Fiorello e Baldini al Gay Pride. "Alemanno, festeggia con noi".

I due conduttori pronti a salire su uno dei carri e, dopo le parole del nuovo sindaco di Roma, esprimono solidarietà agli omosessuali. Poi trasformano ‘Ymca’ in “Alemanno tu dimmi perché/ Non possiamo sfilare io te/ Forza dai scendi giù/ Con la giacca e il tutù”.

(Quotidiano.net) Fiorello e Marco Baldini pronti a scendere il piazza per il Gay Pride. I I due conduttori di ‘Viva Radio 2’ lo hanno annunciato nel corso dell’odienza trasmissione radiofonica, promettendo di salire su uno dei carri che sfileranno se il nuovo cd del programma raggiungerà la vetta della hit parade.

Dopo le dichiarazioni del nuovo sindaco di Roma, i due conduttori, solidali con gli omosessuali, hanno esortato Gianni Alemanno a scendere in piazza per partecipare alla manifestazione. E per farlo hanno cantato sulla musica della canzone-simbolo ‘Ymca’ dei Village People: ”Gonne tacchi a spillo e lame’/ Piume reggiseno e gilet/ Metto tutto insieme perche’/ Vado al gay pride gay pride gay pride. Scendo/ giù per strada con te/ Mano nella mano perche’/ Sento tanto amore per te/ Che ti chiami Gianni Gianni”.

E il ritornello: ”Alemanno tu dimmi perché/ Non possiamo sfilare io te/ Forza dai scendi giù/ Con la giacca e il tutù/ Ed il tricolore. Non lo vedi che maschio che sei/ Tu non sai quanto piaci a noi gay/ Se festeggi con noi/ Stai sicuro che poi/ Dopo ti rifai le tette”. E ancora: ”Gianni dai non dire di no/ Certo hai paura però/ Guarda se tu sfili al gay pride/ Che consensi prenderai/ Bossi sì ti spara lo so/ Silvio ti s’infuria lo so/ Fini ti direbbe di no/ Calderoli invece sviene…”.

In chiusura di puntata scambio di battute con Pippo Baudo al telefono. Invitato anche lui al Gay pride, il presentatore si è defilato ricordando che il 7 giugno è anche il suo compleanno. Poi Fiorello lo ha stuzzicato sul Festival di Sanremo: ”Pippo, non dirmi che il prossimo anno non ti vedremo in tv… Sanremo no, vero?”. E Pippo: ”Lo presenterà uno che inizia con la ‘B’ ma non è Berlusconi nè Bertinotti…”.

Festini a base di sesso e cocaina per Cacioppo che è sempre più nei guai.


Si complica la situazione del noto attore cabarettista di Zelig, Giovanni Cacioppo, indagato dalla Procura di Fermo per l’accusa di spaccio di stupefacenti e cessione di cocaina a minori in cambio di prestazioni sessuali.

(Fabio Castori – Il resto del carlino) Si complica la situazione del noto attore cabarettista di Zelig, Giovanni Cacioppo, indagato dalla Procura di Fermo per l’accusa di spaccio di stupefacenti e cessione di cocaina a minori in cambio di prestazioni sessuali. Il sostituto procuratore Luigi Ortenzi, che coordina l’inchiesta, ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini a tutte le persone coinvolte e per Cacioppo, oltre alle precedenti accuse di spaccio, si è aggiunta l’aggravante di aver ceduto stupefacenti a minori in cambio di prestazioni sessuali.

A questo punto, per il comico siciliano, si avvicinano sempre più il rinvio a giudizio e il conseguente processo. Cacioppo era finito da circa un anno nel mirino della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno a seguito di un’indagine su un vasto traffico di droga e di festini a base di sesso e cocaina, che si consumavano a casa di alcuni insospettabili fermani. Il nome di Cacioppo era spuntato nel corso delle intercettazioni telefoniche effettuate dagli uomini delle Fiamme Gialle.

Gli investigatori, da una telefonata in particolare, avevano individuato alcune delle persone presenti a un festino consumatosi in un appartamento di Fermo. Tra queste anche una ragazza minorenne che, interrogata dagli investigatori, avrebbe raccontato di avere ricevuto cocaina proprio da Cacioppo. In mano agli inquirenti ci sarebbero anche altre testimonianze che inchioderebbero il cabarettista.

