptable, that the EU or its Member States apply European and national laws and procedures in a way resulting in the expulsion of persons to third countries that would persecute or kill tem, furthermore in violation of European and international human rights obligations.

We consequently appeal to you to find a common European solution to ensure that Medhi Kazemi is granted asylum or international protection on the EU soil and not sent back to Iran, where he would be executed, hereby ensuring that article 3 of the ECHR is fully respected by all European authorities and notably, in this case, by the UK.

We also ask you to take action to avoid that similar situations do not happen in the future.

Regards,

  1. Marco CAPPATO, ALDE
  2. Marco PANNELLA, ALDE
  3. Sophie IN’T VELD, ALDE
  4. Jeanine HENNIS-PLASSCHAERT, ALDE
  5. Lilli GRUBER, PSE
  6. Sarah LUDFORD, ALDE
  7. Monica FRASSONI, GREEN/EFA
  8. Pasqualina NAPOLETANO, PSE
  9. John BOWIS, PPE
  10. Alain HUTCHINSON, PPE
  11. Els DE GROEN, GREEN/EFA
  12. Daniel DAIANU, ALDE
  13. Patrizia TOIA, ALDE
  14. Josu ORTUONDO LARREA, ALDE
  15. Jaroslav ZVERINA, EPP-ED
  16. Adeline HAZAN, PSE
  17. Adina Ioana VALEAN, ALDE
  18. Renate WEBER, ALDE
  19. Vittorio ANGNOLETTO, GUE/NGL
  20. Marie-Arlette CARLOTTI, PSE
  21. Luisa MORGANTINI, GUE/NGL
  22. Shakeh MELIKIAN, PSE
  23. Maria PETRE, EPP-ED
  24. Roberto MUSACCHIO, GUE/NGL
  25. Giusto CATANIA, GUE/NGL
  26. Vincenzo AITA, GUE/NGL
  27. Gabi ZIMMER, GUE/NGL
  28. Jean-Louis COTTIGNY, PSE
  29. Liz Lynne, ALDE
  30. Heide RUHLE, GREEN/EFA
  31. Ignasi GUARDANS, ALDE
  32. Struan STEVENSON, Vice-President of the EPP-ED Group
  33. Micheal CASHMAN, PSE
  34. Raul ROMEVA, GREEN/EFA
  35. Eldar MAMEDOV, PES
  36. Hélène FLAUTRE, GREEN/EFA
  37. Dimitris Papadimoulis GUE/NGL
  38. Robert NAVARRO, PSE
  39. Ana Maria GOMES, PSE
  40. Bernadette BOURZAI, PSE
  41. Alejo VIDAL-QUADRAS, EPP-ED
  42. Inger SEGELSTRÖM, PSE
  43. Luis YAÑEZ-BARNUEVO GARCÍA, PSE
  44. Stavros LAMBRINIDIS, PSE
  45. Cristian Silviu BUÞOI, ALDE
  46. Joost LAGENDIJK, GREEN/EFA
  47. Maria da Assunção ESTEVES, EPP-ED
  48. Frédérique RIES, ALDE
  49. Anna HEDH, PSE
  50. Fiona HALL, ALDE
  51. Stavros ARNAOUTAKIS, PSE
  52. Glenis WILLMOTT, PSE

Adozioni: La Convenzione europea apre alle coppie omosessuali.

Ecco in anteprima una sintesi dei lavori preparatori della nuova Convenzione europea sulle adozioni, che sarà votata dal Consiglio d’Europa a maggio.

(Vita) È in arrivo da Strasburgo la nuova Convenzione europea sull’adozione di minori, che apre le porte all’adozione da parte di coppie di fatto, coppie omosessuali, single. La presenteranno il 19 febbraio alcuni europarlamentari, insieme a Maud de Boer Buquicchio, vice segretario generale del Consiglio d’Europa.

