Romania: Per combattere l’Aids.

A Bucarest, in Romania, centinaia di volontari dell’associazione Psi, stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crescente diffusione dell’Aids tra i giovani, realizzando la più lunga catena di profilattici del mondo.
Nel corso di una manifestazione organizzata da un produttore di condom, i volontari hanno cercato di annodare insieme circa 30.000 preservativi per fare una catena di 3 chilometri e battere il precedente record stabilito in Thailandia, dove 1436 persone hanno messo insieme 24.516 condom formando una catena di 2,7 chilometri.
Le altre foto

Un italiano nell’Ilga: E’ dell’Arcigay ed è al Parlamento Europeo.

Logo dell'11 assemblea nazionale dell'Ilga EuropeIl comunicato dell’Arcigay nazionale.

Si è concluso oggi a Vilnius il Congresso dell’Ilga Europe, l’associazione che riunisce le associazioni lgbt di tutta Europa. Nel nuovo Direttivo è stato eletto Renato Sabbadini con l’incarico di co-Segretario.
Renato ha 41 anni, è di Bergamo, dove è stato eletto consigliere comunale dal 1995 al 2004; laureato in lingue è assistente al Parlamento Europeo. Dirigente nazionale di Arcigay, ha fatto parte della Segreteria nazionale e dal 2002 al 2007 ha ricoperto l’incarico di Responsabile Esteri. L’elezione di Renato Sabbadini, avvenuta praticamente all’unanimità, è il segno tangibile del ruolo di primo piano che la nostra la nostra associazione svolge in ambito europeo, e della stima di cui godono i dirigenti di Arcigay.
Ci felicitiamo per il nuovo incarico di Renato e gli auguriamo un buon lavoro, in un ambito sicuramente a lui consono, vista la sua vasta competenza e passione sui temi internazionali. <!– –>

Omofobia cattolica fascista e rezionaria? eccola…

(www.cattoliciromani.com) Ancora una volta sono costretto a tornare sul tema delle cosiddette “unioni civili”.
Di fatti a Sassari vi è stata una manifestazione definita dagli organizzanti laica (ammesso che sappiano la differenza tra laica e laicista) e democratica (anche se non so cosa intendano loro per democrazia) che ha avuto il solo scopo di offendere e denigrare noi cattolici, quasi che fossimo noi a doverci vergognare…
Il presidente del Movimento Omosessuale Sardo ha infatti definito, già nel luglio scorso i cattolici come “viziosi, malati e schifosi”. Ora mi chiedo, chi sono realmente i viziosi, malati e schifosi? Noi che seguiamo il magistero della Santa Chiesa, o loro che scendono in piazza con dei gruppi estremisti? Tutto ciò mi sembra assurdo e sconcertante.
Sempre nel luglio scorso il sindaco di Sassari, Gian Franco Ganau, anche lui di sinistra, aveva preso la decisione di accantonare la proposta del registro delle unioni civili e questo pare non esser andato giù a tale movimento che aveva da prima occupato la sala consiliare del Comune di Sassari ricevendone una mozione di condanna nei loro confronti e poi organizzando tale pagliacciata consumatasi in questi giorni. Troppo poco a quanto pare.
Questa volta però si è passato il limite. Si è passati alle maniere forti con minacce verso i cattolici da parte di certi gruppi e dello stesso leader del movimento che con le sue esternazioni senza senso (come d’altronde solo lui può fare) ha continuato a definire i cristiani e chi in politica li rappresentava “imbecilli e razzisti che creano problemi agli altri”. Nulla di più sciocco poteva esser affermato.
A detta loro questo soddisferebbe “le pulsioni reazionarie della destra e di una parte dell’Unione”.
Avrete capito dunque che non si ha ancora messo l’animo in pace Mele che non avendo la maggioranza numerica nel Consiglio Comunale, ora cerca di accanirsi, come ha già fatto in altre occasioni, contro i cattolici che seguono la morale cristiana.
Nella nuova bagarre tengo a precisare che non è mancato di certo l’appoggio da parte dei Comunisti, Indipendentisti iRS, associazioni fortemente anti-cristiane e anti-clericali che nella conferenza stampa tenuta la settimana scorsa hanno affermato che si antepongono lotte di civiltà e libertà a dogmi religiosi pulsate da partiti confessionali.
Io da cattolico mi sento profondamente offeso da ciò, in particolare dagli insulti che questi signorotti utilizzano nei nostri confronti e mi sento addirittura discriminato poiché ormai pare quasi che andare in Chiesa e definirsi cristiano sia una cosa per malati di mente.
Siamo giunti ormai ad una deriva reazionaria da parte delle lobby omosessuali ed anti-clericali dalle quali dovremmo stare attenti ogni giorno di più.