L’indagine, nella quale è rimasto invischiato il noto personaggio dello spettacolo, vede coinvolto un giro di insospettabili, del quale farebbero parte un centinaio di persone tra fermani, sangiorgesi e altri volti noti provenienti anche dalle province limitrofe. Alcuni di loro, come Cacioppo, sarebbero accusati di istigazione alla prostituzione e spaccio di stupefacenti con l’aggravante della richiesta di prestazioni sessuali.

L’inchiesta era nata da una costola di un’importante operazione antidroga messa a segno dalla Guardia di Finanza nel settembre del 2006, che aveva fatto emergere un giro di prostituzione anomala, in cui erano state coinvolte decine di ragazze, che offrivano prestazioni sessuali solo ed esclusivamente in cambio di cocaina. A tirare i fili di questo raccapricciante teatrino, secondo gli inquirenti, sarebbero professionisti e noti imprenditori.

Gli elementi raccolti fino ad oggi nel corso delle indagini sarebbero supportati da un fiume di intercettazioni telefoniche, che non lascerebbero dubbi su quanto accadeva in determinati ambienti esclusivi dove, oltre alle storie di sesso, si consumavano anche quelle legate a importanti quantitativi di cocaina che venivano ceduti in occasione dei festini.

La Santanchè e la destra del fare non prevedono unioni civili. Meglio la Cortellesi, più vera di quella vera.

(Diacoblog) Giochiamo, e pensiamo per un attimo che la Santanchè diventi il prossimo Presidente del Consiglio.
Le prime tre cose da fare?

“Prima cosa bisogna intervenire sul mutuo per la casa, poi cacciare a calci nel sedere i clandestini irregolari e terzo occuparsi del controllo dei prezzi”.
Ai gay che voteranno per lei cosa propone?
“Sono disponibile a difendere i loro diritti individuali, ma nessun pacs e nessun dico, sia chiaro”
C’è un accordo sottobanco con il Cavaliere?
“Nessun accordo con Berlusconi. Prima voglio vincere le elezioni e superare il 4%, poi mi siedo al tavolo con lui. Ma, lo scriva, con pari dignità”.
Idee per contrastare la logica della Casta?
“Proporrò che lo stipendio dei parlamentari sia equiparato a quello dello stipendio medio degli italiani: 1.200 euro al mese. Del resto è evidente che il 50% dei parlamentari se non facesse politica avrebbe molto difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro”.

Fullin a Genova con il suo libro. "I gay vogliono far ridere".

‘Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna’ è l’ultimo libro del comico scrittore. Sabato 15 Michele Serrano lo presenta alla Fnac.

«Entrare nel mondo gay è l’esperienza più divertente che si può fare durante la prima settimana e la più noiosa per il resto della vita».

Alessandro Fullin

Alessandro Fullin, il comico divenuto celebre in tv come l’inventore del Tuscolano, sarà a Genova sabato 15 marzo 2008 alla Libreria Fnac (ore 18.00), per presentare il suo ultimo libro: Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna (Mondadori). Accanto a lui Michele Serrano, che commenta: «Per uno come me che non crede all’omosessualità (esiste solo la sessualità! Ognuno ha la sua), e che rifiuta i ruoli dovuti all’appartenenza di genere è un leggero smacco constare che la Mondadori mi chiama solo per presentare libri di contenuto omosessuale! Ma sono felice di conoscere Fullin e coglierò l’occasione per togliermi qualche sassolino dalla scarpa».

Con queste premesse l’incontro di sabato non rischia di diventare una presentazione alla Alain Elkan: quella famosa televisione non urlata, ma con un pubblico che sbadiglia di nascosto e lotta contro un colpo sonno tanto improvviso quanto fatale. È finita l’era di Philadelphia e Brokeback Mountain, ora più che di fare pena i gay hanno voglia di far ridere e ridere di sé, il libro del comico triestino ne è una testimonianza.
Una serie di ritratti paradossali, una sfilata irresistibile di tic e vizietti sui quali l’autore invita sorridere e fare spallucce piuttosto che deprimersi nell’impossibilità di aderire ad un modello di maschio virile che forse (a sentire le donne) non esiste nemmeno.