La Convenzione sull’adozione è un documento approvato dal Concilio d’Europa nel 1967; nel 2002 si decise di aggiornarla e ora la nuova bozza dovrebbe essere firmata nel Comitato dei Ministri del 5-6 maggio. La Convenzione (testo del 1967) prevede esplicitamente che «tutti gli stati contraenti si impegnano a garantire la conformità delle loro legislazioni nazionali» con i principi espressi nella Convenzione.
Vita ha potuto vedere una sintesi dei lavori fatti per modificare la Convenzione ed è quindi in grado di anticiparvi le direttrici del cambiamento.

Perché si cambia
In Europa ci sono molte leggi sull’adozione nazionale e internazionale, ma non sempre queste leggi hanno come prospettiva l’interesse superiore del minore.
Molte clausole della Convenzione del 1967 sono superate.
Il vice segretario generale del Consiglio d’Europa e un certo numero di europarlamentari sono convinti della necessità di creare una procedura comune per l’adozione internazionale tra tutti gli Stati membri e di incoraggire l’adozione internazionale là dove non c’è una soluzione nazionale. Su questo punto hanno preparato una dichiarazione congiunta che sarà presentata alla stampa il 19 febbraio a Strasburgo.

I punti fondamentali
L’obiettivo della rivista Convenzione europea sulle adozioni di minori è armonizzare le leggi nazionali degli stati membri, dando delle regole minime per l’adozione. Gli standard previsti dalla nuova Convenzione vanno oltre quelli del 1962 e vogliono andare incontro alle nuove esigenze e essere in linea con la giurisprudenza della Corte Europea per i diritti umani (esempio citato esplicitamente E.B. vs France, quello con cui la Corte europea sanzionava la Francia per aver rifiutato l’adozione a una coppia omosessuale).

Ecco i punti più innovativi:

  • l’età dei genitori adottivi è abbassata a 30 anni.
  • è sempre richiesto il consenso all’adozione del minore da parte del padre: nella versione precedente questo consenso era richiesto solo da parte del padre sposato, quindi solo per figli nati all’interno di un matrimonio.
  • è necessario il consenso del minore, se è in grado di esprimerlo. Il minore ha il diritto di essere ascoltato nel processo ch decide del suo status legale e i suoi desideri devono essere presi in considerazione.
  • mentre la convenzione del 1967 limita l’adozione alle coppie eterosessuali sposate, obiettivo della revisione della Convenzione è quello di estendere l’adozione alle coppie eterosessuali non sposate ma registrate presso un registro delle unioni civili là dove questa istituzione è riconosciuta dalle leggi nazionali. Inoltre consente agli Stati che lo desiderano di estendere le adozioni alla coppie dello stesso sesso sposate o registrate, così come alle coppie omosessuali che vivono insieme in una convivenza stabile.
  • infine la Convenzione sottolinea il diritto del minore adottato a conoscere le proprie origini; questo diritto però va accordato con il diritto dei genitori biologici a rimanere anonimi.

Gay, Iran: Bene risoluzione parlamento europeo. Continua la raccolta delle firme per i due giovani gay condannati.

Gruppo Everyone: “ora Javier Solana chieda con coraggio la liberazione di Hamzeh e Loghman”.
Migliaia di firme alla petizione on line per salvare la vita ai due giovani iraniani arrestati per “lavat” e “mohareb”. Dopo l’approvazione della risoluzione del PE, everyone chiede maggiore coraggio all’europa.

