Manifesto Toscana, MPV: La vera discriminazione è quella sul bambino non nato.

«Non c´è alcuna discriminazione contro gli omosessuali».
Commenta così Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, la scelta del manifesto che la Regione Toscana vuole utilizzare per la “campagna contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere” promossa col patrocinio del ministero per le Pari opportunità.

«Non c’è alcuna discriminazione da parte nostra quando affermiamo, insieme a tanti altri, che l’unione tra omosessuali non può essere assimilata ad un’unione matrimoniale tra un uomo ed una donna che, in quanto tale ha rilevanza sociale al punto da costituire la “cellula fondamentale della società e dello Stato».
«Troviamo invece – aggiunge il presidente MPV – che sia fortemente discriminatorio qualificare di omosessuale un bimbo che non ha alcuna possibilità di manifestare tendenze sessuali. Anzi: più che una discriminazione è una inaccettabile violenza sui più piccoli e più deboli».
«Ed è estremamente urtante – conclude Carlo Casini – che venga utilizzato come testimonial contro la inesistente discriminazione verso gli omosessuali un bimbo appena nato, superstite della vera, grande discriminazione che ha ucciso a milioni con l’aborto e la sperimentazione distruttiva tanti suoi simili prima della nascita, sia adottato, è estremamente urtante».

Una battuta da "Zelig" o è vero? Grillini Sindaco di Bologna? L’Arciga tace.

“Anche contro Cofferati”

(La Repubblica) Franco Grillini, deputato ex Ds, annuncia che si candiderà a sindaco sia nel caso venissero organizzate le primarie, sia costituendo una lista alternativa a quella del partito Democratico. Insomma, il presidente onorario di Arcigay correrà da solo cercando di intercettare il consenso di Verdi, comunisti, radicali e senza partito. Rappresenterà la città laica, quella che lui chiama «l´altra Bologna». Grillini fa sapere di avere già l´appoggio dei socialisti a cui è approdato dopo l´uscita dai Ds, candidandosi anche alle primarie del Pd oltre che alla poltrona di sindaco se non ci sarà un accordo unitario e ognuno andrà per proprio conto.

Il neonato omosex e i blogger: La campagna razzista della Regione Toscana.

(Il filo a piombo blog) E’ ufficiale, sono razzisti.
Lo sono i responsabili della Regione Toscana, e quelli del Ministero delle Pari Opportunità che hanno patrocinato l’iniziativa, che oltretutto è stata pagata con soldi pubblici, e quindi nostri.

L’immagine del neonato con il braccialetto che lo cataloga come gay – oltretutto sinistramente evocativa delle campagne naziste sull’eugenetica, e della loro abitudine di marchiare con un distintivo ebrei, zingari e appunto omosessuali – non può avere altra spiegazione.
Del resto, lo dice anche lo slogan che appare sul fotomontaggio: “l’orientamento sessuale non è una scelta”.

D’accordo, prendiamo atto della loro opinione. Però, almeno ci spieghino una cosa.
Se l’omosessualità non è una condizione che si possa scegliere, in quanto ci si ritroverebbe così fin dalla nascita, che altro può essere se non un fattore genetico? Noi non vediamo altre interpretazioni possibili: secondo la Regione Toscana e il ministero della sig.ra Pollastrini dovrebbe essere impossibile uscire da questo destino binario che ci accomunerebbe tutti.

Saremmo dunque tutti etero o gay, esattamente come tutti siamo maschi o femmine, bianchi o neri, alti o bassi.
Magari per lorsignori non avviene la stessa cosa quanto al fatto di essere magri o grassi, in quanto altrimenti non ce la starebbero scassando così tanto con le loro campagne salutiste. Tuttavia, per quanto ne sapevamo, finora non era affatto strano sentir dire che anche l’obesità ha una matrice genetica, e nessuno se ne era mai scandalizzato.

Ci rimangono però molti dubbi.
Ammettiamo per un attimo che questa idea sull’omosessualità, peraltro non nuova, ma che solo ora viene rilanciata alla grande da parte di lorsignori, sia vera.
Se le cose stanno davvero così, allora cosa ci impedisce di considerare geneticamente innati anche altri aspetti della personalità, come ad esempio – vediamo, così a caso – l’intelligenza, la propensione a delinquere, o anche solo il fatto di avere idee di destra?

