Il neonato homosexual, ecco l’ultimo spot scatena-polemiche.

(Panorama) La foto, non perfettamente a fuoco, ha in primo piano un neonato, dolcemente addormentato. Sul polso, il braccialetto di riconoscimento usato negli ospedali. Sopra però non c’è scritto il nome, Antonio o Francesca, Jessica o Andrea, ma la parola “homosexual”.
Di fianco, lo slogan: “L’orientamento sessuale non è una scelta”. Un manifesto che presto comparirà negli spot televisivi, nelle pagine pubblicitarie, su cartoline e depliant da distribuire e su manifesti da affiggere sui muri dei pubblici.
Questa la campagna-shock, destinata a far discutere, scelta dalla Regione Toscana per combattere le discriminazioni per “orientamento sessuale e identità di genere”. La campagna è sostenuta da “Ready”, la nuova Rete di Comuni, Province e Regioni italiane, che parteciperà al Festival della Creatività, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 al 28 ottobre prossimi.
Il manifesto è stato ceduto gratuitamente alla Regione Toscana dalla Fondazione canadese Emergence, che lo aveva utilizzato la scorsa primavera per la giornata mondiale contro l’omofobia, con il patrocinio del governo del Quebec, dell’agenzia di salute canadese e della città di Montreal.

“Si tratta di una campagna pulita, che rispetta la privacy e il buon gusto” spiega l’assessore toscano all’attuazione dello Statuto, Agostino Fragai, quasi a prevedere, e parare, le critiche. “Certo affronta con forza ed in modo efficace una delle questioni di fondo di un tema eticamente discusso, sottolineando come l’omosessualità non possa essere considerato un vizio, ma una delle tante espressioni della personalità di un individuo”.
In Italia la Toscana, ha voluto ricordare l’assessore, è da anni impegnata contro l’omofobia. La legislazione regionale è stata la prima a tutelare i cittadini contro le discriminazioni sessuali, nel 2004, e tra l’altro è stata anche la prima a predisporre una “carta prepagata” per agevolare la ricerca di un lavoro a favore di transessuali e transgender. Un impegno, quello della regione governata da Claudio Martini, riconosciuto anche da Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay: “La nuova campagna di comunicazione è assolutamente all’avanguardia nel panorama della difesa dei diritti lgbt. È ora che l’Italia si adegui alla Toscana”.

E infatti la campagna è patrocinata dal Ministero per le Pari Opportunità, retto da Barbara Pollastrini cofirmataria insieme alla collega Rosy Bindi del ddl sui Dico.
Una legge che ha diviso il Paese e la maggioranza di centro sinistra: sarà così anche per questo manifesto?

Cattolicesimo e omosessualità: E’ risorto Martin Lutero.

(Trotzky blog) La protesta infinita delle comunità di base nei confronti di un papa che confligge con la storia – riporta il quotidiano The Age – ha trovato il suo antesignano in Geoffrey Robinson, primate della diocesi di Sidney, che ha lanciato il suo guanto di sfida a una gerarchia sempre più sorda alle istanze di rinnovamento che arrivano da tutta la cristianità.

In Confronting Sex and Power in the Catholic Church questo coraggioso riformatore sostiene che, fino a quando non cambierà il suo atteggiamento nei confronti del sesso e del potere, la chiesa cattolica non sarà in grado di risolvere il problema degli abusi sessuali dei suoi preti.
Il papa deve sbarazzarsi immediatamente dell’idea che ha contribuito più di ogni altra a offuscare la sua immagine, quella secondo cui il sesso fuori del matrimonio e i contraccettivi sono un’offesa a dio. L’esplosione demografica ha reso anacronistico l’invito a crescere e moltiplicarsi, mentre la sfiducia nell’Istituto del matrimonio ha aperto nuovi spazi alla sessualità esercitata in altri ambiti e senza l’assillo della procreazione.

D’altra parte è propio il celibato obbligatorio che ha generato la depressione, la misoginia e l’omofobia dei sacerdoti, che sono poi gli ingredienti che hanno fatto esplodere gli scandali sessuali che stanno travolgendo la chiesa.
Il vescovo australiano suggerisce come via d’uscita l’adozione di una nuova etica sessuale, fondata sul bene e il male che si fa agli altri, che consentirebbe un onorevole compromesso con il sesso fuori del matrimonio e l’omosessualità.

