Ragazzate. E’ scandalo nelle redazioni. Sorpresi a "misurarselo" cinque ragazzi denunciati con l’insegnante. Anche l’Avvenire ne parla.

Che la “pruderie” in Italia faccia sempre il suo bell’effetto ed attiri l’attenzione è un dato di fatto ma quella, che a ben vedere, è una ragazzata, diventa una delle principali notizie del giorno non ce lo saremmo mai aspettata.
Il fatto:
(Rainews 24) Cinque alunni di una scuola media del Napoletano, due di 13 anni e tre di 12, sono stati denunciati insieme con la loro insegnante, una quarantenne, per atti osceni in luogo pubblico commessi in concorso tra loro.

I cinque, secondo quanto accertato dalla polizia sulla scorta di una segnalazione anonima confermata dal preside dell’istituto che aveva raccolto le denunce di alcuni genitori, si sarebbero denudati in aula esibendo gli organi genitali per poi sfidarsi sulle rispettive misure.

In particolare due di loro avrebbero istigato gli altri tre a seguirli in fondo all’aula dopo aver chiesto il permesso col pretesto di dover parlare della gita scolastica.

L’insegnante, una supplente, anche lei accusata di concorso in atti osceni, ha replicato alle accuse dicendo di non essersi accorta e di non aver visto quello che effettivamente i ragazzini facevano in classe. Una versione alla quale gli investigatori sono poco propensi a credere.

Inoltre indagini sono in corso da parte della Procura dei Minori e del commissariato di polizia di Frattamaggiore su altri episodi di esibizionismo avvenuti nella stessa classe ma con altri bambini come protagonisti. Anche la posizione del preside e’ al vaglio degli inquirenti, mentre gli alunni non sono stati per il momento ascoltati.

La versione di Panorama:

In classe la gara choc: alla ricerca dell’alunno più “dotato”.
Ansa)[/i]

Pre-adolescenti, tra i 12 e i 13 anni, che gareggiano, in aula, per premiare il più dotato, da veri e consumati esibizionisti. E la supplente, una donna di 40 anni che sostituiva la collega di ruolo, dice: “Non me ne sono accorta”. Si tratta di cinque alunni della seconda media dell’istituto “Giovanni XXIII”, in via Piave a Sant’Antimo (paese in provincia a nord di Napoli), che si sarebbero sfidati a “chi ha il pisello più lungo”.
I cinque, secondo quanto accertato dalla polizia sulla scorta di una segnalazione anonima confermata dal preside dell’istituto che aveva raccolto le denunce di alcuni genitori, si sarebbero denudati in aula esibendo gli organi genitali per poi sfidarsi sulle rispettive misure. Sembra che siano stati, in più occasioni, due dei ragazzini ad istigare gli altri. Altre volte le “gare di genitali” sarebbero state ingaggiate nei bagni dell’istituto per misurare la “propria virilità”.
Ci penserà la procura a capire se è vero che l’insegnante non si è accorta di quello che stavano combinato i suoi alunni che, stando alla versione dell’insegnante, si sarebbero appartati in un’aula accanto con la scusa di discutere su un’imminente gita scolastica e qui avrebbero dato il via all’esibizione. Una versione alla quale gli investigatori sono poco propensi a credere.

E si è scomodato pure l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi e particolarmente restio a dare notizie che abbiano a che fare col sesso. Ma in questo caso, qualcuno obbietterà, si tratta di educazione. E di minori, aggiungiamo noi… forse un poco di tatto e riservatezza, soprattutto dai preti, ce la seremmo aspettata, invece… messi in “prima pagina” come si dice… perchè?


