Alessandro Cecchi Paone: "Voglio un uomo".

alessandro cecchi paone gossip (Gossipblog) Alessandro Cecchi Paone è gay. E questo si sa. L’ha detto lui. Ora torna sull’argomento e lo fa con il settimanale Tu:

“Credo di avere fatto coming out al momento giusto, ero pronto, avevo le risorse per affrontare le conseguenze. Dopo credo di essere diventato più simpatico, meno teso, leggero. Oggi ho più amici. La gente si fida, molti eterosessuali mi hanno avvicinato per dirmi che ero stato coraggioso

Cerco l’amore con convinzione, ma dedico troppo poco tempo alla vita privata. Potrei innamorarmi di una donna, perché no? Ma in questo momento sento l’esigenza di un uomo accanto a me. Voglio una storia seria e lunga, ma al sempre non credo”.

Allora Paone, sei gay o bisex? I miei amici gay non dicono che potrebbero innamorarsi di una donna. Chissà cosa gli passa nella testa al Paone. Quando il mio migliore amico (gay) l’ha visto in disco poteva chiederglielo. Avrei potuto dirvi qualcosa in più. Peccato.

Rivelazioni. Santo Versace: Gianni gay? Ebbe anche tante ragazze…

L’ultima me la presento’ nel 1972 poco dopo essere arrivato a Milano.
(Il Velino) L’ultima me la presento’ nel 1972 poco dopo essere arrivato a Milano. Era una donna bruna, bellissima. La incontrai alla residenza ‘Principessa Clotilde’, a quei tempi inferno e paradiso dell’amore. Gia’ allora, tuttavia, mi rendevo conto che mio fratello non si faceva problemi ad andare ‘sia a destra che a sinistra’à”. Queste le inedite rivelazioni del neo-deputato del Pdl, Santo Versace, interrogato da Klaus Davi sulle preferenze sessuali del fratello nell’ambito di un’intervista rilasciata per “KlausCondicio”, il primo contenitore di approfondimento politico in Rete, in onda su YouTube. Versace ha poi aggiunto: “Non mi e’ mai capitato con Gianni di parlare della sua omosessualita’. Per me e’ sempre stato un fatto naturale. Me ne resi conto da quando era ragazzino. Anche per i miei genitori non e’ mai stato un problema. Mio padre, anche se calabrese, era di idee molto liberali. Era molto avanti”.

GF8 sempre più hard. Gianfilippo bisex tra Roberto e Lina. La "prima volta" di Christine e Francesco: Sesso alla grande?. I video.

L’avevamo visto alle prese con Lina, o meglio avevamo visto Lina alle prese con Roberto, el “cummenda” della casa del Grande Fratello. Il voyerismo aveva ontagiato anche l’Ordine dei medici che ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Lina, iscritta all’Ordine, per violazione etica del “decoro”. Per fortuna che Roberto non è iscritto ad alcun ordine, perchè un ns lettore ci ha mandato questo video nel quale il suo rapporto con Gianfilippo è sempre più hot.


La “dichiarazione” di Gianfilippo a Roberto e viceversa…


Adesso è la volta di Christine e Francesco. Ecco il video della loro prima volta. Anche a rischio di affogaredi pettegolezzi, che però ci piace e costituisce un indispensabile ingrediente della vita e del nostro blog, ecco i video della serata:

Lui, lei e… l’altro. Il menage a trois del governatore gay torna a scuotere gli Usa.

L’ex Governatore Jim McGreevy, “l’amante” Teddy Pederson e Dina Matos McGreevy, la moglie.

Jim McGreevy si dimise nel 2004 dopo uno scandalo.
La consorte: «Non sapevo nulla, come la moglie di Spitzer». Ma l’ex amante del marito la smentisce: faceva sesso con noi.
(Alessandra Farkas – Il Corriere della Sera) La scorsa settimana, quando il governatore di New York Eliot Spitzer è stato costretto a dimettersi per essere stato «beccato» con una squillo, Dina Matos McGreevy si era appassionatamente schierata dalla parte della moglie «tradita» Selma Wall Spitzer. «Anch’io non avevo mai sospettato nulla», aveva ripetuto per giorni ai microfoni dei talk show l’ex moglie 42enne di Jim McGreevy, 50 anni, obbligato a rassegnare le dimissioni dalla carica di governatore del New Jersey nel 2004, dopo aver ammesso di essere gay e di avere assunto il proprio amante come consigliere speciale.

