Sesso. A letto l’uomo s’inventa il mal di testa per non fare il "suo dovere"…

(Adnkronos/Adnkronos Salute) ‘Stasera no tesoro, ho mal di testa’. La storica scusa per rimandare il sesso cambia colore, e da rosa diventa sempre piu’ azzurra. Sono sempre piu’, infatti, gli uomini che ‘scappano’ dagli appuntamenti amorosi con le loro partner, adducendo scuse che la tradizione riporta come tipicamente femminili. Secondo alcuni psicoterapeuti britannici, le ragioni di questo comportamento sono da ricercare “nella crescente depressione maschile, e nei ritmi di vita troppo frenetici che annientano la libido”. Un dato incontrovertibile, certificato dai consulenti di coppia d’Oltremanica che avverte: “Oramai assistiamo a un aumento del 40% degli uomini che, pur non avendo alcun problema fisiologico, smettono di fare sesso. Ed e’ un fenomeno sconosciuto fino a 10 anni fa”. E, incalzano, non si tratta di perdita di interesse per la propria moglie o compagna, ma di caduta del desiderio di fare sesso tout-court. Molti uomini infatti riferiscono di amare ancora la propria partner, e anche di voler passare con lei il resto della vita. Ma, dicono “non vogliono piu’ fare sesso con lei. Non si tratta di volere altre donne, ma di non desiderare piu’ il sesso”. Per Michael King, psicoterapeuta del Royal Free and University College Medical School di Londra, “e’ tutta una questione di depressione. E gli uomini britannici oggi sono tra i piu’ depressi d’Europa. Oltre al fatto che l’indole maschile piu’ difficilmente porta a confessare i propri problemi, o esprimere le emozioni”. Accanto alla depressione, Cary Cooper, presidente della British Association of Counselling and Psychotherapy, punta il dito “sulla vita iperstressata che si conduce oggi. Che porta a lavorare molto piu’ delle classiche 8 ore. E – conclude – se si accumula lo stress difficilmente si riesce a rilassarsi”.

Sesso. Il macho italiano soffre la coppia e fugge su Internet.

(Dire) “Il macho italiano? È il massimo, è simpatico, intraprendente… fuori dalle relazioni di coppia”. Nuova doccia gelata per i maschi del Belpaese: se 40 coppie su 100 sono quasi all’astienza sessuale, come spiega la Federazione europea di sessuologia, la colpa è soprattutto la loro. Il partner “scappa dalle braccia della compagna e della moglie e si rifugia tra quelle di una prostituta o, ancora più frequentemente, in quelle di donne virtuali incontrate su internet”. E’ un uomo “interessato al sesso – spiega ancora Chiara Simonelli, presidente del congresso della Federazione, che si terrà a Roma dal 13 a 17 – purché non debba avere una prestazione con la sua compagna, della quale teme il giudizio e il voto”. Al contrario, “le donne virtuali sono sempre soddisfatte”.

Quello del calo del desiderio “è un discorso nuovo ed è anche il più difficile”, sottolinea ancora la sessuologa: “Non si presta alle pillole e alla medicalizzazione, chiama in causa l’identità, l’idea di coppia, di erotismo. E’ una novità assoluta”. Una novità che riflette “quello che è accaduto nella coppia negli ultimi trenta anni”: la donna ha conquistato autonomia, non è più solo oggetto dei desideri dell’uomo. “Il guerriero non trova più il suo riposo a casa, dove non c’è più la geisha- osserva Simonelli – e così lo cerca su internet o con le prostitute. Per tornare ad essere ancora il protagonista dell’erotismo”.

Inoltre, il calo desiderio “non è più una caratteristica dell’età adulta o anziana: ora – sottolinea Giorgio Franco, andrologo della sapienza – cominciamo a vederlo anche tra i giovani maschi”. E poi c’è la ‘sindrome di Amsterdam‘. “Le ‘vecchie’ perversioni non tramontano mai. Ma accanto a queste stanno prendendo campo nuove trasgressioni, sempre più tecnologiche”. La più diffusa è proprio la cosiddetta sindrome di Amsterdam: mettere in vetrina la propria donna. “Grazie a Youtube e a una videocamera amatoriale – dichiarano i sessuologi – o un telefonino, si filma la propria donna in atteggiamenti spinti e si manda in Rete. Tutti la possono vedere, ma nessuno la può toccare”.