Atti osceni a scuola, denunciati 5 minorenni e l’insegnante.
(Avvenire) Cinque alunni di una scuola media del Napoletano, due di 13 anni e tre di 12, sono stati denunciati insieme con la loro insegnante, una quarantenne, per atti osceni in luogo pubblico commessi in concorso tra loro. I cinque, secondo quanto accertato dalla polizia sulla scorta di una segnalazione anonima confermata dal preside dell’istituto che aveva raccolto le denunce di alcuni genitori, si sarebbero denudati in aula esibendo gli organi genitali per poi sfidarsi sulle rispettive misure. In particolare due di loro avrebbero istigato gli altri tre a seguirli in fondo all’aula dopo aver chiesto il permesso col pretesto di dover parlare della gita scolastica. L’insegnante, una supplente, anche lei accusata di concorso in atti osceni, ha replicato alle accuse dicendo di non essersi accorta e di non aver visto quello che effettivamente i ragazzini facevano in classe. Una versione alla quale gli investigatori sono poco propensi a credere. Inoltre indagini sono in corso da parte della Procura dei Minori e del commissariato di polizia di Frattamaggiore su altri episodi di esibizionismo avvenuti nella stessa classe ma con altri bambini come protagonisti. Anche la posizione del preside è al vaglio degli inquirenti, mentre gli alunni non sono stati per il momento ascoltati.

Resta il fatto che comunque è strano che diverse redazioni, alcune anche particolarmente importanti ed autorevoli (noi ve ne abbiamo dato solo un saggio) si siano fiondate sopra questa notizia che, lo ripetiamo resta in sostanza una ragazzata. Chi maschio e adolescente non se l’è “misurato” con amici o compagni? Senza per questo cadere in “infernali perversioni” o restarne choccati secondo il parere dell’autorevole Panorama.
E comunque gli australiani dicono le la masturbazione allontana il cancro per cui, cari ragazzi “curatevi”…

"Naked News" parte alle 17 anche in Italia su internet. Il video del numero zero.

Qualche tempo fa, vi abbiamo parlato del canale di notizie Naked News, che presto sarebbe sbarcato anche nel nostro paese. Quel giorno è arrivato. Oggi arriva in Italia il telegiornale nel quale le conduttrici leggono le notizie spogliandosi piano piano: ogni notizia, viene tolto un capo di abbigliamento, fino ad arrivare anche al nudo integrale. Ecco allora le immagini del canale italiano.

Nakednews è un programma nato nel 1999 e ideato per internet e per i telefoni cellulari. Attualmente viene trasmesso in 172 paesi. E oggi anche nel nostro: sarà disponibile all’indirizzo wwww.nakednews.it tutti i giorni feriali alle ore 17. L’abbonamento mensile ha un costo di 9,99 euro, ma il primo mese è gratuito. Italia Nakednews, “il programma che non ha nulla da nascondere” è stato presentato a Milano. Le conduttrici sono ragazze dai 22 ai 27 anni.


Il comunicato politico numero uno di Beppe Grillo.

(Beppe Grillo)La democrazia può partire solo dal basso. Il nuovo Rinascimento avrà origine nei Comuni. Le liste civiche devono organizzarsi per le elezioni amministrative del 13 aprile 2008. Il blog sosterrà le liste civiche. Beppe Grillo sarà presente nelle città che presenteranno una lista civica. Le elezioni politiche di aprile sono contro la Costituzione. Il cittadino non può scegliere i propri rappresentanti. I concessionari dello Stato non devono fare politica. I referendum non possono essere cancellati. I referendum non possono essere rinviati. Il risultato delle prossime elezioni è nullo. L’informazione è nelle mani dei gruppi economici e dei partiti. La monnezza è di Stato. Beppe Grillo parteciperà al Monnezza Day a Napoli il 23 febbraio insieme a esperti e medici per il rilancio della raccolta differenziata e per la salute dei cittadini. L’informazione è deviata. Beppe Grillo depositerà tre proposte di referendum alla Corte di Cassazione in febbraio. Abolizione dell’ordine dei giornalisti. Abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Abolizione del Testo Unico sul sistema radiotelevisivo che prostituisce l’informazione agli interessi dei partiti e di Mediaset. Il 25 aprile si voteranno i referendum in tutte le piazze d’Italia. Le proposte di legge popolari per un Parlamento Pulito depositate al Senato sono state ignorate dai nostri dipendenti. Fuori i condannati. Due mandati. Votazione diretta del candidato. Hanno firmato 350.000 italiani. Firme certificate da pubblici ufficiali e dai Comuni di residenza. Mai avvenuto in Italia in un solo giorno. Un lavoro di mesi di migliaia di persone. I partiti hanno occupato la democrazia. I parlamentari non sono eletti, ma nominati. Per essere nominati basta pagare. Un milione di euro un deputato. Tre milioni di euro un senatore. Il conflitto di interessi è un conflitto con il Paese.
Per un nuovo Rinascimento. V-day 25 aprile.

