Alemanno a tutto campo, dal cinema al gaypride, dall’esercito all’estate romana.

Alemanno: «Alla Festa del Cinema benvenute le star Usa, ma valorizzeremo i nostri film».
(Il Messaggero) «Saranno sempre benevenute le star Usa» ma, con una revisione dell’attuale impianto della manifestazione, «saranno valorizzati i film italiani» innazitutto. Alemanno scrive una lettera al Corriere della Sera intervenendo sulla polemica relativa alla Festa del Cinema per «precisare» il suo «punto di vista». Nella lettera, il sindaco evidenzia le sue perplessità sulla Festa, «priva – scrive – di una reale valenza competitiva, senza un riflesso sul mercato, in cui i partecipanti sono praticamente spesati per fare bella mostra di sè, mentre in manifestazioni analoghe gli oneri sono in larga parte a carico di chi concorre per promuovere il proprio lavoro». Poi, sottolinea come il cinema sia…

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Il Generale Del Vecchio incontra l’associazione omosessuali in divisa.

Del Vecchio ribadisce poi di ”non aver mai fatto le affermazioni riportate dai quotidiani”.

(Ansa) Pace fatta tra il generale Mauro Del Vecchio e i gay in divisa: oggi il militare e candidato del Pd, protagonista recentemente di forti polemiche per alcune sue dichiarazioni sull’omosessualita’ e le forze armate, ha incontrato l’associazione di poliziotti e militari gay e lesbiche ”Polis Aperta”, con cui si e’ impegnato a presentare, durante la prossima legislatura, provvedimenti atti a eliminare le disciminazioni nei confronti dei gay nelle forze armate.

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Roberto Speciale: Cacciare i gay? No, sono più intelligenti.

«Basta con lo spionaggio fiscale, la lotta all’evasione non può essere il pozzo di San Patrizio per lo Stato».

(Amedeo La Mattina – La Stampa) Nella corte di un palazzo signorile di Città di Castello, sono arrivate una trentina di persone per un veloce buffet con il candidato del Popolo della libertà. C’è il capogruppo di An che lavora a Mediolanum, c’è una signora che esprime la sua solidarietà a Roberto Speciale per la «mascalzonata che gli hanno fatto i comunisti». Il generale sbuffa il fumo del sigaro. Un brindisi e poi tutti in cerchio ad ascoltarlo. «Voi conoscete la mia vicenda personale. Volevano comprare la mia dignità, ma non ci sono riusciti. Mi hanno messo tanta rabbia in corpo e da qualche parte devo scaricarla. Mi sono candidato, perché non succeda ad altri quello che è successo a me. Il Pdl rappresenta i valori ai quali sono stato educato dai salesiani».

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Soldati gay si o no? Achille e Patroclo (Sotto "Troia")

(Une belle histoire) Questi giorni froci e puttane sulla bocca di tutti. Ed i froci puttane? (visto che ne abbiamo una quantità incommensurabile da sbancare e che parliamo di ambienti sono tutt’altro che estranei a “certe dinamiche”, dati i problemi di astinenza segnalatici al fronte potremmo prendere due piccioni con una fava).
Fornire escort agli omosessuali presenti nell’esercito potrebbe essere una valida alternativa solo alla tanto temuta incularella selvaggia o anche allo sparare stronzate di cui non sentivamo proprio il bisogno durante una campagna elettorale già esasperata di suo e che, visti i recenti svluppi, per la gioia di noi tutti, potrebbe fra l’altro allungarsi di due agonizzanti settimane? E’ quanto vorrei chiedere al PD, che con le poliedriche personalità che ha chiamato nelle sue fila non finisce mai di stupirci… stavolta nella persona del generale Mauro del Vecchio che ha dichiarato in un’intervista a Klaus Davi che i gay sono inadatti all’esercito e che qualora ce ne scappasse uno sarebbe meglio non mettesse in evidenza la propria omosessualità.