D’altra parte, anche il fatto stesso di aver votato per Berlusconi era già stato definito da altri intellettuali del medesimo giro di quelli della Regione Toscana come il segno di una “diversità antropologica”.
Quindi, nemmeno il fatto che lorsignori siano razzisti a ben vedere è una novità, e anzi può darsi che pure questo aspetto del loro modo di essere derivi dal loro corredo genetico sinistroide.
Anzi, può anche darsi che i compagni toscani si siano improvvisamente accorti che James Watson – lo scopritore del Dna, che recentemente ha preso posizione su una pretesa derivazione genetica del livello di intelligenza dei negri – in fondo non avesse tutti i torti.

Ma va tutto bene, ripetiamo, abbiamo preso atto che loro la pensano così.
Ma allora di che si lamentano? Di che si lamenta la Rita Levi Montalcini, che ha paragonato James Watson a Storace proprio per dare dei razzisti ad entrambi?
Del resto l’esimio scienziato e premio Nobel – lui, sia chiaro, non l’ex governatore del Lazio – tempo fa si era distinto proprio per avere espresso opinioni simili sulle donne. Non vediamo dunque per quale motivo, visto che adesso i sinistri del nuovo Pd sembrano pensarla allo stesso modo rispetto agli omosessuali, in certe occasioni continuino a fare tanto casino.

Oltretutto, tempo fa, anche sul versante destro della blogosfera italiana era sorta una feroce polemica contro un numero del “Domenicale”, che era stato (falsamente) accusato di aver addirittura sostenuto che l’omosessualità sarebbe una malattia.
Ci spieghino dunque questi nostri amici di parte politica, e dunque, a quanto pare, forse anche di condizione genetica: se l’orientamento sessuale non è una scelta – lo dice quello stesso manifesto – dal momento che quando si è gay lo si è fin dalla culla, come suggerisce il braccialetto, cosa ci impedisce di considerare l’omosessualità alla stessa stregua, diciamolo sempre per fare un esempio, della sindrome di down?

Okay, ci rendiamo conto che può essere discutibile che sia una malattia anche quella. Però, quando a qualcuno scappa detta una simile affermazione, di solito non succede niente.
In ogni caso, in realtà, sappiate che non esiste nessuno studio scientifico serio che possa dimostrare la natura genetica della propensione verso l’omosessualità. Non esiste nulla di nulla di questo genere, anche se viene dato per scontato da molti, cari razzisti del piffero.

E semmai si dovesse un giorno arrivare a conclusioni del genere, sarà per lo stesso motivo per cui James Watson già oggi sembra pensare che un giorno – una volta definita la mappatura del Dna umano – sarà possibile dimostrare che i bianchi sarebbero (almeno mediamente) più intelligenti dei neri.

Comunque, anche quando ciò dovesse succedere – si dice tra una decina d’anni o giù di lì – noi non avremo avuto alcun bisogno dei progressi della genetica per concludere che quelli di sinistra sono, almeno nella media, più razzisti degli altri. E anche più imbecilli.
Infatti, a dire il vero, ce ne siamo accorti già oggi e da molto tempo.

Costner da Costanzo: "La festa del Cinema di Roma? Neanche sapevo ci fosse”.

(River Blog) Va dato atto a Maurizio Costanzo, nell’intricata vicenda del teatro Brancaccio (la direzione artistica gli è stata affidata dopo un tira-e-molla con Gigi Proietti), di aver sferrato un bel colpo, riuscendo ad accaparrarsi Kevin Costner.
Stamattina, Costner si è presentato, elegantissimo, alla conferenza stampa, in un hotel del centro, insieme a Costanzo. Maurizione era visibilmente soddisfatto.
Costner si esibirà in concerto domani e dopodomani sera. Intanto ha dato una brutta pugnalata alla festa del cinema di Roma: “Neanche sapevo ci fosse”, ha affermato candidamente.

Varese: Il gruppo di condivisione Lgbt è partito!

(Varese è Queer) Si è tenuta ieri sera a Varese la serata di presentazione del gruppo di condivisione rivolto a persone gay e lesbiche, ma aperto a tutti, per affrontare meglio le sfide che la vita ci pone (in quanto persone umane, non solo in quanto omosessuali!). Ne avevamo già parlato qui.

