Grosseto: Vescovo, si a incontro ma a Tv spenta.

(Agi) Ilvescovo di Grosseto, monsignor Agostinelli, nell’annunciare l’annullamento della visita nella sede Arcigay della citta’, prevista per questa sera, si e’ dichiarato disponibile “ad incontrarli in futuro, ma a telecamere spente, nei miei due anni di vescovo a Grosseto ho incontrato persone di tutti i generi. Gli omosessuali hanno avuto le porte sempre aperte, ma dietro di loro non c’e’ mai stata una tv. Con la sua presenza, preferisco annullare il tutto”. Monsignor Agostinelli ha spiegato anche di aver proposto ad Arcigay di fissare l’incontro nei locali della parrocchia di San Giuseppe a Grosseto, attraverso l’intermediazione del parroco, ma di aver ricevuto un rifiuto. “Avevo proposto che l’incontro avvenisse nella parrocchia – ha aggiunto il vescovo – perche’ e’ all’interno di essa che sto svolgendo la mia visita pastorale dove accolgo i fedeli, ma l’invito non e’ stato accettato”.

Gay Halloween alla discoteca Pulp di Milano.

31 OTTOBRE
Come di consueto due mondi si uniscono. Quello dei vivi… e quello dei morti.
MA QUESTA VOLTA… LO FARANNO IN DISCOTECA!

GAY HALLOWEEN 2007
…lo staff starlight queer ritorna…
Questa volta le cose cambiano. Basta serate halloween-baracca!
Il 31 Ottobre alla Discoteca Pulp sarete partecipi della serata disco-horror più terrificante d’Italia.

Jackie The Clown, Il Boia e Diva vi aspettano impazienti, per giocare con voi, per farvi rabbrividire e, perché no, per tentare di massacrarvi come nei peggiori film horror.
Un cast di 9 attori. Il sacrificio di una persona del pubblico come spettacolo di apertura. Una scenografia studiata per rendere te l’unico protagonista incontrastato della serata-film-horror che già fa parlare i giornali.

FROM 9 PM
c/o Pulp disco club
Via Alserio, 5
Nel quartiere Isola, a poche centinaia di metri da C.so Como e Stazione Garibaldi – Milano

Dj set: Christian Vlad & Francesco from RADIO DEEJAY

PROGRAMMA DELLA SERATA:
From 9 pm – Buffet & happy rnb Music
11 pm – SPETTACOLO D’APERTURA
1 am for all night long – CELEBRIAMO HALLOWEEN

x info e liste:
trollfabri@hotmail.it
ph: 334 72 254 95

Lo spot censurato del "Progetto Bridgestone per salvare la vita".

Torino ospita la 16ma edizione del Festival dell’Unione dei Teatri d’Europa.

Dedicata al fondatore Giorgio Strehler, in scena dal 25 ottobre.

Apcom) – Torino ospita, per la prima volta, il Festival dell’Unione dei Teatri d’Europa, che quest’anno – giunto alla sua 16.ma edizione – sarà dedicata a Giorgio Strehler fondatore dell’Ute, e al 60.mo anniversario del Piccolo Teatro di Milano. In programma dal 25 ottobre al 31 dicembre 2007, punterà l’attenzione sulla nascita del dramma antico, rivisitato e riproposto in chiave contemporanea.

Inaugura la rassegna Lev Dodin con “King Lear” di Shakespeare prodotto dallo storico Maly Drama Theatre di San Pietroburgo. Proseguono poi, tra gli altri, Gabriele Lavia con “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor Dostoevskij prodotto dal Teatro di Roma e dalla Compagnia Lavia Anagni, e Georges Lavaudant con “Play Strindberg” di Dürrenma prodotto dal Teatro de La Abadía di Madrid.

Chiude il Festival Luca Ronconi che dirigerà “Il Ventaglio” di Carlo Goldoni, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa e dall’Odéon Théâtre de l’Europe

Francobollo dedicato alla Callas.

Emesso da Poste Italiane per il trentennale della morte.