«Perché si diventa omosessuali è ignoto. La scienza sta ancora interrogandosi se il merito va alla mamma, all’ipotalamo, ai geni con le loro lampade o alla visione integrale di tutte le puntate di Milleluci. Tra tanti fattori a me piace sceglierne uno: il desiderio di diventare la reginetta del ballo».
Alessandro Fullin

Alessandro Fullin spiega in un libro come fidanzarsi con un uomo (e senza il disturbo di essere donna…).

“(…) Innanzi tutto, il matrimonio è una questione di stile.
Se non potete eguagliare i miei amici della Scozia, chehanno mandato un invito in confronto al quale quello di Carlo e Diana sembrava comprato da Buffetti, sentitevi almeno un po’ famiglia reale. E fate le cose con un certo bon ton (quanto odio questa espressione).
Il che non significa scopiazzare le regole che una nota conduttrice televisiva ha dato alle stampe al fine di sollevare il livello dei propri ascoltatori, imbarbariti dai suoi stessi programmi. Bensì procedere con ordine.

Intanto, cari lettori, se non siete riusciti a dichiarare il vostro amore sui gradini di un castello gotico e avete saltato i preamboli finendo avvinghiati in una dark room prima ancora di esservi presentati, c’è sempre modo di recuperare. Un tardivo corteggiamento lascerà forse basito il vostro fidanzato, ma non sarà inappropriato. Ed è sicuramente necessario. Ricordate che non volete sposarlo per ottenere la cittadinanza inglese – o almeno non solo. Allora date libero sfogo alla Candy Candy murata sotto il cinismo urbano! E siccome siete omosessuali, quindi creativi, l’originalità è di rigore. Al mazzo di rose rosse accompagnato da un astuccio blu della migliore gioielleria della città preferite, a sorpresa, un mazzo di astucci corredato da un solo, evocativo petalo rosso. Invece di un viaggio sull’aereo privato per raggiungere la Scala, palco reale, con dichiarazione sulle note finali dell’aria del “Vincerò”, stupitelo con una visita ai box della Ferrari durante le prove del Gran Premio di Monza. E quando vi chiederà: “Sei diventato completamente pazzo?”, rispondete: “Sì, pazzo d’amore”. Il risultato finale dipende un po’ da voi: comunque giocatevela come dei virili guerrieri, o in mancanza d’ispirazione, almeno come delle intrepide amazzoni.

Per esempio, volete ignorare che c’è un giorno dedicato agli innamorati? Solo i cuori di pietra, lasciati settecento volte e sempre sul più bello, possono dichiararsi insensibili a un invito a cena per San Valentino. Quindi, se quella sera decideste di stappare lo champagne millésimé e fargli trovare l’anello sul fondo del flute, rendete il momento ancora più memorabile regalando un simpatico gattino rosa fumé, o una coppietta di pappagallini inseparabili nei toni della sua tappezzeria, recapitati al tavolo da un cameriere in livrea e sotto una coppa d’argento.
Qualora il fidanzato sopportasse tutto ciò senza saltare sul primo aereo per Timbuctu, avrete
buone probabilità di restare insieme per il resto della vita. Diversamente, almeno c’avete provato. E alla grande! Perchè siete ragazzi moderni, certo, ma vi piace fare le cose un po’ all’antica. Vi piace l’idea del corredo nuziale, del servizio di porcellane di Limoges, della cristalleria Baccarat, del set di dildo in silicone smaltato.
Cosa c’è di male ad acquistare ai saldi quei cliché culturali vintage che avete sempre lasciato alle coppie eterosessuali (e di cui loro, oggidì, volentieri si disfano)? La maggior parte degli amici gay penserà che siete fuori, perchè in fondo giocano al ribasso e si accontentano di storie che durano meno di un trailer.
Voi avete scritto il film per intero. E siete decisi a girarlo. (…)”

Federico Chiara.

Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna
di Alessandro Fullin
Con postfazione di Federico Chiara.
Mondadori Editore (euro 14.00)

Aborto, Scintille tra Giuliano Ferrara e Luciana Littizzetto.