Anche in Italia "Naked News". Tutti nudi a leggere il Tg. In versioni etero e gay?

“Il tg che non ha niente da nascondere”.

(Leandro Palestini – La Repubblica) È finita l’epoca dei mezzibusti, dei telegiornali noiosi e paludati. Con Naked News, tra due mesi, l’informazione si farà con le conduttrici nude. A partire da Internet. “Vogliamo informare la gente in modo non noioso”, proclama Marco Ottolini, l’uomo che importa in Italia “il programma che non ha niente da nascondere”. Perché in Naked News conduttrici senza veli proporranno le notizie del giorno attraverso una serie di sezioni tematiche come “Notizie internazionali”, “Sport”, “Intrattenimento”. Naked News (guarda il video sotto), approdato sugli schermi televisivi americani nel 1999, è lo show più longevo della tv via cavo degli Stati Uniti (su Internet ha raggiunto oltre sei milioni di visitatori unici per mese). I tempi previsti per lo sbarco in Italia? “A metà marzo, per un mese, produrremo dei numeri zero della versione italiana del programma, che durerà un quarto d’ora. Non sarà un tg vero e proprio, le conduttrici non saranno delle giornaliste ma animatrici televisive che leggono testi scritti da una redazione”, rispondono dalla sede milanese.
Le modalità per usufruire di Naked News? “L’abbonamento via Internet, del costo di circa dieci euro al mese, darà diritto alla versione “nudo”. Con i telefonini si potrà accedere alla formula “topless”. C’è una trattativa in corso per andare sulla piattaforma Sky o sul digitale terrestre: a pagamento per la versione nudo, non a pagamento con il topless”. Siamo in un paese cattolico: nessuna paura delle critiche che pioveranno sull’iniziativa? “Lo scandalo per qualche centimetro di pelle scoperta in più rispetto a quello che si vede già nella tv italiana? Spero di no. Le riprese sono a distanza, la parte genitale inquadrata sarà minima, di pochi pixel. La tutela dei minori? Può vedere chi si abbona: è solo per adulti, la verifica si fa sulla carta di credito. Io garantisco che non faremo video porno, niente morbosità, non puntiamo al lato sexy: per quello fa già bene Playboy Tv. Ripeto, il nudo serve per attrarre, gli spettatori arrivano per il nudo ma restano per le notizie, per quello che si racconta”.
Le ragazze italiane? “Le stiamo scegliendo. I nomi sono top secret, ne abbiamo esaminato una sessantina, concludiamo in questi giorni la selezione, cominciamo con cinque conduttrici. Badiamo all’aspetto fisico ma non solo, perché Naked News è un programma parlato, finita la curiosità c’è il contenuto solido dell’informazione. Non si pensi quindi alle bellezze tipo Playboy ma piuttosto alle belle signore della porta accanto”, spiega Marco Ottolini, che in qualità di amministratore delegato di Small Formats non ha dubbi sulla riuscita della formula sul mercato nazionale: “Puntiamo ad avere almeno cinquantamila abbonati nel corso del primo anno. Il rapporto ideale in base alla popolazione italiana: uno su mille”. Lo show sarà erogato attraverso il sito Internet (www. nakednews. it), per gli altri media si vedrà.

Versione etero.


Versione gay.

Il Kosovo e le omissioni di Francesco Battistini sul Corriere della Sera.

Effetto Kosovo, Francesco Battistini e il Corriere della Sera: cialtroni!

(Gennaro Carotenuto) Quel bel richiamo in prima sul Corriere della Sera di ieri non poteva non attrarre come le mosche al miele chi si interessa di popoli e nazioni: “Effetto Kosovo: voglia di secessione. Dalla Spagna al Messico, nuova linfa ai secessionismi”. Il Messico?

Si va all’interno e ci sono ben due pagine, la 12 e la 13. Ovvero è il reportage più importante che il giornale offre ai suoi lettori. Potrebbe essere l’occasione perché il più importante giornale italiano faccia il punto su cosa mette in moto l’invenzione del Kosovo come Stato da parte della Nato. Ma alla lettura del pezzo si rimane indignati per il pressappochismo, la superficialità, le scelte politiche e la vera ignoranza dimostrate dall’articolista Francesco Battistini, già famoso per performance ineleganti in America latina.