Non è ancora chiaro se Del Vecchio alludesse al fingersi etero, alla castità (Ha sbagliato elezioni e si poteva candidare per il prossimo conclave?) o semplicemente all’entrare in doccia con uno scafandro altomedievale per evitare imbarazzi. Personalmente ho conosciuto: due persone che lavorano nell’esercito, una in marina, un poliziotto ed un carabiniere. Cercasi disperatamente vigile del fuoco e finanziere per completare la collezione. Fatto sta che ormai lo sanno anche le pietre che non è vero che gli omosessuali sono (al presente) ovunque: ci son sempre stati!
“Achille se la faceva con Patroclo” Comunque nell’esercito e nelle forze dell’ordine e per fortuna, nonostante gli ambienti siano ancora piuttosto “tirati”, molti di loro non hanno paura a vivere tranquillamente la loro vita senza nascondersi (che comunque, vorrei rendelro noto a Del Vecchio, non significa presentarsi in servizio col boa di struzzo). Vorrei cheidere a Del Vecchio se si è posto lo stesso problema con l’arrivo delle donne nell’esercito. Loro no, eccezion fatta per Fantaghirò, che prima non c’erano. Ed il fatto che gli uomini etero siano statisticamente una percentuale maggiore degli uomini omosessuali è una certezza.

*** Rimanendo in tema, torna in scena la storia del poliziotto della Questura di Roma che fu licenziato nel 2004 perchè accusato di aver inscenato un’aggressione, in cui rimase fra l’altro ferito un’altro ragazzo, per “mascherare un gioco erotico finito male”. Il Circolo Mario Mieli, che fornì assistitenza legale al poliziotto, sostenne che il licenziamento fosse semplicemente dovuto all’omosessualità del poliziotto, accusato invece di simulazione di reato e favoreggiamento. Il ragazzo fu effettivamente prociolto dalle accuse nel 2004 ma ancora oggi combatte per il reintegro nel suo posto di lavoro. Questi giorni dovrebbe arrivare la sentenza definitiva sul caso…

*** Una buona notizia a livello europeo aumenta di uno scalino la gravità della situazione italiana nel campo dei diritti civili. La Corte di Giustizia Europea ha stabilito che nei paesi che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali la mancata reversibilità della pensione dopo il decesso di uno dei membri della coppia è da considerarsi motivo di discriminazione sessuale. Tutto questo ovviamente solo ed esclusivamente dove le unioni fra due persone dello stesso sesso sono formalmente riconosciute dalle legge. Da ringraziare Tadao Naruko, cittadino tedesco che si è visto negare la pensione di vecchiaia alla morte del compagno da un tribunale di Monaco e che ha sollevato il caso a livello Europeo.

*** Per finire volevo segnalarvi che Venerdì 4 Aprile 2008 presso la sede del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli” di Roma, via Efeso 2A, alle ore 16e30 il candidato premier della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti incontrerà la comunità lesbica, gay bisex e trans. Durante l’incontro dal titolo “Libertà e diritti“, che per quel che ne so fra l’altro storico, perchè mai un candidato a Palazzo Chigi aveva intrapreso un dialogo così forte e stretto con la nostra comunità, organizzando un incontro addirittura durante la campagna elettorale, interverranno Porpora Marcasciano del Mit, Aurelio Mancuso di Arcigay, Francesca Polo di Arcilesbica e Rossana Praitano del Circolo Mario Mieli.

Alla conquista del voto gay. Massimo Erasmo (Mpa): "Gay nell’esercito? Dovrebbero avere posti di prestigio".

A dichiararlo è il colonnello dei carabinieri Massimo Erasmo, candidato per il Movimento per l’Autonomia al consiglio comunale di Roma. “Hanno grandissime capacità strategiche”, aggiunge il militare.

(Gay.it) Questa campagna elettorale non smette di riservare sorprese e colpi di scena. Chi avrebbe mai detto che ad ergersi difensore dei gay sarebbe arrivato un colonnello dei Carabinieri, candidato, udite udite, con l’MPA al consiglio comunale di Roma.
“Ai gay presenti nell’esercito così come nelle forze di polizia e nei carabinieri andrebbero affidati soltanto incarichi di prestigio. In tutte le persone omosessuali che ho conosciuto – dice Massimo Erasmo (nella foto)-, anche tra le forze dell’ordine, ho sempre riscontrato grandissime capacità di direzione e strategia dalle quali sono emersi il più delle volte ottimi risultati”.