Casini: «Commissione su legge 194». Il leader Udc: indagare sulla inattuazione di alcune parti della legge, ma il testo non va messo in discussione.
(Il Corriere della Sera) Non si vuole mettere in discussione la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, ma veder chiaro sulla sua effettiva applicazione. L’aborto è uno dei temi «caldi» della campagna elettorale appena cominciata ed è Casini a lanciare la palla dalla trasmissione «Porta a porta». Il leader dell’Udc annuncia che intende proporre una commissione d’inchiesta sulla legge 194 per indagare sulla inattuazione di alcune parti della legge. Quanto alla lista pro-life di Giuliano Ferrara, Casini commenta: «È una testimonianza bella quella di Ferrara sull’aborto, però non credo sia possibile amministrare un Paese parlando solo di aborto».

FINI SU FERRARA – Dubbi sull’iniziativa del direttore del Foglio arrivano anche dal leader di An, Gianfranco Fini, intervistato da Maurizio Belpietro a «Panorama del giorno». «Personalmente ho molti dubbi sull’opportunità di una lista collegata a una battaglia pur sacrosanta come è quella per la vita e contro l’aborto. Ma fatta questa premessa, quello che decide Ferrara non dipende da me». Fini ribadisce dunque il suo giudizio positivo sulla 194: «Sono convintamente antiabortista ma – sottolinea il leader di An -, sono convinto che l’aborto è un dramma che colpisce tutte le donne e la 194 è una legge equilibrata che va fatta rispettare, anche nella parte relativa alla prevenzione». In serata al Tg1 torna a bocciare la lista pro-life: «Mi auguro che Ferrara desista dal presentare una lista autonoma» impegnata nella battaglia contro l’aborto.

FAZIO-LITTIZZETTO – Ferrara dal canto suo affila le armi e se la prende con Luciana Littizzetto e Fabio Fazio. «Sono la regina e il re del buonumore serale televisivo, specie la domenica. Siccome hanno molta grazia, consiglio loro di informarsi meglio su quel che è successo a Napoli, al Nuovo Policlinico. Lì è stato abortito, cioè ucciso, un bambino di ventuno settimane, e solo perché malato di una sindrome comune e curabile, la sindrome di Klinefelter. Questa è l’unica notizia sicura» attacca Ferrara, prendendo di mira uno dei punti del dialogo tra Littizzetto e Fazio nel corso di «Che tempo che fa», la trasmissione di Raitre. Littizzetto parlando del film «Caos calmo» e dell’accusa da parte del Vaticano di «svilimento della figura femminile» in relazione alla scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari, aveva detto che si tratta di un finto scandalo e che ciò che è davvero preoccupante è quanto accaduto al Policlinico di Napoli.

«VOLGARE» – «Hanno detto che la scena è volgare e distruttiva, che si fa male all’immagine della donna. Ma io non mi sento svilita, quello che mi fa stare male è sentire che la polizia fa irruzione in un ospedale a Napoli e interroga una donna ricoverata» aveva detto Littizzetto. «Per le modalità dell’accertamento ci sono diverse versioni – aggiunge Ferrara -. La prima, diffusa dai giornali e allarmistica per il diritto alla riservatezza di una paziente, si è rivelata una clamorosa montatura. Non credo che Fazio e la Littizzetto siano moralmente indifferenti di fronte al maltrattamento della vita umana. Allora perché cascare in questa trappola ideologica e sembrare moralmente indifferenti?. Quando vogliono, sono disposto a parlarne con loro. In privato o in pubblico».

Torna Colorado da stasera su Italia1.

Colorado(Tvblog) Rossella Brescia e Beppe Braida, con la collaborazione di Giovanni Cacioppo e de I fichi d’India, tornano su Italia1 con una nuova edizione di Colorado. Dopo il successo della scorsa edizione, il varietà comico sarà nuovamente in onda da stasera in prima serata per 10 settimane, con vecchie glorie e nuovi spunti comici e momenti di intrattenimento sempre più attuali, rivolti soprattutto al pubblico giovane.

Realizzato dalla Colorado Film e dalla 3zero2, con gli storici curatori, Diego Abatantuono, Piero Crispino e Maurizio Totti, e con una squadra di autori, coordinati anche quest’anno da Cesare Vodani, Colorado torna dopo due mesi di scouting negli storici locali milanesi, il Barrio’s e la Salumeria della Musica, presentando anche volti inediti del panorama cabarettistico italiano.