In quanto all’autorità del papa, Robinson lo accusa di aver accentrato troppo potere nelle sue mani. Addossandogli tutte le responsabilità della chiesa, il collegio dei vescovi l’ha chiuso in un circolo vizioso, per il quale più insiste sull’autorità e meno gente lo ascolta.
Per uscire da questa impasse, il nuovo Martin Lutero suggerisce alla chiesa di abbandonare l’assolutismo, adottare la democrazia e affidare al papa le mansioni di Primo Ministro.
Le sue critiche si appuntano pure sullo strano rapporto dei fedeli con un dio che minaccia le pene dell’inferno per chi non crede, concezione che giudica assolutamente carente di logica, in quanto costringe i sacerdoti a dettare norme di comportamento avulse dalla realtà e a tuonare dai pulpiti per imporle, deludendo il gregge e allontanandolo dalla fede.

La tesi del libro è che solo riforme ampie e radicali possono far superare la cultura della protezione degli abusi ed evitare che la situazione sfugga di mano alla gerarchia.
La sfida all’autorità papale e alla dottrina della chiesa dimostra che siamo alle porte di una nuova Riforma. Il popolo dei credenti vuole che la chiesa si liberi della gabbia in cui si è lasciata intrappolare dalla sua ala reazionaria, intollerante e ipocrita, ritorni alle sue origini e riacquisti la credibilità perduta (nella illustrazione Martin Lutero).

Gay e Viminale: Guerra di numeri.

Protestiamo contro le censure e le mistificazioni della stampa.
Su La Repubblica dimenticati ancora una volta il World Pride del 2000 e il Roma Pride 2007 che hanno visto in piazza un milione di persone.

Ufficio stampa Arcigay, 23 ottobre 2007

Roma Pride 2007, un milione in piazza

Siamo stufe e stufi di dover subire quotidianamente censure, omissioni e distorsioni da parte dei grandi mass media italiani. In particolare oggi su La Repubblica è apparso un articolo sulla reale capienza delle piazze di Roma, che polemizza con le supposte cifre esagerate che sono fornite dagli organizzatori delle grandi manifestazioni nazionali.

Nelle didascalie che accompagnano le foto di quattro grandi piazze romane si citano gli eventi più svariati, ma naturalmente si censurano due eventi del movimento lgbt. Per quanto riguarda Circo Massimo è cancellato il Word Pride del 2000 e per Piazza San Giovanni si cita il Family Day, mentre il Roma Pride 2007 per il giornale non è mai esistito.

Un atteggiamento peraltro evidente fin da subito: il Pride 2007, cui ha partecipato un milione di persone, è scomparso dai media fin da subito. Il Family Day è costantemente citato dal suddetto giornale nonostante vi abbia partecipato un numero inferiore di persone rispetto al Pride 2007.

Non si tratta di sviste o di dimenticanze, perché per entrambi gli eventi tutti i mass media italiani hanno dedicato ampie cronache, anche perché si trattava di manifestazioni imponenti e di grande significato politico. D’altronde l’atteggiamento non è nuovo e, per quanto riguarda Repubblica, abbiamo segnalato alcune settimane fa alla direzione del giornale il fuorviante continuo accostamento, quando si parla di scandali che colpiscono la gerarchia cattolica, della pedofilia con l’omosessualità.

Siamo indignate ed indignati di questa campagna che intende da una parte cancellare il ruolo sociale e politico di uno dei più grandi movimenti italiani e dall’altra di mistificare la realtà con il risultato di compiacere le grandi organizzazioni omofobe, lesbofobe e transofobe italiane e d’oltre Tevere.

Paradossale che nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità i diritti di cittadinanza della popolazione lgbt siano banalmente ragionati dai mass-media e disattesi nella realtà.