La finalità dell’iniziativa è la crescita personale e di gruppo attraverso l’incontro con gli altri e la condivisione libera e spontanea delle proprie gioie, sofferenze, problemi, dubbi, paure, sogni e aspettative per il futuro.

Il gruppo si rivela quindi come il luogo privilegiato per ascoltare ed essere ascoltati su tutte le proprie esperienze. Un luogo di confronto, scambio e dialogo con chi può fornirci l’energia e la creatività necessarie per affrontare meglio, e non da soli, le sfide dell’esistenza.

La presenza di un facilitatore esperto delle dinamiche di gruppo garantisce che ciascuno si senta rispettato e che le relazioni all’interno del gruppo avvengano in un clima rilassato ed empatico.

Dalle riflessioni della serata è emerso come la crescita personale non può che avvenire attraverso le relazioni umane, ma anche l’idea di vedere il gruppo come il punto di arrivo più che un punto di partenza: solo dopo la condivisione di esperienze si potrà dire di aver costruito una “storia comune” con gli altri e quindi di essere un gruppo a tutti gli effetti.

C’è ancora la possibilità di entrare a far parte del gruppo. Chiunque fosse interessato a partecipare agli incontri che si tengono a Varese una volta al mese può chiedere informazioni all’indirizzo e-mail: puntoinfo@hotmail.it

Il Governatore Schwarzenegger, costretto a firmare sette leggi per i gay californiani.

Il suo veto alla legislazione pro-gay proposta in California non è servito. E così il governatore Arnold Schwarzenegger ha dovuto firmare un pacchetto di norme comprendente ben sette leggi a favore della popolazione omosessuale. Leggi che «permettono a milioni di persone gay lesbiche e trans californiane di avere protezione e diritti che non avevano mai avuto nel passato», ha commentato Geoff Kors, direttore dell’organizzazione glbt Equality California.
Nel concreto le nuove leggi consentiranno alle coppie dello stesso sesso di adottare un unico cognome, di beneficiare delle norme per la successione e per l’eredità dei beni esattamente come una coppia eterosessuale, di esser riconosciuti come nucleo familiare costituito anche di fronte alle norme fiscali. Un programma di sostegno e recupero delle persone omosessuali vittime di violenze omofobe sarà finanziato direttamente dal Governo federale.

Milano: Studente violentato dopo una festa, «Vivo nel terrore dell’Aids» ,

Il ragazzo è stato visitato alla Mangiagalli dove sono stati confermati abusi plurimi. La scorsa settimana un altro caso di stupro su un diciottenne. Studente in stage a Milano: ricordo di aver bevuto troppo, mi sono svegliato senza vestiti. «Vivo nel terrore dell’Aids»
(Andrea Galli – Il Corriere della Sera) La vista annebbiata, e non soltanto per lo sterminato labirinto di stanze in quella casa da ricchissimi. Ha bevuto, un po’ troppo, alla festa tra universitari. Fino ad addormentarsi. E quando s’è svegliato, stava lì, «nudo, dolorante, steso sul pavimento». Scomparsi i vestiti, ha preso i primi che ha trovato in un armadio, è andato al pronto soccorso, che l’ha dirottato alla clinica Mangiagalli. Perché, hanno constatato i dottori, «le escoriazioni, gli ematomi e le profonde lacerazioni erano segni di una violenza sessuale». Di gruppo, con larga probabilità. Di certo brutale. Vittima, un 24enne, studente al Dams di Bologna, a Milano per uno stage e convinto da un’amica ad andare alla festa.