Pietro Serra Sorso
Direttore “Gioventù Cristiana

Tratto dal blog “Sardu88


Ndr. Andate a questa pagina e guardate in faccia chi compone la redazione di “Gioventù Cristiana” il Giornale Giovanile Cattolico.
Oltre all’estensore di quest’articolo il “bestiario” è veramente inquietante.

Nuovi casting per Peter Pan il musical.

Per Peter Pan il musical, si cercano Attori/trici – Ballerini/e – Cantanti

Richeste: buona base di danza, canto e capacità recitative.

Artisti di altezza minima 1.80 cm.
Artisti di altezza massima 1.60 cm.

Si prega di inviare foto e curriculum vitae (con caratteristiche fisiche) a casting@teatrodelleerbe.com
TEATRO DELLE ERBE
via Leoncavallo, 8
20131 MILANO
Tel. 02-36555212
casting@teatrodelleerbe.com
www.peterpanilmusical.com

A proposito di donne: la sensualità femminile sui giornali di moda.

(draculia blog) Una ha lo sguardo fisso, davanti a sé, le labbra socchiuse, mentre con una mano tra i capelli si lascia immortalare da una macchina fotografica che ne esalta la giovane bellezza; un’altra, abbigliata e pettinata come un’hippy dai gusti raffinati, osserva una campagna incontaminata, mentre il fotografo ne cattura l’immagine: la bocca sempre semichiusa, lo sguardo assorto e vagamente altero a cui lunghissimi capelli fanno da cornice. Un’altra ancora fissa l’obiettivo davanti a sé, l’aria vagamente ammiccante, con la solita bocca socchiusa su cui è stato spalmato abbastanza lucidalabbra per renderla più voluminosa; ha una chioma fluente lasciata sciolta e spettinata, mentre si cinge le spalle, quasi a proteggersi da sguardi curiosi ed attratti da una bellezza indiscutibilmente provocante. Dulcis in fundo, per finire, una modella intenta a lavare i piatti con tanto di guanti di plastica e grembiule aperto dietro, il quale lascia vedere un tanga che risulta essere l’unico indumento indossato nelle faccende domestiche; fotografata mentre si volta, come se fosse chiamata da qualcuno, ha uno sguardo vagamente sorpreso.