Agedo, Antagonismo Gay, Arcigay, Arcilesbica, Azione Gay e Lesbica, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Circolo Maurice, Circolo Pink, Coordinamento Torino Pride, Crisalide Azione Trans, Facciamo Breccia, Famiglie Arcobaleno, Fuoricampo Lesbian Group, I Ken, Mit

Invitiamo tutte e tutti voi ad inviare il testo del comunicato qui di seguito al seguente indirizzo mail del quotidiano La Repubblica: larepubblica@repubblica.it

Ndr. Un comunicato inutile che non vedrà il Viminale fare dietrofront, verrebbe accusato di falsare dei dati in quanto non ha comunicato solo quello relativo ai Pride ma anche altri:

SINISTRA DAY: DATI VIMINALE, A ROMA 100MILA PERSONE

(AGI) – Roma, 23 ott – Il Sinistra Day ha visto in piazza la partecipazione di “circa 100mila persone”. I dati sono del Viminale che parla di una “manifestazione nazionale organizzata da Rifondazione comunista, Comunisti italiani e dall’organizzazione sindacale Fiom”.
Il Viminale rende noti anche i dati delle altre manifestazioni del 2007: manifestazione di An del 13 ottobre a Roma circa 70mila persone; manifestazione di Grillo a Bologna dell’8 settembre circa 30mila persone; gay pride a Roma del 16 giugno circa 30mila persone; manifestazione anti Bush a Roma del 9 giugno circa 10mila persone; Family day a Roma del 12 maggio circa 200mila persone; manifestazione a Vicenza contro l’ampliamento della base Usa del 17 febbraio circa 80mila persone.

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Com’è sua abitudine il movimento gay della sinistra (si, è solo quello di centrosinistra in quanto GayLib, per quello che possono contare, non c’è e, probabilmente non è neppure stato interpellato) pensa a se stesso e non ad un comunicato più globale con le altre entità sindacali e politiche in cui fa cenno il comunicato e quindi concertare una protesta più completa nei confronti del Ministero degli Interni.
In più, se la prendono con Repubblica quando il reale responsabile di quesi dati è il Viminale. L’ennessima perdita di credibilità grazie ai soliti maldestri estensori di comunicati “fake”.

Donne e uomini: "Grazie caro, ma non è che sei gay?".

(Img press) Ci sono giornate, come queste, dove un gelo imprevedibile spezza il viso. Dove la neve gioca a nascondino. Dove la gente a malapena esce a comprare sigarette e qualcosa per la cena. Dove non vedi l’ora di ritornare sotto le coperte, anche se ancora non hai sonno. Dove chiacchieri per ore, al telefono, con la tua amica, sola come te, e vi ripetete sempre le stesse cose. Com’è stata la lezione di oggi e quanto vorreste avere qualcuno al vostro fianco. Se c’è una cosa che le donne sanno fare in maniera esclusiva, è nascondere se stesse. Sono così fragili e così poco indipendenti, da nascondere addirittura a se stesse le proprie angosce. Tranne che alle loro amiche. O ad uno straccio di fidanzato, se ce l’hanno. Ma se ci sono le amiche, a cosa serve un uomo? Non sarei troppo cinica nel dire a nulla. Di sicuro serve.

Ad accompagnarti a fare la spesa, senza fiatare e solo per riportare la catasta di roba a casa. Serve a tirarti sù quando sei a dieta e non puoi permetterti di chiuderti in frigo. Serve a tenerti il libro in mano quando hai bisogno di ripetere per un esame. Oppure ad andare a lezione al posto tuo. Serve a curarti quando stai male, uscendo anche alle 2 di notte, con il gelo, per trovare una farmacia aperta. Serve a dirti che sei bellissima oppure a chiederti “perché hai guardato quel tizio con tanta insistenza?”. Serve a portarti fuori a cena con il tuo portafogli noncurante di essere vuoto. Serve a stare attento quando girate per vetrine e tu dici con insistenza che “quella borsa è magnifica”. Serve a dirti che le scarpe che hai appena comprato sono stupende, anche se gli fanno completamente schifo. Serve a farsi prendere in giro – senza replicare – perché non ci capisce nulla di cucina.

Serve a fare da cavia per quello che non sai cucinare tu. Serve per stare al telefono e dare finalmente un’utilità a quella promozione che, fino ad ora, hai usato solo con la tua amica. Sempre quella zitella. Come te. Serve a mandarlo a prendere pizze, birre e film per una serata con le tue amiche. Serve a sentire le tue urla quando gli racconti della fresca litigata con i tuoi. Serve a dimostrarti che il tuo trattarlo di m… in fondo è servito a qualcosa: “Tesoro, ieri sera ero completamente sbronzo e sono andato in un locale con i miei amici. Una ragazza, ti confesso che era anche molto carina, c’ha provato tutta la sera. Ma io, tesoro, non l’ho nemmeno guardata”. E lei cosa gli risponde? “Grazie caro, ma non è che sei gay?”