Il ragazzo non ha saputo dar risposte ai medici su cosa nei dettagli fosse successo («Non mi ricordo, davvero») e ha domandato, a lungo, con insistenza, mano a mano con voce più disperata, angoscia, attesa: «E se mi avessero attaccato l’Aids?». Le seguenti visite, peraltro di profilassi, hanno scongiurato il contagio. Il ragazzo s’è tranquillizzato, e allora han provato di nuovo: «Su, raccontaci i fatti». E di nuovo è stato il silenzio: «Non mi ricordo, davvero». Il vuoto. Eccetto poche, scarne coordinate. L’amica, la casa, le stanze e quella stanza in particolare. L’amica: «Mi ha chiamato sul cellulare nel pomeriggio, mi dice “Dai che stasera andiamo a divertici da conoscenti, non mi tirare bidone”. Ero libero, non avevo impegni, così accetto, ci diamo appuntamento in via Torino, vicino al cinema. Ci troviamo, parcheggiamo i motorini e andiamo a piedi verso l’abitazione». La casa, appunto: «Quadri dappertutto. Arredamenti di pregio. Tappeti orientali. E le stanze». Ecco, le stanze. Una dopo l’altra, una fianco all’altra. «Finisco in una camera, sono con un gruppo di ragazzi, ci rilassiamo, parliamo, e beviamo, beviamo… ». Stop.

La memoria s’offusca. Fotogrammi seguenti, in rapida frequenza: il risveglio, il corpo nudo, il dolore, lo smarrimento, e poi la corsa all’ospedale, dopo aver chiamato un taxi, e il pronto soccorso, e la clinica Mangiagalli». Alla Mangiagal-li, completate le medicazioni, gli chiedono: scusa, e l’amica? Lui la chiama al telefonino, lei dice semplicemente che a un certo punto s’era stancata e se n’era andata. Insiste, il 24enne: «Perché non mi hai chiamato? ». Replica: «Non ti trovavo». Ah già: lo sterminato labirinto di stanze.
Giovedì scorso erano finiti arrestati due egiziani clandestini: l’accusa racconta di uno stupro ai danni di uno studente 18enne, al Parco Lambro. Dalla squadra mobile della Questura, che s’è occupata della vicenda, avevano detto in fase di commento: «È il primo caso in assoluto che trattiamo». Ha detto Alessandra Kustermann, del centro Antiviolenze della clinica Mangiagalli: «In undici anni, abbiamo trattato 104 casi di violenze sessuali ai danni di uomini, il 68 per cento dei quali maggiorenni». «Ma si sa», ha aggiunto la Kustermann, «l’uomo spesso ha grandi difficoltà a denunciare questo tipo di violenza»

In Parlamento riappaiono i Cus o i DiCo? Voto a fine novembre salvo crisi governativa.

In commissione Giustizia si potranno presentare emendamenti fino al 12 del prossimo mese. Poi, finalmente, il voto in aula.

(Nedo Canetti – L’Unità) Si sblocca il cammino del disegno di legge sui Dico, oggi Cus. Proprio il giorno dopo nel quale la ministra Barbara Pollastrini aveva affermato di non rinunciare al varo di una legge sulle coppie di fatto, in commissione Giustizia del Senato, il tanto discusso provvedimento è uscito dal limbo (lavorava un comitato ristretto, con scarse notizie, però), dove si trovava da alcuni mesi. Precisamente dal 10 luglio, quando il relatore (e presidente della commissione) Cesare Salvi, aveva presentato un suo testo, che prevedeva pure la modifica del nome con il quale indicare la futura legge, da Di.co (diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), che era il nome scaturito dal ddl Pollastrini-Bindi, in quello di Cus (contratto di unione solidale), proposto da Salvi. La commissione ha, infatti, deciso, nella seduta di ieri, di riprendere l’esame del testo base del relatore, fissando i tempi del suo iter. Gli emendamenti debbono essere presentati entro le 12 del 12 novembre. In quella data, cioè appena votata la finanziaria e chiusa la «sessione di bilancio», si riprenderà, si presume celermente, il cammino per cominciare a votare entro la fine del mese.

E’ lunghissima la storia delle proposte sulle coppie di fatto. Parte dall’alba della legislatura, precisamente dalla data di presentazione del primo progetto, depositato a Palazzo Madama dalla sen. Vittoria Franco, Ulivo.

Era il 28 aprile 2006. Da allora si è sviluppata una storia travagliatissima con la presentazione via via di altre 11 proposte, tra le quali quella del governo (era il 20 febbraio di quest’anno) che promosse un vivace dibattito, oltre che un’ accelerazione dell’iter, che poi, però, nuovamente si impantanò, per le divergenze, anche abbastanza trasversali a maggioranza ed opposizione. Come abbiamo visto, nel tempo cambiò anche il nome da Pacs (Patti civili di solidarietà) a Dico a Cus. Il dibattito è tasto alquanto rapsodico.