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«I gay inadatti come soldati». È bufera. Veltroni a Del Vecchio: «Parole sbagliate».

Il socialista Grillini in corsa per il campidoglio: «il militare è omofobo e conservatore». Il generale candidato nel Pd: «Nell’esercito opportuno non evidenziare la propria omosessualità».

(Il Corriere della Sera) «Le parole che il generale Del Vecchio ha pronunciato sono assolutamente sbagliate e lontane anni luce dal programma del Partito Democratico e dai suoi valori». Il leader del Pd Walter Veltroni prova a spegnere così le polemiche suscitate dalle affermazioni del candidato del Partioo democratico sui gay nell’esercito. Gli omosessuali nell’esercito sono «inadatti», secondo quanto affermato da Del vecchio in un’intervista rilasciata a Klaus Davi per “KlausCondicio”, su YouTube.

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Prorogato al 16 marzo. Al Teatro Belli di Roma "Gay panic". Una storia vera tra un soldato irakeno di Saddam ed un marine americano.

Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq (maggio 2004, base militare di Ad Dawr), tra un marine americano e una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena. Praticamente taciuta dagli organi di stampa, la notizia non ha trovato eco finché non è stata scoperta tra i carteggi della giustizia militare americana e pubblicata da un giornale del North Carolina, il “News & Observer”. Il breve incontro tra Daniel e Zaggam in una torretta di sorveglianza è un frammento della guerra che include l´elemento decisivo della sessualità, nonché la sindrome, il “gay panic” appunto, che percorre e minaccia il sistema nervoso dell´esercito americano.

Questo accenno di conoscenza, di amicizia e infine di amore fisico, bruciato nel respiro di un turno di guardia, diventa suo malgrado tragedia, ma conserva l´ironia e lo stupore possibili solo per una vicenda sotterranea, fuori del controllo dell´onnivora macchina mediatica e dei suoi bollettini di guerra. Il linguaggio teatrale è intenzionalmente spoglio. Agli “attori – soldati” spetta quindi il compito di creare un comportamento attendibile, lasciando che sia il narratore a dare i brevi cenni capaci di alimentare la nostra immaginazione, ma soprattutto di risvegliare il nostro imbarazzo. Se ci troviamo a rimestare nel torbido, come sempre accade quando ci si ammazza da qualche parte, è per aver permesso ad altri, e non certo i migliori di noi, di condurre da più di tre anni il gioco di una guerra ideata ad arte. Daniel e Zaggam con le loro incertezze e i loro dubbi hanno la missione di ricondurci nello spazio mentale dove “quello che si vede non è quello che è”.
Riccardo de Torrebruna

GAY PANIC di Riccardo De Torrebruna
Riccardo de Torrebruna già vincitore della seconda Edizione del Premio “Enrico Maria Salerno”.

Dopo dieci anni e molto lavoro alle spalle, la Giuria, ancora una volta, vuole riconoscere la qualità della sua scrittura teatrale. De Torrebruna ancora una volta annota un fatto di cronaca bellica, un fatto realmente accaduto e apparentemente marginale. Ma la sorpresa del finale è
davvero imprevista e devastante quanto un attacco armato. L´esercito americano pare abbia identificato una sindrome, denominata appunto gay panic, che colpisce coloro che per errore si ritrovano a fare l´amore laddove dovrebbe limitarsi a fare la guerra.
(dalla motivazione dell’ammissione fra i 5 finalisti del XIII premio Enrico Maria Salerno per la drammaturgia)

dal 6 al 16 marzo 2008
GayPanic di Riccardo De Torrebruna
Con Andrea Gherpelli e Simone Spirito

TEATRO BELLI DI ROMA
P.zza Sant’Apollonia 11/a – 00153 ROMA
Biglietteria tel. 06.5894875
www.teatrobelli.it

Afghanistan, 12 gli italiani morti.