(Liberoreporter) Il 31 gennaio 2008, anche come risposta alla “campagna per la vita in Iran” avviata dal Gruppo EveryOne, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sostenuta da PPE/DE, PSE, ALDE e UEN sulle questioni relative alle attività nucleari e ai diritti umani in Iran. Il Parlamento ha espresso la propria «profonda preoccupazione» circa il deterioramento della situazione dei diritti umani nel Paese, «specialmente dalle elezioni presidenziali del giugno 2005». Ha chiesto quindi alle autorità iraniane di garantire a tutte le persone il diritto di esercitare i propri diritti civili e le libertà politiche. Più in particolare, il Parlamento ha condannato fermamente le sentenze capitali e le esecuzioni in Iran, in particolare quelle eseguite contro minorenni, e ha sollecitato le autorità iraniane a rispettare le garanzie normative riconosciute a livello internazionale per i minori. Ha invitato inoltre l’Iran ad applicare la risoluzione adottata recentemente in sede ONU sulla moratoria a tutte le esecuzioni, nonché a eliminare, de jure e de facto, tutte le forme di tortura e le altre forme di trattamento e di pene crudeli, disumane e degradanti (tra cui la fustigazione e l’amputazione), a rispettare il diritto a un giusto processo e a cessare l’impunità per le violazioni dei diritti umani.
“Un’ottimo passo dell’Europa” dichiarano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau “ma è necessario fare di più. Ce lo impone la nostra coscienza civile, ce lo impongono le migliaia di vite in bilico per le decisioni di pochi fondamentalisti”.
Il Gruppo EveryOne chiede ufficialmente all’Alto Rappresentate per la politica estera e di sicurezza comune del PE, Javier Solana, di chiedere con coraggio ad Amadhinejad l’immediata scarcerazione di Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour, i due ragazzi di 18 e 19 anni arrestati il 23 gennaio scorso a Sardasht, nell’Azerbaijan iraniano, accusati di “mohareb” (nemici di Allah) e “lavat” (sodomia), reati per i quali è prevista l’impiccagione. “Le vite di Hamzeh e Loghman non valgono più di quelle delle migliaia di dissidenti, prigionieri politici, giornalisti, attivisti, donne e uomini innocenti attualmente sotto tortura nelle carceri iraniane” dicono Malini, Pegoraro e Picciau “ma la liberazione dei due giovanissimi, divenuti un simbolo in tutto il mondo, costituirebbe un passo fondamentale per l’inizio di un dialogo con le autorità iraniane sul tema dei diritti umani. L’Europa” conclude EveryOne “deve trovare il coraggio di porre delle condizioni importanti per il proseguo delle trattative internazionali”.
Continua, nel frattempo, la petizione su www.petitiononline.com/irangay – che per il momento ha avuto oltre 8.000 sottoscrittori da tutto il mondo –, lanciata da EveryOne per evitare l’esecuzione dei due ragazzi e chiedere un intervento ufficiale dell’Alto Commissariato per le Nazioni Unite Louise Arbour.

Gay: Frattini, Italia in ritardo su direttiva rifugiati.

(Asca) Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Malta, Olanda, Finlandia, Svezia e Portogallo non hanno ancora recepito la normativa europea che prevede di concedere lo status di rifugiato, in base all’orientamento sessuale. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Franco Frattini, rispondendo a una interrogazione presentata dagli eurodeputati Marco Cappato e Sophia Int Veld, dei liberaldemocratici. ”Mi auguro – ha scritto Frattini – che l’Italia trasponga la direttiva al piu’ presto e che lo faccia pienamente e correttamente, in particolare rispetto alle norme sull’orientamento sessuale”. Frattini spiega che i nove paesi che non hanno recepito la direttiva, hanno gia’ ricevuto un parere motivato nel luglio 2007. Che tradotto significa ”secondo richiamo” da parte della Commissione europea. Non dovessero adattarsi alle disposizioni dell’esecutivo comunitario ”in tempi utili”, la Commissione andra’ avanti. Fino alla Corte di giustizia europea.

Polonia, Radio Maria perderà le sovvenzioni europee a causa della sua omofobia e antisemitismo.

I contenuti razzisti sono all’ordine del giorno nei servizi dell’emittente che sostiene la Repubblica Omozigote Kasczinsky.