Quattro modelle ritratte per diverse campagne pubblicitarie, su due giornali di moda, in diverse situazioni e da differenti fotografi, ma in cui si delinea un comune trait d’union: il messaggio pubblicitario trasmesso da una donna non può fare a meno di passare per un meccanismo di seduzione nato da un cervello maschile.
La bocca leggermente socchiusa e corrucciata, gli occhi diretti verso un fantomatico altrove, inespressivi, capelli lunghi, e pose talvolta alquanto innaturali, a mò di manichino mosso da fili tirati da un dispettoso mangiafuoco, comunicano un’idea della femminilità essenzialmente passiva, fondata su un’ammiccante desiderio di piacere ed una seduzione che raccoglie, sfuggente ma inoffensiva, ogni pulsione repressa o apertamente espressa.
E’ singolare che, in questo concetto della seduzione, non compaia il riso o un’allegria pungente: i pochi sorrisi lasciati abbozzare alle modelle comunicano una timidezza, una dolce ritrosia che sembra suggerire a noi lettrici una femminilità ideale, immaginata da qualcuno che non vede proprio nulla di sensuale in una donna che ride a crepapelle, o dinamica, dallo sguardo presente e provocatorio.Quasi che la sensualità fosse inversamente proporzionale alla risata, all’espressione di una vitalità personale non codificata, che può andare da un’intelligenza intrigante, ad un carattere ribelle, a una vena comica o ad un qualsiasi talento. Può essere sensuale qualsiasi aspetto fisico o caratteriale ispiri simpatia, ma una tale concezione di sensualità vende poco e presuppone una parità tra i sessi che si è lontani dal raggiungere. Benedetta Barzini, famosa modella degli anni sessanta oggi insegnante di sociologia della moda, abbatte un tabù, affermando con assoluta sincerità e cognizione di causa: “La nostra espressione di sensualità o di sessualità non la conosciamo. Noi conosciamo solo il riflesso di ciò visto dal maschio.

Alla domanda “cosa potrei mettermi io per essere seducente in sintonia con la mia femminilità?”, non ho risposta.” Nonostante i media non facciano altro che parlare di libertà delle donne della civiltà occidentale rispetto a quella orientale, sfogliando un qualsiasi settimanale di moda si può notare come, in realtà, attraverso le immagini ci cerchi di educare la donna all’idea di piacere al maschio, piuttosto che piacersi, quasi che una femmina che non abbia tra le sue priorità la seduzione e la conquista del maschio, non sia una “vera” femmina, ma solo un suo surrogato. Solo da qualche anno donne dotate di una notevole vena comica, come Paola Cortellesi, Massina Massironi, Luciana Littizzetto , tanto per nominarne qualcuna, si stanno facendo spazio sulla scena dello spettacolo; donne che mantengono una loro identità e trasmettono un’ idea di femminilità più autentica, dove l’intelligenza, l’ironia e la creatività s’intrecciano in modo tale da renderle estremamente affascinanti.

Certo sui giornali di moda siamo ancora ben lungi da una reale parità tra i sessi; mi chiedo come le mie consorelle di sesso riescano a trovarsi a proprio agio davanti ad un obiettivo che le rende più simili alle bambole gonfiabili richieste da Hitler per le “necessità” dell’esercito, nella seconda guerra mondiale, che non alle donne reali; donne di cui l’esperto di moda di turno non immortala che gli aspetti più superficiali e scontati, ( che a lungo andare, senza passione e personalità, diventano pure noiosi!); gli unici, probabilmente, da cui non si senta minacciato e gli permettano, di perpetuare la propria specie, mantenendo il suo ruolo di dominatore nello status quo. Evidentemente, senza il ricorso a tali piccole strategie, il dominatore si rivelerebbe un re nudo.

L’omelia per i 400 nuovi beati spagnoli.

“Non ci sono solo i martiri che spargono il proprio sangue, ma anche coloro che nella “vita ordinaria” testimoniano “silenziosamente” ed “eroicamente” il Vangelo.”

Con questa frase il Papa ha voluto dare un significato alla beatificazione di massa promossa da lui stesso nella giornata di oggi.
Vale la pena inoltre leggere l’omelia che ha accompagnato la cerimonia, scritta dal Cardinale portoghese José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Clicca

Esclusivo/ La Berté si barrica in hotel.

(River blog) Loredana Berté si è barricata nella sua stanza d’hotel e non fa entrare nessuno. Dopo aver partecipato ieri sera al “Treno dei Desideri” (insieme ad un river-lettore che ha cantato con lei), stamattina la cantante ha iniziato ad avere dolori alla schiena. Ha però rifiutato le cure mediche. Passano le ore, e i dolori aumentano. Poco fa la cantante ha iniziato ad urlare, con grande imbarazzo del personale dell’hotel (l’Aldrovandi Palace). Cosa succede? Non vuole vedere neanche un medico. E così la reception ha chiamato i pompieri.