Come dicevamo, la conduttrice storica del programma, Raffaella Brescia, sarà per il secondo anno accompagnata dall’ex Zelig Beppe Braida. Non mancheranno le incursioni dell’irresistibile Giovanni Cacioppo che, otre a recitare i suoi monologhi, proporrà dei collegamenti con gli studi televisivi del suo canale privato “Cacioppo Channel” e de I Fichi d’india, che svestiti i panni del Gatto e la Volpe, vestiranno stavolta quelli di Shrek e Fiona e di due giocatori del Crotone Calcio.

Ad arricchire lo show nuovi volti femminili pronti a fornire uno sguardo “rosa”, spesso poco convenzionale: tornerà Rita Pelusio che vestirà tra gli altri anche i panni di Adelina Perez, domestica di Letizia Moratti, e arriverà Laura Magni, la shopper milanese che si aggira tra i negozi di Montenapoleone. Sarà a cura di una donna anche la musica che accompagnerà il programma: non più una band sul palco, ma un d.j. set, presentato da DJ Ylenia.

Piccole evoluzioni subiranno anche i personaggi, interpretati dagli storici protagonisti di Colorado: i Turbolenti interpreteranno a modo loro i più noti giochi della Playstation e i nuovi idoli dello sport, i giocatori di rugby; Michelangelo Pulci e Alessandro Bianchi presenteranno invece i loro “mostri tv”, da Belpietro al giudice Santi Licheri di Forum. Ci saranno inoltre i liguri Andrea Ceccon, Fabrizio Casalino ed Enrique Balbontin, il trio Pino & gli Anticorpi, Omar Fantini con i suoi riferimenti agli anni ’80, il vecchietto supergiovane, Pucci, Dario Cassini, il musicologo napoletano Carmine Faraco, il trio Ditelo Voi, la nota rassegna stampa a cura di Maurizio Battista, e Marco Milano, per uno spazio surreale tutto dedicato al pubblico dei giovanissimi.

Reduci dal successo della scorsa stagione, ci saranno ancora: Pozzoli & De Angelis e il loro sempre piu’ paradossale “..certo, certo!”; Giampiero Perone, che abbandonati i panni di Bill Gates indossa quelli a lui “meno” congeniali di Romeo Pastura, maestro di seduzione; Marco Bazzoni con la sua evoluzione di Baz, lettore cd vivente; Antonio Giuliani e Gianluca Belardi; Paolo Casiraghi, nei panni di una suora sui generis, che viaggia solo in moto; Beppe Ferrara, con i suoi interventi a dir poco surreali.

Non più serate a tema, non più sondaggi ma non mancheranno momenti nei quali sorridere presentando le più assurde, per quanto vere, notizie dal mondo introdotte da cinque new entry, le Pupe di Colorado (cinque delle ex-concorrenti del fortunato show La pupa e il secchione): la vincitrice Rosy Dilettuso, la riccia Nora Amile, la fashion-victim Mary Carbone, la bionda e dolce Elisa Della Valentina e la bella Ilaria Gabrielli.

Il discorso di fine anno di Beppe Grillo.

Luttazzi "La censura? Ho criticato l’Enciclica".

Intervista al comico che risponde alle accuse dopo lo stop del suo programma.
“Io non ho insultato Ferrara. Molti non afferrano il senso profondo della satira”.

(Leandro Palestini – La Repubblica) “È una situazione grottesca. Cancellano il Decameron senza motivo, Giuliano Ferrara non ha subìto insulti e difatti non protesta, con la censura La 7 ha un danno di immagine e di sabato si priva del 4 per cento dell’ascolto e di due milioni e mezzo di contatti”. Daniele Luttazzi non riesce a darsi pace. Via mail l’azienda gli ha comunicato la risoluzione del rapporto (“coinvolti anche la regista Franza Di Rosa e una cinquantina di talenti”), ma sulle ragioni vere del gesto di Antonio Campo Dall’Orto il comico nutre dei dubbi, “perché chiudere un programma satirico non è come chiudere il meteo di una televisione”.

Luttazzi, l’hanno bloccata dopo la registrazione della puntata su “Spe Salvi”, l’enciclica del Papa. È il vero motivo del licenziamento?
“È un motivo plausibile. Perché l’altro motivo non regge. Ma nel mio monologo (di venti minuti) non prendevo in giro il Papa, lui è un sant’uomo. Mi interessava il tema: confrontavo i punti principali dell’enciclica di Ratzinger con argomenti satirici. Ho un punto di vista eterodosso, certo sconfesso la sua visione del Purgatorio, ma le mie battute su temi seri divertivano. Contestavo la visione dolorifica del mondo contenuta nell’enciclica e il plagio di massa delle religioni. La satira non è una burletta, la satira è una cosa seria”.