(Lamanicatagliata.com, via Tetu.com) Radio Maria perderà i finanziamenti dell’Unione Europa a causa delle violente campagne omofobe. Lo scrive il sito tetu.com. Sostenitrice della repubblica monozigote dei fratelli Kasczynski, a causa dei suoi contenuti razzisti, antisemiti e omofobi, prodotti con il denaro dell’Unione Europea che ha deciso di non versarli più. La giustitizia esiste.

Bassolino. Anzichè cacciato, premiato. Candidato alle europee 2009. Così il Pd libererà la Campania dal governatore.

(Massimo Ciccarello – è costiera) “Se n’adda i’”. Le urla dei napoletani contro Antonio Bassolino sembrano siano arrivate ai piani alti della politica romana.

La dirigenza nazionale del Partito democratico avrebbe chiesto al presidente della Campania di restare in carica giusto il tempo necessario a salvare la faccia ed uscire dall’emergenza rifiuti. In cambio di una sua rinuncia alla presidenza della Regione gli sarebbe stata offerta per il prossimo anno una candidatura al Parlamento europeo. Ne ha dato notizia Europa, il quotidiano dell’ex Margherita, in un articolo apparso il 10 gennaio e titolato significativamente “Bassolino, il tempo di andare a Strasburgo”.

Immagine troppo logora: per il Pd il governatore deve passare la mano” recita il sommario del pezzo, firmato da Gianni Del Vecchio, nel quale si parla di una decisione che “sembra ormai essere stata presa al loft“. “Il governatore ormai non è più difendibile – scrive l’articolista – troppo evidenti le sue colpe, troppo logora l’immagine sua e dei suoi uomini. Non più adatta insomma per interpretare la carica di novità che si addice ad un partito appena nato“.

Ovviamente non ci sono nè resoconti nè dichiarazioni ufficiali su questo “processo” a colui che l’elettorato campano, e non solo, considera artefice principale del disastro spazzatura. E’ quindi sempre possibile che, una volta superata la buriana, faccia comodo a tutti mantenere in vita l’amministrazione Bassolino. Anche perchè potrebbe non solo aprirsi una guerra intestina per la sua successione in Campania, ma pure sorgere il problema di fronteggiare le sue pretese di visibilità nazionale.

Però è significativo che ne abbia parlato il giornale la cui testata porta la dicitura “nel Partito Democratico“. E’ la prova evidente che persino per i suoi referenti romani l‘ex “compagno” del Pci è diventato una compagnia scottante, politicamente giunto al capolinea.

I leader del Pd cominciano a guardare oltre. Si discetta sulle chance del ministro Luigi Nicolais, ci si pone la questione delle aspirazioni del sindaco salernitano Vincenzo De Luca, si affronta il problema del patto di alternanza siglato con Ciriaco De Mita. E se nella discussione occorre riferirsi a Bassolino, i verbi vengono tutti declinati al passato.

Tuttavia se quella del governatore diventa un’agonia politica troppo lunga, può risultare molto dannosa a una regione già in grande difficoltà. Senza nemmeno poter contare su una solidarietà di facciata dai vertici del partito e dal governo, il presidente della Campania è isolato tanto a Roma quanto in Campania. Il che significa che quanto prima cominceranno a chiudersi i rubinetti dei finanziamenti, a cominciare da quelli europei.

L’amministrazione Bassolino riusciva a drenare fondi pubblici perchè questi venivano pompati all’interno di un meccanismo rodato, nel quale ogni sotto-apparato aveva accesso agli stanziamenti in maniera più o meno proporzionale al potere esercitato nel territorio. Il flusso di denaro pubblico distribuito in mille rivoli secondo un metodo scientifico, “ritornava” sotto forma di consenso verso il vertice del sistema. Ma se questo vertice adesso avanza verso la sua inevitabile scomparsa dalla scena, finquando non ce ne sarà uno nuovo che faccia da riferimento i grandi finanziamenti saranno giocoforza orientati verso destinazioni politicamente più affidabili, ed elettoralmente “remunerative”.
Solo un rapido crepuscolo di Bassolino può evitare alla Campania una lunga nottata.