LA MOGLIE SAPEVA – Ma a confutare la sua tesi, adesso, è l’ex autista di entrambi, il 29enne Teddy Pedersen. «La signora mente quando dice che non sapeva che il marito fosse gay», rivela l’uomo. «Per anni abbiamo avuto un appassionato menage a trois: lei, Jim e io». Il nuovo scandalo a luci rosse è finito sulle prime pagine dei tabloid e sembra destinato a diventare la nuova ossessione d’America, ora che quello di Spitzer è rientrato nella sfera privata. «È frustrante ascoltarla chiamare Spitzer un ipocrita quando lei è la più ipocrita di tutti», tuona Pedersen in un’intervista al New York Post in cui rivela di essere stato per anni il «secondo uomo a letto tra Dina e Jim».

IN TRE IN UNA STANZA – Una relazione iniziata quando Jim e Dina erano ancora fidanzati e continuata anche dopo il loro matrimonio, nel 2000. «Sotto il naso del servizio di sicurezza di McGreevy», dice, «visto che negli alberghi dormivamo sempre in tre in una camera. La mia presenza era utile a entrambi», puntualizza, «ma necessaria per Jim». Nella sua autobiografia Silent Partner, partner silenziosa, la McGreevy afferma di non aver mai sospettato che il marito fosse gay. «Se l’avessi saputo non l’avrei mai sposato>, scrive, «e non avrei mai permesso a un uomo gay di essere il padre dei miei figli». La coppia, che ha una figlia di 6 anni, Jacqueline, è attualmente nel mezzo di un divorzio al vetriolo e non è da escludere che, in qualità di teste a favore dell’ex governatore, Pedersen si sia inventato tutto. Un ex funzionario del Partito democratico che conosce intimamente la coppia da anni, conferma al Post di avere «intuito l’esistenza di un intrigo tra Jim McGreevy e Pedersen». E la tresca tra loro tre? «Non ci credo proprio», replica. «Dina non è di certo la donna più intelligente del mondo, ma non credo che sia così stupida». «La notizia è completamente falsa», conferma la diretta interessata in un comunicato. Ma intanto talk show e comici della notte affilano le armi.

Bisessualità: per le donne non è una semplice fase di transizione.

Nella foto Madonna e Britney Spears.
(Paola Pagliaro – Medicina live) La bisessualità nelle donne sembra essere un distintivo orientamento sessuale e non una fase transitoria o sperimentale che alcune donne adottano nel loro percorso verso il lesbismo. O perlomeno questo sembra evincersi dai dati raccolti nella ricerca pubblicata dalla American Psychological Association.

Lo studio, effettuato su un campione di 79 donne non più eterosessuali da almeno 10 anni, ha rilevato che le donne bisessuali mantenevano un andamento stabile di attrazione per entrambi i sessi. Inoltre, la ricerca sembra aver rovesciato lo stereotipo che le donne bisessuali siano disinteressate o incapaci di impegnarsi a lungo termine in delle relazioni di tipo monogamico.

Questa ricerca fornisce il primo esame empirico per formulare ipotesi circa la natura della bisessualità, intesa come un marchio di identità sessuale e come un modello di non esclusiva attrazione sessuale e di comportamento“, scrive la psicologa Lisa M. Diamond, psicologa della Università di Utah che ha condotto lo studio. “I risultati dimostrano una notevole fluidità delle attrazioni delle donne lesbiche verso un orientamento bisessuale, e contribuisce inoltre ad aiutare i ricercatori nella comprensione della complessità delle minoranze con comportamento sessuale che va oltre il ciclo di vita“.

Diamond ha utilizzato il metodo dell’intervista svoltasi in cicli di cinque sedute e ha raccolto i dati da 79 donne che si dichiaravano lesbiche e/o bisessuali da almeno un decennio.
L’età dei soggetti sottoposti al test variava tra i 18 ed i 25 anni. Ecco i principali risultati ottenuti dall’indagine della dottoressa Diamond:

  • Le bisessuali avevano più probabilità delle lesbiche di cambiare la loro identità nel corso dello studio, ma avevano la tendenza a passare da un’identità bisessuale ad una non definita, piuttosto che a risolvere in lesbiche o eterosessuali.
  • Il 17% degli intervistati è passato da una bisessuale o eterosessuale ad un’identità non definita durante lo studio ma più della metà di queste donne è commutata al bisessuale o non definita entro la fine.
  • Nei dieci anni sotto inchiesta la maggior parte delle donne erano state coinvolte in rapporti a lunga durata (ad esempio, più di un anno) di tipo monogamico: il 70% delle auto-identificate lesbiche, l’89% delle bisessuali, l’85% delle donne eterosessuali e il 67% delle non etichettate, entrate poi a far parte della schiera delle eterosessuali.
  • Il 15% delle donne che si sono identificate come lesbiche, all’ultimo seduta di colloqui hanno riferito di aver avuto contatti sessuali con un uomo, nel corso degli ultimi due anni.
    Al contrario, nessuna delle donne che si erano riconosciute nell‘eterosessuale ha riferito di aver avuto contatti sessuali con una donna, nei due anni precedenti.