Milano: Notte a base di sesso e droga, cinque arresti.

Salato il conto: circa 900 euro. In manette due italiani, fra cui un transessuale, e tre egiziani. Hanno sequestrato uno dei due operai che non avevano abbastanza denaro.

(Il Corriere della Sera) È finita con cinque arresti, due italiani fra cui un transessuale e tre egiziani, la notte a base di cocaina e sesso di due operai. Con tanto di brutta avventura: uno di loro è stato sequestrato per estorcere all’altro i soldi per pagare stupefacenti e prestazioni. È successo nel cosiddetto «palazzo della droga» di via Bligny 42, dove spesso intervengono le forze dell’ordine anche per indagini sul terrorismo. Qui i due giovani, di 29 e 35 anni, hanno deciso di passare in uno squallido monolocale la serata di sabato scorso. La mattina però è arrivato il conto: circa 900 euro. Poiché non avevano denaro sufficiente, i malviventi hanno sequestrato l’operaio più grande ottenere i soldi dall’altro, costretto a consegnare anche il libretto di circolazione dell’auto e un cellulare.

Al giovane non è rimasto che denunciare il tutto alla famiglia e ai carabinieri: prima ha mandato il padre a parlare con i militari poi ci è andato di persona. I carabinieri hanno quindi organizzato un blitz, assicurandosi che l’operaio trattenuto in casa non corresse rischi. Quindi hanno fatto irruzione in casa: in manette sono finiti i tre immigrati, risultati clandestini, e i due italiani. Antonino Palazzolo, di 48 anni, originario di Palermo, che vive nell’appartamento, e Massimiliano Mantovano, di 35 anni, milanese. Devono rispondere di sequestro ed estorsione

Rieccoli:Take that.

(Il Giornale) Quando si sciolsero, nel febbraio del 1996, fu istituito un numero d’emergenza per rispondere alle domande dei fan. E quando due anni fa decisero di riunirsi per una serie di concerti, i biglietti si esaurirono nel giro di un’ora e dieci minuti e dovettero aggiungere cinque date a quelle già fissate. Loro sono i Take That, la band inglese che ha venduto oltre 25 milioni di dischi in tutto il mondo, che torna in Italia a undici anni dall’ultima esibizione, avvenuta al Festival di Sanremo pochi giorni dopo l’annuncio dello scioglimento del gruppo. Due le date: la prima a Bologna, la seconda a Milano, dove porteranno in scena il Beautiful world tour 2007, che segue l’album Beautiful world uscito alla fine dell’anno scorso.

Sul palco saliranno in quattro: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange e Mark Owen, proponendo al pubblico i successi più recenti come Rich out e Shine, ma anche i singoli che ai tempi d’oro della loro carriera hanno scalato le classifiche. È il caso di Pray, Relight my fire, Babe e Everything changes, quattro fortunati brani appartenenti allo stesso album (Everything changes), che nel Regno Unito si sono piazzati al primo posto. Melodie pop accattivanti, coreografie e videoclip studiati a tavolino sono gli ingredienti del loro successo, che colpisce soprattutto le teenager, non lasciandole certo indifferenti alla bella presenza dei cinque ragazzi. Cinque, perché al loro esordio i Take That contano anche Robbie Williams, poi uscito dal gruppo nel luglio del 1995 per intraprendere la carriera solista.
Ma com’è nata questa band? È a Manchester che il manager Nigel Martin-Smith si guarda intorno alla ricerca di un gruppo di «ragazzi della porta accanto» che sappiano ballare e cantare. Ecco allora il giovane serioso, il bel tenebroso, l’uomo misterioso, il ragazzo dolce, il ribelle, e la boy band è fatta. Dopo un paio d’anni trascorsi a prepararsi, l’esordio non è dei migliori: i primi singoli passano inosservati, mentre è con la cover It only takes a minute che si affermano sulla scena, infilando un successo via l’altro. Prendono il tè con Lady D e siedono sul divano di casa John, mentre Elton suona loro qualsiasi cosa gli chiedano.