Intanto sul Kosovo c’è ben poco, un’intervista all’oramai ottuagenario Carlo Jean, che trova la maniera di lodare Henry Kissinger, e un’altra ad Hashim Thaci, il nostro uomo all’Avana (Pristina), firmata Mara Gergolat. Questa poche righe dopo confessa di star copincollando quello che Thaci ha detto alla BBC. Ma il Corriere i leader di un nuovo stato che ci sta sorgendo di fronte non se li può intervistare direttamente senza passare da Londra? E per copincollare le interviste altrui non bastano i blogger?

Le due pagine sono arricchite da due cartine, una del mondo e una del Kosovo. La cartina del Kosovo è intitolata “mosaico balcanico”, che sarebbe un’altra cosa, ma pazienza. L’occhio esperto capisce che nella cartina le province in viola sono a maggioranza serba e e quelle arancioni albanesi. L’occhio non esperto non capisce niente: la didascalia è completamente sballata. Con quanta incuria si fa il paginone centrale al Corriere?

Ma questo è il contorno. Quello che allibisce è il testo di Battistini, il pezzo centrale, commentato graficamente con la mappa dei cinque continenti. Andiamo a guardare quel Messico che tanto ci stuzzica fino a metterlo nel titolo e richiamarlo in prima.

Il Messico nell’articolo non c’è, se non citato in una lunga lista di paesi dei quali per Battistini forse il Messico è il più esotico. Perché sia alla testa dei paesi a rischio secessione Battistini non lo spiega. Ci fa il titolo ma non lo spiega.

Ci aiuta nell’arcano la cartina: sotto la parola Messico dice Chiapas. Ovvero il Messico avrebbe il problema del secessionismo del Chiapas! Ma davvero Battistini? In 14 anni gli zapatisti hanno detto tante cose, ma quelli che hanno sempre teorizzato di non voler prendere il potere, a staccarsi dal Messico non ci pensano nemmeno. Balle insomma, una cosa inventata lipperlì (o scritta per sentito dire, che è pure peggio) da Battistini per i lettori che pendono dalle labbra di Via Solferino.

Eppure parlando di Messico si sarebbe potuto fare un discorso geopolitico interessante, ma del quale Battistini non ha alcuna cognizione: sarà la cosiddetta Mexamerica, il nord del Messico sempre più integrato agli USA, a volersi staccare dal Messico? Oppura sarà il Sud degli Stati Uniti dove lo spagnolo trionfa, a desiderare prima o poi di riunirsi al Messico dopo un secolo e mezzo di separazione?

Affascinante quesito, ma non per Battistini, che avendo appena sentito nominare gli zapatisti inventa il secessionismo del Chiapas.

Parlando di America latina Battistini ignora anche il secessionismo petroliero antichavista dello stato Zulia in Venezuela e tace del tutto su quello ben più importante di Santa Cruz e dintorni in Bolivia. Come possa un giornalista della redazione esteri del più importante quotidiano italiano ignorare il caso Santa Cruz, dove milizie armate soffiano quotidianamente sul fuoco, è un mistero.

Di questo si parla quando si parla di secessionismo in America, ed è un problema straordinariamente grave quello della sedicente Nazione Camba, non certo del Chiapas dove il secessionismo lo inventa l’ignorante del Corrierone. Bocciato, ma non è finita: c’è di peggio.

Andiamo in Spagna: il facilone Battistini fa una lista dove mette Paesi Baschi, Catalogna e Aragona. Basta aver fatto un Erasmus per sapere che le cose sono ben più complesse, e che ben prima di un’improbabile velleità secessionista aragonese (per riunirsi alla Catalogna o per star soli?) vengono almeno la Galizia e il Levante, problemi potenzialmente ben più seri per Madrid.

E’ evidente poi che Battistini usi due pesi e due misure. Toni allarmati per il sud o l’est “canaglia” del mondo pieno nelle parole di Battistini solo di folli criminali, fanatismi e lotte tribali, concilianti verso il Nord del mondo. Il Quebec per esempio, dove i secessionisti sono mezzo paese, per Battistini è appena percorso, e di tanto in tanto, da venti di secessione.