(Ansa) Poste Italiane dedica un francobollo alla cantante Maria Callas per il trentennale della morte, avvenuta il 16 settembre del 1977. L’immagine e’ un ritratto della cantante e un pentagramma con note, ponendo sullo sfondo un particolare del volto e dell’acconciatura durante l’opera “Turandot”.
Il francobollo sara’ disponibile domani, giornata di emissione, presso lo Spazio Filatelia di Piazzale Roma a Venezia, dove sara’ allestita una mostra con abiti ed effetti personali dell’artista.

Su Google gli americani cercano amore. Gli italiani? Si accontentano del Viagra.

La classifica delle parole più cercate sul celebre motore di ricerca. Dati divisi per nazionalità: “Botox” al numero uno in Australia. “Nazi e gay” in Cile, “jihad” in Marocco, “Britney Spears” in Messico.

(La Repubblica) C’è chi cerca l’amore, chi si contenta del Viagra, chi vuole sapere tutto sul Botox e chi su Beckham. Chi non può fare a meno di consultare le ultime sull’Aiea, l’agenzia Onu per il nucleare, e chi invece vuole Kate Moss. Le parole più cercate nel mondo su Google, secondo le ultime statistiche rilasciate dal motore di ricerca più famoso, svelano interessi e curiosità dei cyber-utenti sparsi sui cinque continenti. E alcune di queste sono vere sorprese: come il cuore romantico degli americani, che cercano “love”, mentre i latin lover per antonomasia, gli italiani, vanno dritti al sodo, al Viagra. O la particolare passione dei (o delle) canadesi per Tom Cruise. E se i marocchini sono interessati alla “jihad”, i messicani digitano soprattutto il nome di Britney Spears.

Egiziani, indiani e turchi hanno una fissazione per il sesso, mentre tedeschi, austriaci e messicani sono particolarmente curiosi su Hitler. La parola ‘nazi’, invece domina la statistica delle ricerche in Cile, Australia e Gran Bretagna.

I dati, che prendono in esame le ricerche dal 2004 a oggi, mostrano anche che i cileni sono quelli che cercano di più la parola “gay”, seguiti da messicani e colombiani.

Ecco chi cerca cosa su Google: “Jihad” – Marocco, Indonesia, Pakistan. “Iraq” – Usa, Australia, Canada. “Taliban” – Pakistan, Australia, Canada. “Tom Cruise” – Canada, Usa, Australia. “Britney Spears” – Messico, Venezuela, Canada. “Love” – Filippine, Australia, Usa. “Botox” – Australia, Usa, Regno Unito. “Viagra” – Italia, Regno Unito, Germania. “David Beckham” – Venezuela, Regno Unito, Messico. “Kate Moss” – Irlanda, Regno Unit, Svezia. “Marijuana” – Canada, Usa, Australia. “IAEA” – Austria, Pakistan, Iran.

Milano: Altr* Stori*: il gaio novecento".

A Milano si discute di storia e storie di gay, lesbiche e trans in Italia, dal fascismo ai giorni nostri.

Ne parlano autrici e autori delle pubblicazioni *Fuori dalla norma*, “Antologaia” e *We will survive* [Leggi le recensioni – (1)(2)].

Proiezione di cortometraggi queer filmati su Mario Mieli.
Mostra “Le gaye riviste anni ’70 porpora psichedeliqueer frocessione”
Aperitivo pop.

Il 28 ottobre, dalle 17.00
al C.S.O.A. COX18
in Via Conchetta 18 – Milano

Info: http://www.myspace.com/pinkitchen

Gossip, più lo leggo più ci credo: da semplice pettegolezzo a soggetto destabilizzante.

(Blogosfere spettacoli) Viviamo nell’era del gossip, e non dobbiamo certo star qui a spiegarvi il perchè. Se poi pensiamo al tam tam quotidiano che ha portato agli onori della cronaca le vicende di Fabrizio Corona possiamo addirittura arrivare a dire che il gossip ha invaso il mondo dell’informazione, trasformandosi da mezzo per spettegolare a soggetto di destabilizzazione.