Le «Thatters», le loro accanite fan, li adorano, mentre la critica li snobba, sta di fatto che nessun’altra boy band è mai riuscita ad eguagliarli. Dopo l’addio di Robbie Williams la crisi non tarda ad arrivare e chissà se è scelto a caso quel 13 febbraio 1996, giorno in cui ufficializzano lo scioglimento del gruppo, che coincide con il compleanno di Robbie. Ma i loro brani continuano ad essere trasmessi alla radio e a qualcuno ispirano un musical: Never forget, dal titolo di una loro canzone. Quando poi nel 2005 un documentario sulla band, trasmesso da un’emittente inglese, sfiora i sette milioni di telespettatori, non ci sono più dubbi: il ritorno sulla scena è d’obbligo.

Take That
Datch Forum di Assago
domani, ore 21
ingresso: da 50 a 35 euro + prevendita

Negare il matrimonio gay è discriminazione e se tre stati UE lo riconoscono non si può più negare!.

(Queerway) Proprio così, negare un diritto civile ad una fetta di popolazione è una discriminazione e non voler riconoscere il matrimonio omosessuale per un paese membro dell’EU in nome del fondamento “eterosessuale” dell’istituto è inammissibile in un Europa unita dove tre degli stati membri riconoscono tale diritto ai propri cittadini.

E’ questo quanto concluso dal giurista francese Daniel Borrillo che ha presentato lo scorso 21 ottobre davanti al collegio per dell’Alta Autorità per la Lotta Contro le Discriminazioni francese (l’Halde) un rapporto sulle discriminazioni verso gli omosessuali in Francia ma che con le sue concusioni dovrebbe poter avere ripercussioni in tutta l’Unione.Nel Rapporto si sostiene che l’impossibilità per le coppie composte da persone dello stesso sesso a sposarsi e adottare bambini costituisce una discriminazione alla quale va messo termine.

Gli autori del documento propongono un miglioramento del dispositivo giuridico per le coppie omosessuali tanto del Diritto di Famiglia quanto del diritto assicurativo e di quello del lavoro.
Nella sua esposizione Borrillo ha comunque riconosciuto che sono stati fatti numerosi progressi in materia di lotta alle discriminazioni a livello di rogole di diritto per la protezione degli omosessuali come individui. E’ stata in ogni caso lamentata l’assenza di campagne ufficiali di prevenzione e sensibilizzazione contro la piaga dell’omofobia.

Proprio mentre il governo riflette sull’eventualità di regolamentare le unioni civili per le coppie omosessuali il rapporto presentato da Daniel Borrillo e commissionato dall’Halde mira a contribuire ad elevare il livello del dibattito.

Daniel Borrillo conclude: “Con l’apertura del matrimonio civile alle coppie composte da persone dello stesso sesso in tre paesi membri dell’Unione Europea nopn si può più sostenere che il matrimonio è necessariamente eterosessuale”.
Un’esposizione tanto lucida dovrebbe per lo meno far riflettere tutti i ventiquattro stati membri che non accettano di riconoscere il matrimonio civile per gli omosessuali!

The Park, il "cruising" e il sesso nei parchi in una mostra.

(Queerblog) C’è una mostra fotografica che sta facendo un piccolo tour nelle Americhe, pur essendo stata partorita una trentina di anni fa sulle sponde asiatiche del Pacifico. “The park” – questo il titolo – rivela un lato dark e nascosto della Tokyo degli anni ’70 attraverso gli scatti in bianco e nero del fotografo giapponese Kohei Yoshiyuki. Dopo essere stata esposta alla galleria Yossi Milo di New York, la mostra approderà il 22 novembre alla galleria Doug Udell di Vancouver.

Il tema sono gli incontri sessuali notturni, gay e non, nei parchi della capitale nipponica. Potete vederne un estratto in questa gallery e in questa.

Yoshiyuki, armato di camera 35mm, pellicola a infrarossi e flash, ha immortalato coppie clandestine e non, scene di cruising, guardoni, sesso di gruppo e persino tentativi di stupro.
Quello che affascina e sconvolge è il carattere intimo, delicato, delle figure colte in un momento di abbandono e privacy – quasi delle macchie luminose nell’oscurità – ma anche la violenza delle pulsioni primarie, quando la civiltà della luce diurna cede il posto alla bestialità della notte.