Si tennero 14 sedute della commissione Giustizia, ma molte solo per prendere atto della presentazione di nuovi ddl. Fu determinante la decisione di costituire un comitato ristretto che ha potuto lavorare lontano dai riflettori e dalle polemiche, fino alle conclusioni operative di ieri. «E’ certamente un bene -ha commentato Vittoria Franco- che si proceda con l’esame del testo base, per arrivare ad una legge accettabile sulle unioni civili. Poi vedremo e valuteremo il risultato finale». «Una buona legge, in materia -ha aggiunto- deve confermare due principi : il riconoscimento dei diritti civili fondamentali alle coppie, e che questi diritti vengano riconosciuti anche alle coppie omosessuali». E proprio questo ultimo, sarà uno dei nodi più intricati da sciogliere.

Per il neonato ‘gay ognuno ha una sua opinione.

Infanzia. Bertone: manifesto con neonato ‘gay’? non è il caso…

(Dire) “E’ una cosa un pò strana e non è il caso di arrivare a fare cose di quel genere”. Così il cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, ha definito l’iniziativa della Regione Toscana di diffondere uno spot pubblicitario che ritrae un neonato accanto alla scritta “io sono gay”.
Il porporato ha preso le distanze dallo spot rispondendo alle domande dei giornalisti nella sala Salviati dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, dopo la presentazione del concerto “La luce dei bambini”. Parlando del concerto, Bertone aveva anche ricordato la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia (che ricorrerà il 20 novembre), la Dichiarazione dei diritti del 1959 e la successiva Convenzione di Ginevra.

Omofobia: GayLeft, scandalosi attacchi a assessore Toscana.
(AGI) – Roma, 24 ott. – “Gli attacchi che stanno giungendo in queste ore verso la campagna promossa dall’assessore regionale toscano Fragai sono scandalosi e diffamanti nei confronti dei cittadini omosessuali italiani e rappresentano la piu’ chiara dimostrazione di come le discriminazioni siano ancora ben al di la’ dall’essere sconfitte”. E’ quanto dichiarano Andrea Benedino e Anna Paola Concia, portavoce nazionali di Gayleft, in merito alla polemica scatenata dalla campagna antidiscriminazione promossa dalla Regione Toscana. “Ricordiamo agli esponenti della destra italiana – proseguono Concia e Benedino – che in queste ore si dicono scandalizzati, che il fatto che l’omosessualita’ non sia una scelta non e’ certo un’invenzione della giunta regionale toscana ma un principio affermato piu’ di trent’anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’. In questi giorni – aggiungono i due portavoce di Gayleft – dalla Toscana di Claudio Martini e dal Piemonte di Mercedes Bresso, dove e’ in corso Melting Box, la prima Fiera Internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunita’, per tutti viene il segno di un Partito democratico laico e aperto alle istanze della societa’ di cui i cittadini omosessuali possono essere orgogliosi. E’ questo il PD che noi vogliamo e per il quale ci batteremo”.

Il tatuaggio ti ha stancato? Ecco come eliminarlo.

(tulife.it/) Il tatuaggio ti ha stancato? Ecco come eliminarlo.
Per cancellare un tatuaggio il metodo più utilizzato è il laser.
La luce del laser è piena di energia che viene assorbita dal pigmento e trasformata in calore che la divide in particelle d’inchiostro. Il trattamento è ambulatoriale e non serve l’anestesia, anche se si può applicare una pomata antiestetica o fare un’iniezione di anestetico nella zona da trattare.

Dopo il trattamento con il laser si può formare una pellicina e poi si forma una nuova pelle.

Per avere un buon risultato occorrono più sedute a seconda anche del tipo di pelle. Infatti un tatuaggio sulla spalla o sul dorso richiede tempi maggiori.

Per i tatuaggi più semplici bastano 2-3 sedute con intervalli di qualche mese, mentre per i tatuaggi più estesi possono servire anche 5-6 sedute.

Il costo per ogni seduta è di circa 3000 euro. Infine i laser di ultima generazione garantiscono buoni risultati senza nessun pericolo sulla pelle!

E’ meglio comunque prima di utilizzare il tatuaggio fare un test per verificare gli effetti del tatuaggio su una piccola parte della cute.