L’Africa intera è liquidata con un generico “lotte tribali”? Un reportage di due pagine non è il luogo per approfondire? E’ una guerra tribale quella del Congo nella quale intervengono tutti i paesi confinanti?”Lotte tribali” uguale primitivismi, uguale cavoli loro, sembra dire Battistini che non perde neanche cinque minuti a lavorarci.

Che mestiere fa Battistini? Chi prepara e seleziona i giornalisti del Corriere? Chi ne verifica la sostanza dei contenuti? Ci vuole così poco per scrivere il paginone centrale del Corriere?

Non è straordinario poi come un giornale di Milano dimentichi del tutto il secessionismo della Lega Nord e la sedicente Padania? Non è straordinario che dimentichi l’indipendentismo sardo che pochi giorni fa ha provocato incidenti a Cagliari? Non è il colmo che nella lista dei paesi a rischio frammentazione metta la Finlandia ma dimentichi sia l’Iraq che l’Afghanistan? Il problema della frammentazione dell’Iraq ha occupato le diplomazie occidentali per decenni ed ha fermato la prima guerra del golfo. Ma a Battistini non risulta e nella sua cartina l’Iraq non è a rischio secessione. A che gioco gioca il Corriere?

Sulla Padania, sull’Iraq, sull’Afganistan, sulla Bolivia e ainda mais, la scimmia del Corriere non vede, non sente e ovviamente non parla. Ma a chi conviene far scrivere solo scimmie (male) addestrate sul più grande quotidiano italiano? A chi conviene il giornalismo dei Battistini?

Osservatore Romano, cambia la grafica ma i contenuti sono sempre gli stessi.

Da oggi nuova veste grafica per “L’Osservatore Romano”: intervista con il direttore Giovanni Maria Vian.

(Radio Vaticana) L’Osservatore Romano si presenta oggi con una nuova veste grafica: così, a cento giorni dall’insediamento del nuovo direttore, il prof. Giovanni Maria Vian, il giornale del Papa continua a rinnovarsi. Ma di quali novità si tratta? Ci risponde lo stesso prof. Vian al microfono di Roberto Piermarini:

R. – Soprattutto, direi, una maggiore leggibilità, perché usiamo caratteri diversi, leggermente più grandi, maggiori spazi … quindi, sarà un giornale più arioso. E poi, introduciamo stabilmente il colore, in prima e in ultima pagina.

D. – Cambierà anche il formato?

R. – Il formato, no. Il formato resta quello tradizionale, tradizionale resta anche l’impostazione – per il momento – delle diverse edizioni periodiche.

D. – Quali novità, per il futuro de “L’Osservatore Romano”?

R. – Soprattutto, puntiamo su una maggiore diffusione e per questo stiamo pensando anche a forme che coinvolgano altre testate giornalistiche in Italia e ad altre forme di diffusione, soprattutto in rete.

D. – A 100 giorni dalla ristrutturazione del giornale sotto la sua direzione, quali reazioni avete avuto?

R. – Le reazioni in generale sono positive: abbiamo notato da molte parti interesse per il giornale del Papa. Del resto, il fatto che sia – appunto – il giornale del Vescovo di Roma che predica e parla a tutto il mondo, è un biglietto da visita che per noi è fondamentale, ovviamente.

D. – Prof. Vian, piace anche al Papa questa nuova linea?

R. – Spero di sì! Ogni volta che lo incontro, mi dice sempre: ‘Andiamo avanti, andiamo avanti!’.

D. – Cosa vuole essere, oggi, “L’Osservatore Romano” nel quadro della stampa italiana e internazionale?

R. – Vuole essere quello che è sempre stato: il giornale del Papa che documenta e informa sulla sua attività e su quella della Santa Sede, con un respiro internazionale, sempre più internazionale, privilegiando la sua caratteristica che è quella di giornale di idee.

TG4: Comunicato del Cdr, ritirate le firme dei giornalisti.