Questo fornisce un ulteriore sostegno per l’idea che la sessualità femminile è relativamente fluida e mutevole, e che la distinzione tra le donne lesbiche e bisessuali non è una classificazione rigida bensì flessibile e suscettibile di cambiamenti”, ha dichiarato nelle sue conclusioni la Diamond.

Roger Garth, un top model bisex.

(River-blog) Le sfilate romane stanno passando quasi inosservate: la moda, a Roma, non è di moda. Ieri, però, uno spunto originale è arrivato da Roger Garth.

River, molti mesi fa, aveva avuto la possibilità di parlarci, e già in quell’occasione il ragazzo si definiva tranquillamente bisessuale.
Secondo gossip malevoli – che qui non si avallano – avrebbe avuto una relazione con Eros Ramazzotti. Non dichiara mai la sua età: “20 anni circa“, si limita a dire. E’ fiero di essere l’unico top model uomo. “Da piccolo mi prendevano in giro per il mio viso da bambina. Ho sofferto tanto ma ho fatto del mio punto debole un punto di forza. E oggi sono richiesto da tutte le griffe“.
A Roma ha sfilato per il designer Gianni de Benedittis By Futuroremoto.

Non ha problemi a parlare della sua sessualità: ”Sono uomo a tutti gli effetti, vestito solo di uno slip minimalista e di una corazza di plastica trasparente. Non voglio diventare donna, ma sono bisex, e a letto mi porto uomini e donne“. Inspiegabilmente, si batterebbe ”più per l’adozione di bambini da parte dei gay, che per il matrimonio“. E una stoccata ai nostri politici: “Basta con questa sindrome da family day. Sapessi quanti politici conosco che fanno gli etero, e poi…”.

Esulta l’Arcigay (per la dichiarazione di bisessualità – peraltro roba vecchia): “Speriamo che anche molti altri nel mondo dello spettacolo seguano il suo esempio, facendo capire che essere omosessuali, lesbiche, bisessuali e trans è naturale. Chiederemo a Roger di raccontare agli studenti, come un giovane come lui ha vissuto la sua bisessualità nella sua scuola a Roma, e quali reazioni ha riscontrato“.

Roger Garth Myspace

Poliamor. Nuova battaglia di civiltà?

(Innoxius) Che dire, temo che anche questo cosiddetto poliamor finirà per diventare agli occhi delle sette ego-libertarie una battaglia di libertà, di civiltà e di laicità. Certo, occorrerà pure che lo Stato assistenzialista legalizzi questo nuovo stravagante avanzamento della società, che faccia diventare normale questa “naturale” tendenza, no? Che vogliamo fare altrimenti, i soliti oscurantisti retrogradi indottrinati dal clero cattolico che fanno rimanere l’Italia indietro rispetto a cotanto progresso? E come potrebbe chiamarsi un eventuale tipo di contratto per queste nuove convivenze, Pams (patto multiplo di solidarietà)?

Non c’è niente da fare, è la sconfitta dell’etica, dell’etica umana, prima di qualunque etica religiosa. Spero che gli amici libertari riescano a capirlo: si sta andando alla legalizzazione di qualunque trasgressione, ben sapendo che accettata una trasgressione, ne nascerà un’altra. E’ così che va in pezzi, per esempio (e non ditemi che non c’è un nesso logico perché c’è eccome), la scuola italiana, con questa incontrollata trasgressione del bullismo, per giunta pubblicizzata in diretta dagli schermi di You Tube. E, c’è da crederci, finiremo con la distruzione della società, dell’ordine, del kosmos, per finire in un totale caos. Manca soltanto che si dia il via anche qui, come già fatto nei Paesi Bassi, al partito dei pedofili; ma magari diranno che l’hanno fatto anche per la causa di qualche sacerdote, così con la mazziata ci becchiamo pure la beffa…

Spagna. Si diffonde il "Poliamor", il triangolo ma con sentimento.

Da Barcellona alle Canarie, un nuovo modello di convivenza.