La maggior parte vittima di attentati.

(TGCom) E’ salito a 12 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione italiana nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, mentre uno è deceduto per un malore.

Caporal maggiore GIOVANNI BRUNO – Il 3 ottobre 2004 alla periferia di Kabul esce di strada il mezzo sul quale viaggiava il caporal maggiore Bruno, 23 anni.

Capitano di fregata BRUNO VIANINI – Il 3 febbraio 2005 il capitano si trovava su un aereo civile in volo da Herat a Kabul che è precipitato in una zona di montagna a 60 chilometri a sud-est della capitale.

Caporal maggiore capo MICHELE SANFILIPPO – L’ 11 ottobre 2005 il caporal maggiore, 34 anni, e’ stato trovato morto nella camerata del battaglione Genio a Kabul, colpito alla testa da un proiettile sparato accidentalmente da un suo commilitone.

Tenente MANUEL FIORITO e maresciallo LUCA POLSINELLI – Il 5 maggio 2006 un ordigno esplode al passaggio di una pattuglia italiana su due veicoli blindati a sud-est di Kabul. Rimangono uccisi gli alpini Fiorito, 27 anni, e Polsinelli, 29 anni.

Tenente colonnello CARLO LIGUORI – Il 2 luglio 2006 a seguito di un infarto al miocardio muore ad Herat il tenente colonnello Liguori, 41 anni.

Caporal maggiore GIUSEPPE ORLANDO – Il 20 settembre 2006, a causa del cedimento del terreno, si capovolge il Puma sul quale viaggiava una pattuglia italiana a Chahar Asyab, circa 13 km a sud di Kabul. Muore il caporal maggiore Orlando, 28 anni.

Caporal maggiori GIORGIO LANGELLA e VINCENZO CARDELLA – Sei giorni dopo, sempre a Chahar Asyab, un ordigno improvvisato esplode al passaggio di una pattuglia italiana: resta ucciso il caporal maggiore Langella, 31 anni, mentre altri 5 militari italiani sono feriti. Tra questi il caporal maggiore Cardella che morirà alcuni giorni dopo.

LORENZO D’AURIA – Il 24 settembre 2007, l’agente del Sismi Lorenzo D’Auria viene ferito durante il blitz delle forze speciali britanniche compiuto per la sua liberazione.

Maresciallo capo DANIELE PALADINI – Il 24 novembre dell’anno scorso il maresciallo Paladini è rimasto ucciso nella valle di Pagman, a 15 km da Kabul, a causa di un attentatore suicida che si è fatto esplodere. Altri tre militari restano feriti.

Ucciso un militare italiano ed un’altro ferito in Afganisthan.

Militare italiano ucciso ed un’altro ferito a 60 km ad est di Kabul durante una perlustrazione. Ne dà l’annuncio il nostro Ministero della difesa.

(Ansa) Un militare italiano e’ stato ucciso vicino Kabul ed un altro soldato e’ ferito. I due militari, entrambi dell’Esercito, sono rimasti coinvolti in un attacco con armi da fuoco portatili mentre stavano svolgendo una missione nel distretto di Uzeebin, a circa 60 chilometri da Kabul. Lo scontro a fuoco, ricostruisce lo Stato maggiore della Difesa, è avvenuto alle 15 locali (le 11.30 in Italia), nei pressi della località di Rudbar, nella zona di responsabilità italiana. “Militari italiani della Task Force Surobi, in attività di cooperazione civile e militare e sostegno sanitario alla popolazione, sono stati fatti segno di alcuni colpi di arma da fuoco portatili da parte di elementi armati ostili a cui i militari italiani hanno risposto”, si legge in una nota dello Stato maggiore della Difesa. “A seguito dello scontro – aggiunge il comunicato – un militare italiano è deceduto mentre un secondo risulta leggermente ferito”. E’ in corso il trasporto presso l’ospedale militare francese di Camp Warehouse, a Kabul.