Aggiornamento/ La notizia è arrivata su Studio Aperto. Alcuni ipotizzano un tentativo di suicidio. Sul posto ci sarebbe anche Renato Zero.

Auschwitz e la banalità del male.

(La cripta dei Cappuccini blog) Quando si pensa ai campi di concentramento il pensiero va innanzitutto alle vittime, e le immagini che ci scorrono davanti sono quelle delle camere a gas e dei corpi scheletriti gettati a centinaia nelle fosse comuni. Di quelli che stavano dall’altra parte, degli aguzzini, le immagini sono invece più vaghe. Ce li immaginiamo rigidi nelle loro tetre divise, impassibili di fronte allo spettacolo di morte che stavano portando avanti.

Il Museo dell’Olocausto a Washington sta cercando di rendere più completa la nostra memoria attraverso la pubblicazione di oltre cento fotografie appartenute all’ufficiale nazista Karl Höcker, aiutante del comandante del lager di Auschwitz. Queste foto ritraggono il personale del campo di concentramento non nelle note attività di oppressione e di sterminio, bensì durante momenti di svago e di serenità nella vita quotidiana. Vediamo così gli uomini delle Ss a tavola in momenti di relax, seduti su una sdraio a prendere il sole o a passeggio nei boschi con le giovani e belle ausiliarie del campo. Probabilmente sulla base delle dichiarazioni ex post dei gerarchi nazisti al processo di Norimberga, o di quelle di Eichmann al suo processo in Israele, ci immaginiamo che per poter eseguire la loro crudele e sistematica opera di sterminio le Ss dovessero crearsi delle giustificazioni morali o degli alibi. Al contrario, agli uomini i peggiori massacri riescono del tutto naturali, come andare in gita con le Helferinnen per i boschi polacchi; semmai le giustificazioni morali e gli alibi sono necessari invece per evitarli, i massacri. E’ certamente più consolante pensare ai carnefici come a delle persone inumane e perversamente crudeli nelle loro divise militari, in cui noi non ci riconosceremmo mai. In realtà – i tedeschi delle Ss come altri, a cominciare dagli italiani della “caccia al negro” nell’Etiopia del 1937 – erano persone comunissime, quasi banali nella loro indifferenza al male, e nelle quali chiunque potrebbe tranquillamente identificarsi. Le foto del Museo dell’Olocausto sono agghiaccianti perché ritraggono gli aguzzini come persone normali, tremendamente e spaventosamente normali.

[Alle foto di Höcker dedica un bel servizio l’ultimo numero del settimanale Internazionale, una delle poche cose leggibili attualmente in edicola]

“Ferdinando” al Trianon, l’ultima volta di Isa Danieli.

(Napoligaypress) Sarà in scena fino al 18 novembre al Trianon Viviani il testo di Annibale Ruccello “Ferdinando” nella versione diretta è interpretata da Isa Danieli. L’attrice napoletana torna nei panni di Donna Clotilde per l’ennesima volta ma tiene a precisare che, dopo vent’anni di allestimenti, sarà anche l’ultima.

E’ la prima volta che questo testo, più volte messo in scena al Teatro Nuovo e al Mercadante, viene proposto al Trianon Viviani, diretto da Nino D’Angelo e considerato luogo del teatro popolare per eccellenza.

La storia di Donna Clotilde si svolge in una villa alle pendici del Vesuvio un anno prima della presa di Roma da parte dell’esercito italiano. Nella villa con lei Donna Gesualda (cugina, serva ed infermiera di Clotilde) e le frequenti visite di Don Catellino (il parroco del paese).