Per ridere di Ferrara lei è andato giù pesante. Le risulta che abbia minacciato le dimissioni per i suoi “insulti”?

“Campo Dall’Orto mi ha assicurato che Giuliano non è intervenuto. La mia satira? Ferrara è stato uno dei più spietati propagandisti della guerra in Iraq, così l’ho inserito in un quadretto grottesco che attinge alla tradizione satirica (quella di Rabelais), che in Italia va dal Ruzante a Dario Fo. Nel monologo su Ferrara, da una parte mostravo gli eccessi sessuali e dall’altra gli eccessi della guerra: dal Napalm a Falluja alle torture di Abu Ghraib. Come diceva Lenny Bruce, non è il sesso ad essere pornografico, bensì la guerra”.

Visto che Ferrara non è il mandante del suo licenziamento, andrebbe a parlare dei limiti della satira a “Otto e mezzo”?
“Ferrara è intelligente. È il primo che si diverte con la satira. Questo però raddoppia le sue responsabilità: lui ha fatto in Italia quello che l’Iraq Group di Carl Rowe ha fatto con gli americani. Ma io non vado ad aumentare l’audience di un programma altrui, soprattutto nella tv che ha cancellato il Decameron. Non sono la scimmietta di nessuno. Col c… che vado a Otto e mezzo!”.

Eppure sabato sembrava che la rottura con La 7 si potesse sanare. Visto che Campo Dall’Orto ripeteva che lei, pur avendo sbagliato, resta il più bravo autore satirico su piazza…
“Anch’io lo speravo dopo il primo sms. Ma ormai è tardi: Telecom Media mi ha anticipato la notifica della risoluzione del contratto. Certo, c’è un controsenso in quello che ha fatto il direttore Campo Dall’Orto, e io glie l’ho detto: stai facendo l’errore più grande della tua carriera, distruggi quello che hai costruito in questi tre anni, l’immagine di La 7 come tv libera. Ma lui, che pure m’ha riportato in tv dopo l’editto bulgaro, ha scelto la via dura. Sabato sera si è creata una situazione “cilena” al montaggio: per motivi legali, io e la regista Franza Di Rosa, stavamo completando al montaggio la sesta puntata (visto che nessuna comunicazione ufficiale della sospensione era ancora arrivata). Verso le 20, dei funzionari di La 7 sono entrati in sala di montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo. Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere… Ho chiamato l’avvocato: stavano commettendo un reato, violenza privata, e potevo chiamare la polizia. Così sono usciti. Poi, quando ho finito uno di loro è entrato per cancellare tutto il girato di Decameron, passato e futuro. E lunedì lo faranno!”.

Bertolino: altro che proporzionale, qui siamo sproporzionati.

Urne per il voto | Ansa

(Panorama) Bravo chi ci capisce. Chi si orienta nell’attuale dibattito politico, nella legge elettorale su cui Veltroni e Berlusconi hanno trovato convegenze parallele, tra riforme istituzionali, referendum e sistemi tedeschi, spagnoli, o elevati al rango di classici del diritto costituzionale romano. Panorama.it ha chiesto aiuto a Enrico Bertolino , intercettato in una pausa della registrazione di Glob, l’Osceno Del Villaggio, il suo programma in onda su Rai Tre per interpretare, alla sua maniera, Mattarellum, sbarramenti, maggioritario…

Bertolino, se le dico porcellum, cosa le viene in mente?
Beh, Calderoli. Che dopo aver firmato l’attuale legge elettorale, in tv da Mentana disse: è una porcata. E in effetti, porcellum mi fa pensare alla sua espressione rubiconda. Disturba un po’ la dizione latina: la ingentilisce, le dà un’accezione troppo intellettuale.

E Mattarellum (la vecchia legge elettorale)?
Mattarello chiama pasta. Dove c’è pasta, c’è un politico che ci mette le mani. Quindi, mattarellum uguale mani in pasta. Il mattarello la stira, noi la paghiamo e ci resta pure indigesta.