Goodbye Us Navy, il destino della Maddalena tra G8 e alberghi extra lusso.

(Panorama) Almeno sei o sette alberghi dalle cinque stelle in su. Un centro congressi di ultima generazione dotato di ogni comfort per accogliere il G8 del prossimo anno. La trasformazione dell’Arsenale della Marina militare italiana in un grande cantiere nautico di manutenzione per traghetti e mega yacht. E ancora un casinò stile Montecarlo e tutto ciò che serve per accontentare la clientela più raffinata. Euro e dollari come se piovesse. Infine un taglio netto alla disoccupazione (oltre il 16 per cento della popolazione).

Nella mente del presidente della Sardegna, Renato Soru, e degli amministratori locali, dovrebbe essere questo il futuro dell’arcipelago della Maddalena dopo la partenza dei militari americani il prossimo 29 febbraio. Oggi, intanto, c’è la cerimonia di addio ufficiale e la chiusura, dopo oltre trent’anni, del Naval Support Activity, il supporto logistico che organizza le attività militari. Peccato, spiega Salvatore Cicu, deputato di Forza Italia ed ex sottosegretario alla Difesa, che tutti i progetti siano rimasti sulla carta: “Al momento c’è solo un accordo politico. L’Avvocatura dello Stato, infatti, non ha ancora deciso sulla destinazione dei beni dismessi dal demanio militare. L’Agenzia del demanio – spiega Cicu – deve dare l’ok al passaggio dei terreni dallo Stato alla Regione. E poi c’è il Parco che rivendica gli stessi diritti e si è messo di traverso ai programmi di Soru”. Ma il governatore alla fine dello scorso anno aveva precisato: “Il ministro della Difesa Arturo Parisi sta comunque trasferendo alla Regione i beni dismessi. Mi sembra perciò evidente che si segua quanto disposto dall’articolo 14 del nostro Statuto“.

Il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, dice invece che le gare d’appalto ci sono state e che gran parte dei progetti stanno già diventando realtà. Per ora l’unica cosa certa sono i trenta milioni di euro messi a disposizione dalla Finanziaria. Salvatore Sanna, consigliere comunale, spiega però che quei soldi “saranno utilizzati solo per abbellire e attrezzare le aree limitrofe all’arcipelago”. Restano poi altri 130 milioni di euro messi a disposizione di Guido Bertolaso, commissario del G8, che però non sono ancora arrivati. “Solo 100mila euro -dice Cicu – per la sala congressi nella zona rossa”. Sanna, uno dei più accesi sostenitori della costruzione del casinò, spiega che la Maddalena, considerate le caratteristiche del territorio, può ospitare solo pochi turisti e per questo necessita di strutture extra lusso.

Tra i vari investitori c’è l’onnipresente Aga Khan, l’inventore della Costa Smeralda, Tom Barrak, proprietario del patrimonio immobilare di Porto Cervo e dintorni. Ma anche Ernesto Bertarelli, patron di Alinghi, intenzionato ad organizzare alla Maddalena la Coppa America. Tra gli investori italiani c’è Salvatore Ligresti (pronto anche lui a fare un cinque stelle) già propietario del Tanka Village a Villasimius (Cagliari) e di 134 villette nell’arcipelago, per un totale di 60.000 metri cubi residenziali, dove alloggiavano i militari americani. Infine c’è la famiglia Serra, un tempo proprietaria dell’intera isola di Santo Stefano, oggi in società con Vela Marina. “Anche noi – dice Pasqualino Serra – stiamo per costruire un hotel lussuoso (commissionato alla Geogramma Spa, ndr). Anche perché l’amministrazione comunale ci ha detto che sotto le cinque stelle non potevamo scendere”. In tutto il sindaco Comiti stima che nei prossimi anni il business sarà di almeno 400 milioni tra pubblico e privato (ma potrebbero essere molti di più). E per gli oltre duemila dissoccupati della Maddalena arriveranno mille posti di lavoro. Almeno, confessa uno di loro, “questo è quello che ci hanno promesso. Speriamo che il G8 ci porti fortuna come dicono”.