(Apcom) – Il governo di Josè Luis Zapatero, sempre all’avanguardia nell’ampliare i diritti civili degli spagnoli, ancora non ha legiferato in merito, e forse non lo farà mai: ma il movimento del ‘poliamor’ (più partner allo stesso tempo) sta guadagnando nuovi adepti in Spagna, a partire da Barcellona, già in passato apripista in tema di diritti come le unioni civili dei gay. Al punto che il quotidiano spagnolo ‘Publico’ dedica oggi a questo stile di vita un’ampia inchiesta.

Le pratiche poliamorose nascono nella California degli anni ’60, insieme al movimento hippie, ma il termine ‘Poliamor’ non appare negli Usa fino agli anni ’90, e si tinge di sfumature filosofico-religiose di stile ‘new age’. In Spagna ancora no: l’esempio è quello che un tempo si sarebbe chiamato un ‘menàge a trois’: Juliette Sigfried e Roland Combes, statunitense lei e britannico lui, entrambi di 40 anni e sposati da 10, e Laurel Avery, anche lei americana, di 32 anni, convivono in un appartamento nel centro storico della capitale catalana.

La loro, affermano orgogliosamente i tre, non è una relazione solo sessuale: a letto si va solo in coppia, e a turno. Ci sono di mezzo anche i sentimenti, e – perché no? – anche il sociale: Juliette coordina un gruppo di internauti poliamorosi, riunioni e incontri a cui sempre più barcellonesi sembrano interessarsi. “La norma di base è l’onestà, il resto è molto aperto”, chiarisce Roland, secondo cui il governo dovrebbe appoggiare questo tipo di unioni. E quanto ai figli, se nel loro caso non ce ne sono, in altri invece sì: l’importante è sottoscrivere patti chiari e alla fine avere bambini “solo in due significa troppo lavoro”, spiega sempre Juliette.

Ma in Spagna non è solo l’ambiente cosmopolita e pieno di ‘expat’ di Barcellona a riconoscersi in questo nuovo costume: e se quelli ‘dichiarati’ sono appena mezzo migliaio, i ‘poliamorosi’ semi-calndestini sono “molti di più”. Almeno a sentire Ana, madrilena di 42 anni, medico di professione, che preferisce un nome inventato come pure suo marito Juan, disegnatore grafico, secondo cui “la maggior parte delle coppie monogame si mentono, non dicono quello che fanno”.

Per favorire la presa di coscienza del nuovo gruppo sociale, la modella Lilian Kimberly Jeronimo, originaria delle isole Canarie, ha deciso di mettere il suo volto al servizio della causa: nel suo caso c’è un ‘partner primario’ da quattro anni, uno secondario da un anno, e due ‘amici speciali’ con cui c’è “amicizia profonda e sincera che può anche andare oltre”.

Se il governo tarderà a disciplinare queste nuove unioni, dagli Stati Uniti arrivano alcune regole di base – flessibili – per queste convivenze libere e allargate: onestà, integrità personale e indipendenza come valori di fondo; separazione totale dei beni materiali, possibilmente con contratto; accordi nero su bianco per quanto riguarda i figli e tutto ciò che li concerne. E infine, se possibile, preservativo e analisi frequenti, misure grazie alle quali, assicurano i poliamorosi, il rischio di contrarre malattie ‘veneree’ è molto più basso che nelle coppie…

il futuro e’ donna e gay…

(Forzapaddick) La campagna elettorale tra 250000 anni sara’ molto interessante… a parte le possibili discussioni sui rincari dei prezzi delle case al polo nord e sulla luna, gli unici posti dove verosimilmente la temperatura sara’ ancora sopportabile, un altro tema la fara’ da padrone…tutto sommato piu’ avvincente del premierato forte… “ha ancora senso tenere in vita il genere maschile?” questo si chiederanno verosimilmente le coalizioni politiche del futuro… e dato che a quelle elezioni il sesso maschile si presentera’ probabilmente in minoranza nell’elettorato, c’e’ poco da stare allegri per i maschi del futuro…