Protesi peniene: come vincere l’impotenza sessuale.

protesi peniene

(Medicina live) L’ impotenza sessuale maschile è caratterizzata dalla impossibilità di ottenere una sufficiente rigidità per la penetrazione vaginale. Anche se le cause sono spesso organiche (vascolari, endocrine, neurologiche) la componente psichica è sempre presente, accompagnando il disturbo con atteggiamenti depressivi, ansia, ridotta autostima e altri comportamenti negativi, che vanno ad influenzare soprattutto la vita di relazione.

Dal lontano 1998, con la commercializzazione del Viagra e le nuove Cialis e Levitra, molto è cambiato: sesso e sessualità sono diventati più familiari, discussioni sul benessere sessuale della coppia si sono imposte con più energia, raggiungendo un risultato importante. Tuttavia quando le pillole blù non funzionano proprio, si consigliano le protesi peniene. In questo campo l’industria e la ricerca hanno fornito allo specialista prodotti sempre più sofisticati e molto più naturali. Si è passati dalle protesi a volume fisso, a quelle a volume variabile.
Le prime sono meno costose (1,5-3 mila euro) ma costringono a convivere con una costante rigidità peniena, a cui si ovvia posizionando il membro verso l’addome, in basso, lato dx o sn, in modo che risulti “poco evidente e poco ingombrante“. Le seconde superano i 7 mila euro, funzionano mediante un sistema idraulico e per questo soggette, seppur raramente, a guasti meccanici (meno dell’1%). Nel complesso però risultano più fisiologiche in quanto consentono di ottenere l’erezione prima dei rapporto sessuale.

Esse sono composte da due cilindri che si inseriscono nei corpi cavernosi, una “pompetta“, situata nello scroto, che serve per attivare e disattivare la protesi e il serbatoio, posizionato nell’addome (protesi tricomponente). A volte il serbatoio fa corpo con la polpetta (protesi bicomponente). Poco prima del rapporto sessuale, azionando la pompetta nello scroto, si consente ai due cilindri posizionati nel corpo cavernoso di dx e di sn, di riempirsi di liquido proveniente dal serbatoio in addome e quindi di raggiungere una ottima erezione.

Da questo momento il rapporto procede senza alcuna differenza rispetto ad una persona normale. Infatti dopo l’impianto di protesi peniene la sensibilità del pene è perfettamente conservata e anche l’ eiaculazione è presente, assieme all’orgasmo. Naturalmente c’è il vantaggio che se si desidera continuare il rapporto, questo è possibile perché l’erezione è assicurata dalla protesi. Comunque a fine rapporto la protesi può essere disattivata schiacciando la porzione inferiore della pompetta e piegando i due cilindri.
Nei sistemi più sofisticati, come la protesi AMS Momentary Squiz, (AMS è aziende laeder del settore) solo azionando un pulsantino, facilmente identificabile, le protesi ritornano in condizione di riposo. Al fine di evitare infezioni, le protesi di ultima generazione, sono ricoperte di antibiotici che iniziano a rilasciare localmente subito dopo l’intervento e per 28 giorni. Tutto ciò ha consentito di ridurre a meno del 1% le infezioni degli impianti.

Sesso. E’ l’mpotenza il tabù degli italiani. L’80% malati non va dal medico.

(Adnkronos Salute) I ‘flop’ sotto le lenzuola restano un tabù di ferro tra gli italiani. Nell’ultimo anno il 25% (uno su 4) dei connazionali sessualmente attivi ha sperimentato un problema di disfunzione erettile maschile, ma il disturbo viene minimizzato da 7 su 10. E in presenza di un disturbo di erezione persistente, i ‘panni sporchi si lavano in casa’: l’80% di chi soffre si limita a parlarne con la partner o al massimo con gli amici più cari, senza chiedere il parere del medico. E’ un atteggiamento di ‘omertà’ quello che emerge da un’indagine condotta da Ipsos per conto di Bayer, presentata oggi a Milano durante la prima giornata del 23esimo Congresso annuale Eau (Associazione europea di urologia).

La ricerca rileva che solo un intervistato su 10 assume ‘pillole dell’amore’, mentre il 9% sceglie altri rimedi. Dal sondaggio, su un campione di mille italiani over 18, risulta che sono più gli uomini a riconoscere un problema di disfunzione erettile (30% contro il 20% delle donne). La maggior parte tace. Eppure alla lunga la tendenza a nascondere il disturbo può avere conseguenze pesanti non solo sulla vita di coppia, ma anche e soprattutto sulla salute. “I problemi erettili – spiega infatti Mario Maggi, ordinario di Endocrinologia all’università di Firenze – sono un campanello di allarme di altre patologie cardiovascolari (ipertensione, infarto, angina e ictus) o metaboliche (diabete ed eccesso di grassi nel sangue). Dunque la disfunzione erettile può essere per l’uomo una preziosa opportunità di prendersi cura della propria salute e prevenire malattie mortali.