(L’Avvenire) Per l’azienda, “la redazione non esiste”. Così l’assemblea di oggi del Tg4, e poichè si parla di “redazione-fantasma”, ecco da oggi ritirate tutte le firme dai servizi, “anche perchè i fantasmi non firmano”. Così il documento diffuso dal Cdr della testata, che sottolinea come “anche dei palinsesti del 2008 non sono previsti per il Tg4 spazi d’approfondimento giornalistico, come per tutte le altre testate”. E non solo, perchè “l’azienda ha deciso di cancellare dall’attuale collocazione la rubrica quotidiana Sipario, trasformandola in un settimanale”. I giornalisti – dice il comunicato sindacale – “ritengono inaccettabile la controproposta del direttore di mantenere Sipario quotidiano in una fascia notturna, dopo l’una. È vero che i fantasmi vengon di notte.. però…”. L’assemblea ritiene che la redazione “abbia professionalità e numeri per realizzare un’edizione settimanale di Sipario, un settimanale d’inchiesta atteso dal 1991 e il ripristino di una delle tre edizioni di tg soppresse negli anni (8.30-17.00-23.30)”. Un’altra assemblea è convocata per lunedi 17 “per valutare nuove iniziative”.

La7, il servizio sul sacerdote arrestato a Brescia.

Nella cittadina lombarda un sacerdote è stato arrestato con l’accusa di pedofilia: avrebbe abusato di un ragazzo di 14 anni.

Il Giornale: Neonato gay, è vero anticonformismo?

(Michele Brambilla – Il Giornale) L’immagine che vedete qui sotto – un neonato con al polso un braccialettino che ne indica, anziché il nome, la congenita inclinazione all’omosessualità – è stata scelta dalla Regione Toscana e dal ministero per le Pari opportunità come icona di una campagna contro le discriminazioni di carattere sessuale. Da oggi sarà affissa, in bella evidenza, sui muri delle città toscane, e riprodotta da alcuni quotidiani nazionali.

Non sappiamo se otterrà il giusto scopo di combattere le discriminazioni, oppure se l’utilizzo di un bimbo – evidentemente non in grado di dare il proprio assenso – sortirà l’effetto non voluto di irritare. Di sicuro è una campagna che risponde pienamente ai canoni del «politicamente corretto», il quale impone la presenza di una o più coppie gay in ogni film, fiction tv, mostra d’arte, romanzo e persino gara sportiva.
Il terreno è scivoloso, e criticare certe iniziative espone sempre al rischio di vedersi contestare l’immancabile accusa di omofobia. Tuttavia sarà ancora consentito, almeno, di sorridere di fronte alle mirabolanti definizioni con cui queste campagne vengono presentate. «Campagna choc», è scritto più volte nel comunicato diffuso dai promotori. «Choc», cioè che scuote, stupisce, sorprende, rompe gli schemi.
Ma quali schemi? Quelli della coppia eterosessuale e magari monogamica? Quelli del matrimonio indissolubile? Quelli del processo a Oscar Wilde? Non prendiamoci in giro. Ogni epoca ha il proprio conformismo, e certo non era bello quello che marchiava gli omosessuali come «froci» o «invertiti» o peggio ancora: ma quei tempi sono finiti da un pezzo, morti e sepolti. Lo sa bene chiunque lavori in un giornale ma anche chiunque stia un paio d’ore davanti alla tv. Per chi sarebbe uno «choc» la campagna della Regione Toscana? Per i politici? Chiedere informazioni a chi ha perso una poltrona da commissario europeo, per aver dato l’impressione di non essere abbastanza choccante.
Proprio di questi giorni è la notizia dell’ultima trovata di Joanne Kathleen Rowling, la creatrice della saga di Harry Potter. Scritto l’ultimo romanzo, finito il battage pubblicitario per l’uscita del libro, che cosa si è inventata la signora per rilanciare il prodotto? Che Albus Silente, uno dei suoi eroi di carta, è un gay. Ma guarda: se dire una cosa del genere fosse ancora così anticonformista, non avrebbe avuto paura, la Rowling, di perdere lettori? Invece ha messo a segno ancora una volta un colpo da genio del marketing, perché la parolina magica, «gay», non poteva che fare il giro del mondo circondata da cori di approvazione, di perbacco che coraggio, di ma guarda com’è illuminata. E infatti non è passato neppure un giorno che Daniel Radcliffe, l’attore che ha impersonato Harry Potter al cinema, ha annunciato: «Nel prossimo film mi piacerebbe interpretare un ruolo gay». Un kamikaze o un furbone?
«I pittori del Rinascimento, Michelangelo in testa, riempivano i loro quadri, anche religiosi, con i ritratti nascosti dei loro amori e dei loro amanti: ma quello sì che era un gesto eversivo, rischioso», ha detto Pietrangelo Buttafuoco proprio ieri sul Foglio. Adesso invece il testimonial gay viene usato come la gallina dalle uova d’oro, come chiave sicura per aprire le porte dell’applauso facile: e non solo quello degli intellettuali progressisti, ma anche di tutto il cosiddetto media-system. Giova, agli omosessuali, tanto ipocrita conformismo? Non credo. Come non credo giovi loro neppure lo slogan che la Regione Toscana ha inserito nel manifesto con il neonato gay: «L’orientamento sessuale non è una scelta». È uno slogan ideato – come ha detto l’assessore regionale Agostino Fragai – per «sottolineare come l’omosessualità non possa essere considerata un vizio». Forse Fragai non si rende conto che in questo modo priva gli omosessuali del loro libero arbitrio, e li condanna a una condizione di dipendenza genetica che qualcuno, Dio non voglia, potrebbe chiamare malattia.
Ben vengano, insomma, tutte le iniziative tese a spazzar via ogni residuo di discriminazione, di ghettizzazione, di offesa. Ma gli omosessuali avrebbero diritto a sponsor più credibili di chi, per usare ancora le parole di Buttafuoco, vuol «presentare gli uomini e le donne come “individui” de-generalizzati, né maschi né femmine, né adulti né bambini. Senza genere. De-generi». Sono gli autogol prodotti dallo zelo eccessivo del nuovo conformismo. Che ha la pretesa di presentarsi come anticonformista, è questo che fa un po’ ridere.