A sconvolgere questo nucleo l’arrivo del nipote di Donna Clotilde: il Ferdinando del titolo. Il ragazzo, di una bellezza unica, farà innamorare tutti di se provocando liti e riportando alla luce vecchi dissapori.

Recitato in dialetto, la regia di ispira a quella dello stesso Rucello. In scena con la Danieli ci sono Luisa Amatucci, Lello Serao e Carlo Caracciolo.

Tuttogaber teatrale anni ’70 in 2 Dvd.

(Paolo Biamonte – Ansa) Il cofanetto con due dvd e un libro pieno di immagini e documenti rari che arriva nei negozi farà felici i fan di Giorgio Gaber e non solo quelli. Prodotto da Radiofandango in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber e Nunflower, raccoglie infatti la produzione teatrale degli anni ’70, quando l’artista Milanese decise di abbandonare il successo dei varietà tv, delle tournee con Mina e delle classifiche per dedicarsi al ‘teatro canzone’, lasciando una traccia precisa nella storia della cultura e del costume del nostro Paese.

E’ la prima volta che il pubblico ha l’occasione di rivedere le immagini di spettacoli come Il signor G, Dialogo tra un impiegato e un non so, Far finta di essere sani, Anche per oggi non si vola, Libertà obbligatoria e Polli di allevamento, grazie ai filmati Rai e della Televisione Svizzera Italiana. Sono titoli fondamentali per l’avventura professionale di Gaber che hanno avuto un’influenza enorme sulla formazione delle giovani generazioni e che hanno contribuito a cambiare l’idea stessa di canzone e del ruolo dell’interprete nella scena italiana.

Cresciuto nella Milano di Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Dario Fo, Giorgio Strehler, di Paolo Grassi e del Piccolo teatro, dopo gli esordi tra jazz e rock’n’roll si era imposto come cantante di successo e personaggio televisivo di raffinata ironia. I rivolgimenti sociali del ’68 lo indussero a una scelta temeraria: lasciare il successo e tentare la strada nuova del teatro decentrato, seppur prodotto dal Piccolo Teatro.

Fino ad allora solo Dario Fo aveva scelto di portare il grande teatro del Mistero Buffo nei teatri tenda a diretto contatto le nuove generazioni del cambiamento. Dal primo nuovo debutto nel 1970 all’ultimo spettacolo (é morto nel 2003), Gaber ha scritto tutto insieme a Sandro Luporini, l’amico di una vita e personaggio fondamentale nella definzione di uno stile compositivo e di scrittura che si ispirava a Jaques Brel, Adorno, Celine, Marcuse e Sartre. Il coraggio della scelta fu premiato in poco tempo: dopo gli inizi difficili, il ‘teatro canzone’ conquistò un pubblico sempre più imponente ed entusiasta che si identificò in quei lavori che finirono per approdare dal circuito più periferico ai teatri più prestigiosi.

Il cofanetto che esce domani, secondo capitolo del progetto home video dedicato a Gaber dopo quello sugli anni ’60, raccoglie le immagini di tutto percorso straordinario che conserva intatta la sua attualita’. Ad arricchirlo un duetto con Mina, registrato a Teatro 10 nel 1972. Domani poi, a Milano, con la prima assoluta dello spettacolo Il dio bambino, interpretato da Eugenio Allegri con la regia di Giorgio Gallione, produzione dell’Archivolto in scena al Piccolo Teatro Paolo Grassi, si apre ufficialmente la manifestazione Milano x Giorgio Gaber, promossa dalla Fondazione Gaber, da Telecom Progetto Italia, dal Comune, dalla Regione Lombardia e dal Piccolo. Un mese di spettacoli, convegni ed incontri. Fra i principali appuntamenti il 30 ottobre quello all’università statale con Flavio Oreglio, quello del 12 novembre al piccolo teatro studio con Giulio Casale in Se ci fosse un uomo e la serata del 19 novembre al Teatro Strehler con protagonisti personaggi quali Dario Fo ed Enzo Iannacci.