Per questo possiamo arrivare a dire: impotenza, che fortuna!”, è la provocazione dell’esperto, che invoca “un nuovo approccio comunicativo” contro una condizione “ancora vissuta come un tabù, come una patologia di cui vergognarsi”, conferma Maggi. Ma chi sono gli uomini più a rischio di ‘defaillance’ in camera da letto? “Coloro che non fanno attività fisica – avverte lo specialista – chi ha grassi e zuccheri alti nel sangue, chi ha la pressione alta, chi fuma e in generale quelli che hanno una storia familiare di patologie cardiovascolari”, dice. Uno studio dell’università di Firenze su duemila pazienti, in corso di pubblicazione sul ‘Journal of Sexual Medicine’, ha chiarito inoltre che “l’obesità, la patologia del secolo, è il fattore di rischio più importante per le patologie metaboliche, endocrine e cardiovascolari.

Che possono essere svelate proprio dalla disfunzione erettile”, ribadisce Maggi. E all’origine del link tra impotenza e sindrome metabolica c’è la resistenza all’insulina, “che si identifica semplicemente con l’adiposità viscerale (nei maschi circonferenza vita maggiore di 102 centimetri)”, ricorda. Insomma, per recuperare una vita sessuale soddisfacente e salvare la salute bisogna innanzitutto “correggere il proprio stile di vita – raccomanda l’endocrinologo – Dietro prescrizione del medico, si devono assumere i farmaci necessari per correggere l’ipogonadismo e le patologie che si associano alla disfunzione erettile.

Infine, per migliorare le performance sessuali esistono medicinali sicuri e mirati. La resistenza di alcuni al loro uso è anch’essa conseguenza dei tabù e della scarsa consapevolezza sul problema”, afferma. Ma “oggi abbiamo a disposizione pillole ad azione rapida e con effetti collaterali minimi. Tra queste la ‘pillola arancione’ (vardenafil), che agisce in soli 10-15 minuti dall’assunzione ed è venduta in tre diversi dosaggi (5, 10 e 20 mg), consentendo al medico una migliore definizione della terapia in base alle esigenze del paziente”, conclude l’esperto.

E’ in arrivo il Viapro, l’alternativa naturale al Viagra.

(Pinkblog) La cura per l’impotenza maschile passa anche dalle corna. Non in senso figurato, bensì di cervo, e non so cosa sarebbe meglio sperare. Per la disfunzione erettile maschile oggi arriva in commercio Viapro, la risposta naturale al farmaco Viagra e suoi epigoni (Cialis, Levitra ecc…).

Questo rimedio “naturale”, tutto made in Uk, oltre che essere in vendita on line si può trovare nei drugstore inglesi e presso il celeberrimo Harrods, tempio della grande distribuzione borgeous chic dell’ex-impero britannico.

I produttori del Viapro, assicurano la totale naturalità della composizione e l’efficacia del prodotto, da assumersi appena 45′ prima del rapporto e con durata di 24 h. No, non capite male, non promette erezioni di durata 24 h ma il suo effetto copre le 24 h. E’ pur sempre una pasticca, mica il miracolo di San Gennaro.

L’effetto è provocato dalla combinazione di 22 sostanze naturali fra cui: ortica, erbe di montagna, Maca peruviana (radice afrodisiaca usata da secoli dalla popolazione sudamericana), shilajit (minerale che viene dall’Hymalaya ricco di calcio e zinco) ed un amminoacido che si ricava dalle corna di cervo, capace di stimolare il testosterone e migliorare sia la durata dell’erezione che il turgore della stessa.

Funzionerà? La casa farmaceutica che produce il Viagra, la Pfizer pensa di no: “Il Viagra è una prescrizione medica per una malattia molto seria mentre in genere questi trattamenti naturali non hanno prove scientifiche a supporto delle loro tesi”.

Paese che vai usanza che trovi, per ora in Italia di Viapro non se ne vede ancora, tutt’al più nei nostri supermercati si può trovare il “Viagra calabrese”, peperoncini piccanti sott’olio. Se curino l’impotenza non lo so, ma certo sono ottimi per gli spaghetti all’arrabbiata.

Via | DailyMail
Foto | 12watercolours