Il gossip muove, crea, distrugge, penetra, rovina, divide. Fa tutto questo, già, ma soprattutto si esercita in un’arte che appartiene da secoli al genere umano: l’arte del giudizio. Basta una voce su qualcuno per segnare a vita il soggetto preso di mira. Se basta una prima impressione per giudicare un essere vivente figuriamoci cosa può fare una diceria sul suo conto.

Se qualcuno dice che la donna davanti a voi, secondo voci, tradisce il marito, la guarderete in un certo modo. Se vi dicessero che è la donna più fedele che la storia abbia mai conosciuto la guarderete in un altro.

Il pettegolezzo – è una legge universale – è più “vero” della verità. I ricercatori del Max Planck Institute adesso lo hanno addirittura dimostrato usando studenti-cavia.

Gli studiosi, leggiamo, hanno coinvolto 126 studenti suddivisi in gruppi di nove ragazzi ciascuno, bersagliandoli di pettegolezzi sui giovani degli altri gruppi: è emerso che le “cavie” tendevano sempre a credere di più alle maldicenze o alle lodi intessute da altri, piuttosto che a ciò che avevano potuto sperimentare di persona o che gia sapevano sul conto delle inconsapevoli vittime.

E non è tutto. Secondo la ricerca, i gossip non influenzerebbero solo i giudizi sulle star dello spettacolo, ma inducono anche opinioni e comportamenti della vita comune. “Una recente indagine – spiega Ralf Sommerfeld dell’istituto di Plön in Germania che ha condotto la ricerca presto pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS – ha evidenziato per esempio che due persone su tre credono il gossip una fonte per apprendere nuove cose: non importa se i pettegolezzi alla fine siano veri o meno. Diventano la realtà“.

Ed è proprio questo il problema: il gossip non ha mutato le proprie forme ma ha cambiato l’abito con cui presentarsi. Si è elevato ad informazione vera e propria – complici anche i grandi quotidiani ed i tg che hanno iniziato a sguazzare nel pettegolezzo – abbandonando gli stracci che lo facevano identificare come giornalismo di bassa lega.

E poi il gossip si nutre della babbionaggine degli italiani, che ancora credono a ciò che leggono senza pensare alle macchinazione che stanno dietro ad un servizio di gossip.

Quindi? Bè, il gossip può essere divertente se preso come tale. Quando invece si trasforma, agli occhi dei lettori, in “giornalismo d’inchiesta” bisogna cominciare a preoccuparsi.

San Francisco, eucarestia a gay travestite da suore.

(Il Messaggero) Due attivisti gay con trucco pesante e un vistoso travestimento da “suore” hanno ricevuto l’eucarestia durante una Messa domenicale a San Francisco, direttamente dalle mani dell’arcivescovo George Niederauer. L’episodio, divenuto di pubblico dominio grazie a immagini diffuse su You Tube dagli stessi attivisti, ha spinto l’arcivescovo a scusarsi per l’errore.

In una lettera ai fedeli della diocesi, di cui dà notizia il San Francisco Chronicle, Niederauer ha spiegato di essersi reso conto dell’accaduto solo dopo la Messa. Al momento della comunione, ha raccontato, «verso la fine della fila, due persone vestite stranamente sono venute a ricevere l’eucarestia» e l’arcivescovo non si è reso conto al momento che si trattava di membri di un gruppo anti-cattolico di cui conosceva l’esistenza.

Il gruppo si fa chiamare “Sisters of Perpetual Indulgence” ed è nato nel 1979 nella comunità gay di San Francisco. I suoi membri indossano vesti che ricordano vagamente quelle di un ordine religioso e si fanno chiamare con nomi da suore. La vicenda ha subito attirato su San Francisco, una città nota per le sue idee progressiste e spesso trasgressive, gli strali degli opinionisti conservatori americani. «San Francisco si conferma una vergogna da ogni punto di vista», ha detto Bill ÒReilly, commentatore di FoxNews.

Precisazione.

Vi segnaliamo che il testo relativo all’articolo:“Parla il ragazzo che ha fatto da esca per “Exit”: “La chiesa cattolica attacca quei tre poveretti per far credere che il caso sia circoscritto”, è di Daniele Nardini.

A lui i nostri complimenti per lo Scoop.