No, stavolta non sono panorama e l’espresso ad interrogarsi sulla crisi del maschio… e’ il professor Bryan Sykes, docente di gentica umana all’Universita’ di Oxford, ad interrogarsi sulla possibile futura estinzione del maschio, nel suo ultimo libro dal titolo significativo di “La maledizione di Abramo”, edito da Bantam Press. il problema e’ questo a quanto pare: il cromosoma Y, quello che contiene il magico pulsante che blocca lo sviluppo automatico dell’embrione in bambine di sesso femminile, e’ in grossa crisi da qualche milionata di anni…questo cromosoma e’ trasmesso solamente per via maschile, dal padre al figio maschio, ed e’ completamente assente nel sesso femminile. da quando si e’ fatto carico, qualche milione di anni fa, di questa rottura di scatole di far diventare uomini embrioni destinati ad essere donne, ha progressivamente perduto una quantita’ enorme di utili geni che un tempo conteneva, e adesso gliene rimangono solo 27. questo perche’ e’ l’unico cromosoma che e’ permanentemente racchiuso nelle cellule germinali del maschio, dove e’ piu’ facile che si verifichi una sua mutazione al momento della trasmissione del patrimonio genetico dal padre al figlio. queste mutazioni del cromosoma Y disattivano geni idispensabili, e sono soprattutto all’origine del 25% dei casi di infertilita’ maschile. questa continua mutazione cui e’ esposto il cromosoma non sembra probabile che si arresti tutto d’un colpo, al contrario sembra destinata ad accelerare. il che significa che in un futuro non cosi’ lontano le mutazioni del cromosoma Y ed il suo progressivo impoverimento di geni sono destinate a ridurre costantemente la fertilita’ maschile. calcola il professor Sykes che tra 125000 anni la fertilita’ maschile potrebbe essere ridotta all’1% del livello attuale. che significa in pratica l’estinzione del cromosoma Y, del sesso maschile, e di conseguenza, uno si immagina, del genere umano.

Non necessariamente del genere umano, afferma il professor Sykes. esistono 2 modi per impedire che il lento impoverimento del cromosoma Y porti all’estinzione dell’intera specie umana. il primo prevede il mantenimento in vita del genere maschile. basterebbe trasferire il in un’altro cromosoma dei 27 geni nel cromosoma Y indispensabili per avere un maschio che “funzioni bene” nella riproduzione. esistono dei roditori del caucaso in cui l’evoluzione ha portato naturalmente a questo trasferimento di geni, e questo ha salvato i roditori maschi dall’estinzione e l’intera specie. ma esiste una seconda soluzione, per molti versi piu’ semplice e ovvia: sbarazzarsi del genere maschile e continuare la specie senza. e’ possibile? in linea teorica si. non esiste infatti alcuna ragione di principio per cui una bambina di sesso femminile non possa nascere dall’incontro di 2 ovuli invece che da quello di un ovulo con lo sperma. al momento non e’ancora possibile, ma niente impedisce di pensare che non si possa iniettare il nucleo di un ovulo invece che di una cellula spermatica in un secondo ovulo. si otterrebbe cosi’ una bimba perfettamente normale, che non sarebbe un clone perche’ ha il patrimonio genetico di entrambe le madri, e che sarebbe capace come ogni bambina dei nostri giorni di avere bambini con uomini, almeno finche’ questi sono ancora in circolazione, o altrimenti farsi impiantare il patrimonio genetico di una seconda madre… e’ questo desiderabile? chi lo sa… magari i nostri pronipoti faranno un bel referendum democratico e decideranno se tenere in vita ancora il maschio… il problema e’ che i maschi saranno a quel punto molto probabilmente in minoranza nella popolazione mondiale…

Percio’ e’ meglio che il genere maschile inizi fin d’ora a rendersi un po’ meno indesiderabile con quello femminile e con la specie umana… ne va dellla sua stessa sopravvivenza…

Zeffirelli: «Onassis tentò di sedurmi». «Usava la fama della cantante per i suoi affari».

La rivelazione del regista: «L’armatore greco non amava Maria Callas. Era un bisessuale di comodo».

(Il Corriere della Sera) Rivelazione choc di Franco Zeffirelli su Aristotele Onassis. L’armatore greco «era un bisessuale di comodo» e non amava Maria Callas, racconta il grande regista, da poco insignito del premio Leonardo alla carriera, in un’intervista rilasciata a Diva e Donna e che sarà in edicola mercoledì. Parlando di tutte le donne della sua vita, delle sue «grandi amiche», Zeffirelli dedica ampio spazio al soprano greco. «Una donna mai amata – rivela il cineasta – tanto meno da Onassis che usava la fama di lei per i suoi affari e che tentò pure di sedurmi, anche se pochi sanno della sua bisessualità di comodo».

LE ALTRE «GRANDI AMICHE» – Nell’intervista che sarà pubblicata sul settimanale diretto da Silvana Giacobini, Zeffirelli parla anche di Anna Magnani ricordata come «una dura dai difetti tremendi come tutti quelli che hanno fatto fatica ad arrivare». Di Liz Taylor il regista italiano dice che «è sempre stata, e lo è tuttora, di una bontà permanente, mentre Bette Davis era una brutta bella che attraverso l’intelligenza – chiude Zeffirelli – acquisiva talmente tanto fascino da offuscare le bellissime di Hollywood».