Diritti gay, Grillini (Socialisti): Toscana esempio per l’intero Paese. Lombardia ultima.

«È ora che lo Stato elimini il divario che si sta creando con gli Enti locali».

GiPe) – «È con molta soddisfazione che accogliamo il lancio, in Toscana, della nuova e coraggiosa campagna contro-l’omofobia “Omosessuali si nasce”, che ha ottenuto il patrocinio del ministero delle Pari opportunità. La regione si conferma leader per i diritti di gay, lesbiche e transessuali e per la lotta alle discriminazioni, nonché per le politiche inclusive della diversità», dichiara il deputato socialista Franco Grillini.
L’iniziativa, che apre la strada a Ready, una due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze il 26 e 27 ottobre prossimi nell’ambito del festival della creatività, «andrebbe estesa a tutte le regioni».
«Farebbe davvero bene, ad esempio, alla Lombardia – continua il parlamentare -, che ha bandito una mostra d’arte gay da Milano e ha un consigliere regionale come Prosperini che ha invitato a “garrotare” gli omosessuali. La mostra d’arte gay, che aprirà a giorni, ha trovato accoglienza, dopo un lungo calvario, nientemeno che in Toscana e dal Consiglio regionale le dichiarazioni che ci giungono hanno tenore ben diverso del “garrottiamoli”. La Toscana si è dotata anche di una legge antidiscriminatoria all’avanguardia, di uno statuto e di bandi per l’accesso all’edilizia popolare che aprono alle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali».
«Ma non si è fermata qui. La scuola prevede servizi di informazione, consulenza e sostegno agli adolescenti e li supporta contro il bullismo omofobo, la formazione del personale sanitario, prevista dal piano sanitario regionale, è ispirata al rispetto per ogni orientamento sessuale. Ancora, dal 7 giugno 2006, la Regione offre un contributo per coloro che affrontano il processo di riattribuzione del sesso e un contributo per la formazione in mabit dei transessuali. E non è tutto. La Toscana è la punta di diamante di un fenomeno che sta cambiando il volto del nostro Paese seguita a stretto giro di boa dall’Emilia-Romagna, mentre il Piemonte, ad esempio, sembrerebbe molto propositivo sul campo e così pure altre regioni. Insomma è ora che lo Stato elimini il divario che si sta creando con gli enti locali ne verrà un grande miglioramento delle condizioni della più grande minoranza del nostro Paese», conclude Grillini.