Vassallum e Veltronellum (la riforma elettorale del professor Vassallo tanto cara a Walter Veltroni)
Ma questi due sono i figli della lupa, ritrovati qualche giorno fa nel Lupercale (o era un lupanare?) sotto la casa di Augusto a Roma. Erano due, ma solo uno ce l’ha fatta ed è arrivato fino a noi: Veltronellum. L’altro, Vassallum, si è estinto insieme ai valvassori e ai valvassini nel primo medioevo. Anche se di servi in giro se ne vedono ancora…

Sistema alla tedesca
Alla tedesca: è un ordine. Secco. Un comando. Alla tedesca andrebbe male ai magna magna della politica italiana: là se magna solo Wurstel e crauti. Alla tedesca è fare tutto con poco e che sappia di poco. Cioè, cose semplici, essenziali ma pratiche e dirette. Alla tedesca sono i calzini corti color verde oliva degli attori di film porno. Sono cose morigerate, quelle tedesche. Senza sprechi, insomma. Perché hanno messo Angela Merkel in Cancelleria? Perché ha la faccia da lattaia che sa il fatto suo…

Alla spagnola?
Che fa provoca? Alla spagnola è una cosa caliente, mucho mas caliente. E infatti si può adattare a noi. Anche se in Italia ora va di moda la politica veltroniana: quella tantrica.

Cioè?
Che ci vogliono 50 anni per riuscire ad affezionarci. Tu guardi Walter e lo voti, subito. Però ci vuole mezzo secolo per riuscire a conoscerlo davvero.

Il Sistema alla francese invece…
La baguette è francese. Raffinata ed elegante. Solo che loro, mentre camminano, se la mettono sotto le ascelle, per poterla mangiare con quell’aroma inconfondibile di cipolla… Inapplicabile da noi: non abbiamo tutto quel glamour, quello charme. E non abbiamo nemmeno Sarkozy. In realtà abbiamo uno che gli somiglia parecchio.

Chi, Fini?
Macché! Ezio Greggio. In foto sembrano due separati alla nascita. Secondo me, fra qualche anno, ci troveremo Sarkò a condurre Striscia

Ansa)[/i]

E lo sbarramento?
Quello che non c’è. E non ci sarà mai. Ma chi li ferma quelli. Non c’è sbarramento che tenga. Pd o Pdl sono nomi vuoti. Il nome vero è VB che sta per Volemose bene. Tutti dentro. Anche chi ha meno di tre senatori. Lo Sdi fa i congressi al bar: sono in cinque, gli basta un tavolino. Per non parlare di Dini. Altro che sbarramento, a Montecitorio dovrebbero metterci i buttafuori delle discoteche. Che scelgono chi fare entrare a caso: tu si, tu no, tu chi? È così che si riduce il numero dei parlamentari, sennò là dentro tutti parlano e non si decide mai niente…

Che ci dice del Referendum?
Esistono ancora? Con tutti quelli che abbiamo fatto per non ottenere nulla, credevo l’avessero abolito. Negli anni Settanta era uno strumento prezioso. Oggi è una modalità per farci sentire importanti, perché 15 minuti di protagonismo non si negano a nessuno. Poi tanto fanno come vogliono loro e, di solito, il contrario di quanto indicato dai cittadini. Ed è pure un bel modo per spendere i soldi dei vari tesoretti…

Proporzionale?
Dovrebbe essere: aver senso delle proporzioni. Che invece da noi manca… Infatti la nostra è una politica sproporzionale: al di sopra delle nostre possibilità. Lo stesso atteggiamento che hanno i coatti a Roma o i bauscia a Milano. Sproporzionali sono i voli del generale Speciale della Gdf. O il viaggio di Craxi a fine anni ‘80 in Cina con tutti quei socialisti al seguito. O il volo di Stato preso da Mastella e Rutelli per andare al Gran Premio di Monza…

Maggioritario, allora.
Mi fa ricordare le maggiorate. Solo che in politica ci sono maggiorate a metà.

In che senso?
Per esempio: la sinistra è maggiorata sopra. In testa. Pensa troppo. Ha una testa così. Sempre a discutere, a sottolineare, a polemizzare… Troppo cerebrali. La destra è maggiorata sotto, nel senso che è di gamba buona: snella, agile, veloce. Ma non pensa molto.
Infine gli elettori: maggiorati al centro. Nel senso che ormai hanno due palle grosse così…