Per decenni i gay sono stati solo questo: clandestinità e oscurità. Come se gli omosessuali fossero esseri gotici nascosti nei bassifondi della società, pronti a uscire allo scoperto al calar delle tenebre. Le vampiresse del pompino libero.

Ai giorni nostri, dopo anni di visibilità, pride e lotte, siamo diventati le suffragette del pompino istituzionalizzato. Lungi da me indugiare in sciocche nostalgie, ma forse – e dico forse – l’immagine dell’omosessuale integrato e tesserato all’Arcigay, che paga le tasse e si lamenta per uno Stato che non gli riconosce diritti, ha perso la propria metà oscura, quella “anarchica” e “poetica” delle foto di Kohei Yoshiyuki.

Si degli anglicani ai matrimoni omosessuali a San Francisco e in Canada.

Le due diocesi hanno deciso autonomamente e con una maggioranza schiacciante per la celebrazione religiosa di matrimoni tra coppie dello stesso sesso.

La diocesi episcopale della California e quella anglicana di Montreal hanno votato per permettere ai loro sacerdoti di celebrare unioni omosessuali.
I rappresentanti della chiesa anglicana della California riunitisi a San Francisco hanno approvato i riti per la benedizione di coppie dello stesso sesso a maggioranza schiacciante.

La decisione, che ha fatto infuriare i vescovi conservatori all’interno della chiesa anglicana, permetterà al vescovo Marc Andrus di celebrare matrimoni nelle chiese dell’are compresa nella baia di San Francisco.

La risoluzione del sinodo californiano ha anche ribadito che le persone gay e lesbiche non vanno discriminate nelle nomine di vescovi.
Anche le diocesi di Montreal e Ottawa hanno deciso a maggioranza di celebrare riti religiosi per i matrimoni gay.

Diritti gay, Grillini (Socialisti): Toscana esempio per l’intero Paese. Lombardia ultima.

«È ora che lo Stato elimini il divario che si sta creando con gli Enti locali».

GiPe) – «È con molta soddisfazione che accogliamo il lancio, in Toscana, della nuova e coraggiosa campagna contro-l’omofobia “Omosessuali si nasce”, che ha ottenuto il patrocinio del ministero delle Pari opportunità. La regione si conferma leader per i diritti di gay, lesbiche e transessuali e per la lotta alle discriminazioni, nonché per le politiche inclusive della diversità», dichiara il deputato socialista Franco Grillini.
L’iniziativa, che apre la strada a Ready, una due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze il 26 e 27 ottobre prossimi nell’ambito del festival della creatività, «andrebbe estesa a tutte le regioni».
«Farebbe davvero bene, ad esempio, alla Lombardia – continua il parlamentare -, che ha bandito una mostra d’arte gay da Milano e ha un consigliere regionale come Prosperini che ha invitato a “garrotare” gli omosessuali. La mostra d’arte gay, che aprirà a giorni, ha trovato accoglienza, dopo un lungo calvario, nientemeno che in Toscana e dal Consiglio regionale le dichiarazioni che ci giungono hanno tenore ben diverso del “garrottiamoli”. La Toscana si è dotata anche di una legge antidiscriminatoria all’avanguardia, di uno statuto e di bandi per l’accesso all’edilizia popolare che aprono alle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali».
«Ma non si è fermata qui. La scuola prevede servizi di informazione, consulenza e sostegno agli adolescenti e li supporta contro il bullismo omofobo, la formazione del personale sanitario, prevista dal piano sanitario regionale, è ispirata al rispetto per ogni orientamento sessuale. Ancora, dal 7 giugno 2006, la Regione offre un contributo per coloro che affrontano il processo di riattribuzione del sesso e un contributo per la formazione in mabit dei transessuali. E non è tutto. La Toscana è la punta di diamante di un fenomeno che sta cambiando il volto del nostro Paese seguita a stretto giro di boa dall’Emilia-Romagna, mentre il Piemonte, ad esempio, sembrerebbe molto propositivo sul campo e così pure altre regioni. Insomma è ora che lo Stato elimini il divario che si sta creando con gli enti locali ne verrà un grande miglioramento delle condizioni della più grande minoranza del nostro Paese», conclude Grillini.